Olimpia Milano post Pesaro | No Games al Forum, basket italiano preso a schiaffi

Olimpia Milano post Pesaro, che poi è post Coppa Italia. Una competizione di fatto non andata in scena. No Games al Forum d’Assago

Olimpia Milano post Pesaro, che poi è post Coppa Italia. Una competizione di fatto non andata in scena. No Games al Forum d’Assago. Senza precedenti.

La Visione del Guazz

Quattro giorni senza storia

Reggio Emilia era in crisi. Poi però, la stessa dura lezione è toccata anche a Venezia e Pesaro. E fine dei giochi.

A prescindere dalle difficoltà di un movimento nel pieno della pandemia, dal disastroso approccio nei confini nazionali della Virtus Bologna priva di Marco Belinelli, e dall’isterica gestione Pozzecco nel match con la VL.

A prescindere da tutto, l’Olimpia Milano non ha vinto, non ha dominato, ha stra-dominato (citiamo Repesa), concedendo 7’ agli avversari su 120’ giocati. Quelli del 20-8 Reyer in semifinale.

Una dimostrazione di forza, che vale anche il più grande disavanzo totale della storia delle Final Eight. Non si è giocato, e questo non è mai banale. E’ la risposta forte al primo reale esame stagionale, è un’indicazione al resto del movimento che si ritrova “suonato” e “sfiduciato” nella prossima corsa scudetto.

E’ anche un monito al resto d’Europa. Che registra l’ennesima conferma di grandezza biancorossa.

Una finale sul nulla

Sportivo Ettore Messina nel dopogara a riconoscere la stanchezza pregiudicante degli avversari. Pesaro non poteva dire la sua alla terza gara in tre giorni, ma non avrebbe potuto dire la sua neanche in condizioni differenti.

E’ vero, la VL ha bombardato dall’arco Sassari come Brindisi, tuttavia era impossibile fisicamente creare situazioni di superiorità per i due Robinson contro gente come Punter, Delaney, Shields. Solo per fare tre nomi.

Pesaro ha ottenuto una finale storica con merito, ma le colpe restano di chi ha reso possibile tutto questo. La Virtus, giocando un girone d’andata disastroso e senza giustificazioni in Italia. Sassari, gettando alle ortiche senza motivo un quarto che pareva in controllo.

In tutto questo, un evento trionfale crea anche nuove certezze. Paul Biligha, dopo mesi a rincorrere, ha cambiato registro, giocando tre gare convincenti, forse anche stimolato dall’arrivo di Wojciechowski.

E anche Malcolm Delaney, in un momento di condizione approssimativa, ha dimostrato di essere parte integrante del gruppo, di anteporre davvero il “noi” all’”io” (spesso filosofia solo a parole), regalando minuti di grande difesa.

Anche qui, si torna allo step di crescita. Dopo i sei giorni di stop si è vista ancor di più una squadra, dove l’mvp diventa di difficile individuazione.

Gigi Datome

Ma un mvp c’è, e tocca al capitano di Italbasket.

Aggiorniamo allora il record individuale: una volta mvp della Serie A, una volta mvp di Coppa Italia, una volta mvp del campionato turco, una volta Mvp della Coppa del Presidente (Turchia), due volte mvp di Coppa di Turchia. Si parla sempre della sua chitarra, ma in campo non se la cava male.

3 thoughts on “Olimpia Milano post Pesaro | No Games al Forum, basket italiano preso a schiaffi

  1. Due cosette: una su Datome, il cui spessore e grandezza sono sottolineate da un fatto: al pari di Shields ci si stupisce quando sbaglia a fare qualcosa. La seconda sul sopracitato Pozzecco, la cui conduzione isterica oramai non stupisce più nessuno, direi un suo marchio di fabbrica

  2. Sono combattuto. Da un lato credo sia giusto mantenere i piedi per terra perché il Maccabi non è Pesaro e temo neppure Venezia, e l’Olimpia si è già giocata la sconfitta “bonus” con una squadra che avrebbe dovuto sbranare. Dall’altro ci sono poche cose più difficili nello sport che performare esattamente al livello teorico che l’atleta o la squadra dovebbe avere, e l’Olimpia l’ha fatto a prescindere dall’avversario. Pesaro e Reggio sono squadre discrete ma Venezia è nel gruppo delle seconde ed è stata, cito Repesa, asfaltata. La squadra è follemente lunga per il campionato e ben attrezzata per l’EL.
    Direi che a febbraio abbiamo delle certezze. La prima è che sono arrivati due trofei, mai scontati. La seconda è che pure nelle gare dentro/fuori per le altre italiane è dura giocarsela, figuriamoci su 5 o 7 partite, il che fa ben sperare per il titolo (mai scontato, non sopporto leggere cose come “bisogna vincerlo e anche facilmente”). La terza è che in EL ci può stare da protagonista, però ora serve capire se può starci da candidata alle finali: questa settimana ci dirà qualcosa di più.
    Non so voi ma io mi sto divertendo tanto, pure quando si perde (vedi gara con Trieste) perché apprezzo di più la prestazione che serve per battere Milano.

  3. In EL il livello sale e non performare al top è rischioso, vedasi sconfitta in Francia e con il Pana. Sarà battaglia vera per arrivare ai play off e ogni gara è da cogliere, col suo prezioso carico di punti in classifica. Ma è una strada ancora molto lunga.
    Resto ammirato nel vedere i numeri del Chacho, la concretezza di Hines, la “pulizia” di Datome al tiro, la poliedricità di Shields, le capacità balistiche di Roll, l’estro di Punter, l’utilità di un Delaney non in formissima, la completezza di Leday, la potenza di Kaled, la classe di Micov, la voglia dei “panchinari”, l’unità del gruppo (ieri si sono abbracciati tutti, ma proprio tutti). E mi godo tutto questo.
    Sinceramente non do per scontato lo scudetto. Tra quattro mesi saremo ancora cosi’ in forma? Vedremo. E, sotto sotto, spero anche di poter vedere qualche partita di play off lba un po’ più combattuta, giusto per godermela un pochino.

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