Olimpia Milano post Valencia | Non si parli di click o fine del tunnel. Ma sono sorrisi che contano

Olimpia Milano post Valencia. Presto per parlare di click e di uscita dal tunnel. Ma tre vittorie in fila sono un dato reale, e importante

Olimpia Milano post Valencia. Presto per parlare di click e di uscita dal tunnel. Ma tre vittorie in fila sono un dato reale, e importante, per una squadra che arrivava da 9 sconfitte consecutive.

Possiamo parlare del match. Un’altalena. Olimpia due volte a +16. Nel secondo secondo quarto, sul 41-25, prima di un immediato 9-0 che diventa 20-0 in 8’. Poi sul 70-54 nel terzo, con a seguire un 12-1 della squadra ospite.

In entrambe le occasioni l’attacco di Milano si ferma. Immobile. Scelte assenti, brutti tiri, Valencia che può gestire in difesa e correre in attacco, producendo buoni tiri. 

E’ già successo, tante volte, troppe. Solo che questa volta tutto riparte. Una rubata di Davies che vale anche un antisportivo, la tripla di Baron, un rimbalzo offensivo scippato da Hines: nasce un 14-2, e nasce dalla difesa. 

C’è poi un gioco in transizione, ad oggi solo un accenno, che genera anche qualche errore (pessimo contropiede di TLC nel quarto quarto), ma che testimonia una tendenza, inevitabile per una squadra che oggi non ha un regista. Piuttosto che difendere e basta controllando il ritmo, far lievitare i possessi e i punti segnati può essere una soluzione.

Vi è poi l’aspetto psicologico. La forza di questo gruppo è stata quella di non rompersi nel pieno della crisi di fine anno. Non ci sono stati eccessivi scontri o eccessivi silenzi. Non è una notizia, è quello che si apprende guardando la squadra in campo.

Una reazione può nascere solo dall’unità, non certo dalla divisione. Deshaun Thomas, fuori dall’8 dicembre, è un simbolo di questo stato dell’arte: in campo all’improvviso, ha risposto presente. Apprendiamo che ha vissuto questa fase con grande professionalità. Fatichiamo allora a comprendere il motivo di tanta assenza forzata, in un momento così delicato, ma è un altro discorso.

Il suo era il volto giusto, quello di Davies era il volto giusto, e Billy Baron è un leader. Questo è, e qui ci fermiamo. Come detto, è presto per parlare di click e luci in fondo al tunnel. Si cammina ancora a tentoni. E all’orizzonte si profilano due gare importanti. Fondamentale restare attaccati al match al Pireo, per poi vincere a Berlino.

Diversamente, la “tristezza” si riaffaccerebbe da dietro l’angolo.

5 thoughts on “Olimpia Milano post Valencia | Non si parli di click o fine del tunnel. Ma sono sorrisi che contano

  1. Sono d’accordo con Alessandro. Parlare di uscita dal tunnel, ( come fa la gazzetta ) è senza dubbio, prematuro. Diciamo che i ragazzi, ci hanno permesso, di trascorrere con il sorriso, questo periodo festivo di fine anno. Adesso, si tratta di iniziare bene, il nuovo anno e, cercare di recuperare in trasferta, i tre passi falsi casalinghi,subiti contro avversari ampiamente alla nostra portata ( Berlino, Bologna e Maccabi ). In attesa che la ” cavalleria “, torni a disposizione.

  2. Vado a memoria, ma la mia sensazione è che il gioco si fermi, diventi sterile, quando in campo non ci sono i due elementi veramente creativi, Davies e Baron, sostenuti dalla solidità di Hall.

    Gli assist di Davies, che potrebbero essere di più se le percentuali di tiro fossero migliori, aprono il campo e costringono le difese a sbilanciarsi. Negli spazi più aperti è più facile per le nostre guardie essere più aggressive, di conseguenza aumentano le opportunità di servire Brandon Davies.
    I tre giocatori incorporano e dilatano con la propria classe un sistema Messina che si regge molto sulle letture.
    Quando i tre non sono insieme, il tessuto così sofisticato, ma quindi anche strutturalmente fragile, si sfalda: la palla gira scolasticamente, se gira, i vantaggi non si creano, tutto diventa rigido e prevedibile, ne soffre il gioco, ne soffrono gli interpreti secondari.
    Secondo me.

    Del resto a me pare, insisto, che il rendimento altissimo di Davies e Baron sia nato dal caos in cui il nostro attacco è scivolato per qualche partita, favorendo così interpretazioni più personali di una lezioncina imparata a memoria e per questo poco efficace.
    Non tutti ovviamente sono capaci di incorporare il sistema e personalizzarne l’uso come i due campioni del momento, ma è importante il segnale che il sistema non è tanto rigido da scoraggiare interpretazioni personali.
    L’evoluzione della squadra secondo me va in questo senso, ed è tuttora in piena trasformazione: segni si vedono in Hall che attacca il ferro anche quando gioca da play, in Cabarrot che propone assalti alla scimitarra.
    Adesso si aspetta che Ricci ritrovi anche il proprio potenziale offensivo, il tiro dall’arco in particolare, che Thomas possa giocare da 4 e trovare il proprio mojo, mentre a me pare che anche Naz, dopo qualche partita disastrosa per eccesso di voglia di fare, stia trovando con successo i limiti e le necessità del suo giocare corsaro.

    È un magma ancora, dunque fluido e in formazione, ma la direzione nuova di cui parlano i protagonisti della squadra, comincia a intuirsi.

    Ci sarà anche, infine, l’arrivano i nostri!

  3. Baron è diventato leader “forzato”, vista l’assenza di Shields e di Pangos. Messina lo aveva preso perché ha molti punti nelle mani. Bene così.

  4. Le parole di Messina post Valencia, come suo solito, sono sensate, da uomo di sport, che ha meditato sui suoi errori, non pensa solo al suo ego, ma soprattutto al bene del suo team work. Direi molto migliorato. BRAVO.
    Ho anche l’impressione che Messina abbia preso un po’ di bromuro e senza sbandierarlo troppo stia un pochino derogando ai suoi assiomi tattici irrinunciabili.
    In questa stagione ho visto visto dal vivo tutte le partite casalinghe e in quella con il Valencia al Forum (anche nei momenti down) il clima che si percepiva sulle tribune era assolutamente sempre positivo, al contrario delle prime partite (perse) dove la negatività era pandemica, contagiosa peggio del covid.
    Visto dal vivo è già 3 o 4 partite che si è dato una calmata. Evidentemente ha capito che stava esagerando in alcune occasioni. Spesso durante il gioco lo si vede “trattenersi” dallo sbottare in maniera troppo vistosa. Credo che in questo, come già scritto da altri, la mancanza del Poz che faceva da cuscinetto si sia sentita. Ma forse ora le cose stanno migliorando. Come sta cambiando il gioco offensivo evidentemente: con coinvolgimenti diversi dei giocatori rispetto alla prima parte della stagione. Più in linea con le loro caratteristiche.

  5. Contro il Valencia Messina ha dato i minuti di Voigtmann a Thomas, non poteva ritagliare minuti anche al tedesco, già cosi ha ruotato a 4 lunghi + Ricci
    Piuttosto il decimo in rotazione lo dovrà trovare tra gli esterni (Tonut o Datome quando rientrerà)
    Ora quello che deve individuare adesso è il vice Melli, probabile Thomas possa essere piu adatto del tedesco, vedremo l’evolversi nelle prossime partite.

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