Olimpia Milano post Zenit | Storia della vittoria più importante dal 2014

Olimpia Milano post Zenit colmo di sensazioni mai vissute. Terzo posto, dieci su dieci nel 2021, sei vittorie in fila in EuroLeague

Olimpia Milano post Zenit colmo di sensazioni mai vissute. Terzo posto, dieci su dieci nel 2021, sei vittorie in fila in EuroLeague.

Il valore del successo

Dal 2014 Olimpia Milano non vinceva una gara simile in EuroLeague. Dai match con Olympiacos e Fenerbahce di quella clamorosa campagna europea.

Non è solo una questione di emozioni e di valore dell’avversario. Ci sono state nel frattempo le vittorie del Forum contro Barcellona e Real Madrid, o la rimonta sul Darussafaka di David Blatt nei giorni del «Dadaumpa» di Davide Pascolo.

La grandezza sta nel valore del match, nel fatto di essere a due terzi della competizione, nella capacità di non sedersi dopo cinque vittorie in fila, ma anzi di studiare il match, declinarsi ad esso, raccogliere qualcosa da ognuno e trovare una soluzione, diventando infine un vento impetuoso sull’avversario.

E’ una vittoria che certifica il momento rendendolo al tempo stesso più di un attimo fuggente: al 29 gennaio, un terzo posto non ha nulla di transitorio, anche se chi sta fuori dalla zona playoff ha solo 3 ko in più.

Kevin Punter

Raccontiamo il successo andando su quanto fatto da due dei protagonisti nell’ultimo quarto. Partiamo da Kevin Punter.

A 6.10 assist per il rollante Kyle Hines. A 4.50 difesa in transizione su Hollins che nega il facile canestro con un buon fallo. A 3.33 penetrazione e canestro dopo il rimbalzo offensivo di Hines.

A 2.04 tripla da fantascienza fuoriequilibrio per il +4. A 1.18 giocata e canestro a ribadire il +4.

Vladimir Micov

A 7.29 cammina sopra le acque trovando canestro e fallo. Fridzon e Zubkov ancora si chiedono da dove sia passato.

A 6.52 tripla per il sorpasso. A 5.12 cambio su Kevin Pangos e difesa mano in faccia: il play dello Zalgiris segna di tabella. A 4.34 scarico per Hines in profondità da Nobel: pari 68-68.

A 3.15 regge il cambio su Hollins: palla persa. A 2.54 taglio a canestro e appoggio per il +1.

Gli altri

Piccoli esempi per dare il senso di un sostegno di tutti su entrambi i lati del campo.

Aggiungiamo allora la palla rubata da Malcolm Delaney su Arturas Gudaitis in difesa in post basso (?!), il fallo di Hines sul grande ex a canestro praticamente già segnato (1/2 ai liberi), il rimbalzo offensivo del centro USA che porta al canestro del -1 di Punter, la difesa ancora di Hines su Gudaitis (stravinto il confronto) a 59”, la tripla della staffa di Delaney.

5 thoughts on “Olimpia Milano post Zenit | Storia della vittoria più importante dal 2014

  1. Non basta lo spazio del polpettone oggi, ci vorrebbero fogli di protocollo interi per la partita di ieri. Mi permetto solo qualche spunto, visto che tante cose sono state già, fortunatamente, dette e fatte notare da tanti competenti tifosi (finalmente).
    Delaney: per me mvp, si è scrollato di dosso anche lo scazzo apparente e ieri nemmeno una persa stupida o mezzo secondo di pigrizia difensiva. E vi scelo un segreto, in attacco ha ancora da dare.
    Micov: forse aveva più bisogno lui di questa partita che non Milano. Per sentirsi al centro del progetto dopo un periodo complicato, dopo l’arrivo di questo enorme Shields. Sono contento per il professore, ma anche per Milano, perchè mette una freccia, avvelenatissima, nella sua faretra già ricca di soluzioni
    Punter: per me il vero capolavoro di Messina, capace di togliergli pian piano di dosso il lato negativo mood da playground che un po lo caratterizza, senza fargliene perdere gli aspetti positivi. Appena accenna al deraglio, in panca, rientra e piazza una serie di scelte offensive corredate da mezzi miracoli e con contorno di difesa che…. sbav!
    Messina: mamma mia, mammma mia! Cambia difesa, cambia attacco e ci tira fuori da una secca clamorosa. Poi va in sala stampa e racconta quelle cose sul gruppo. Che onore avere un allenatore così.
    Anche altri meriterebbero menzione, da Shields e Chacho, che ci tengono in linea di galleggiamento, a Tarci che piazza 15′ solidi e permette a Kyle-quantotiamo-Kyle di limitarsi a 24′ di pura dottrina, ma con noi mi fermo qui.
    Lato Zenith: contento per un Artu tornato a livelli ottimi anche se alla fine ha mollato un po’. Non mi stupisce perchè faticava anche pre infortunio da noi oltre un certo minutaggio. Certo è stato bellissimo rivederlo al forum.
    Pasqual: che squadra ha messo in piedi! certo non per il 3/3 mani in faccia di kc rivers che pareva miracolato nel primo tempo, ma per il sistema difensivo con raddoppi costanti, recuperi sulle rotazioni, anche 2-3-4 ad azione, e copertura delle linee di passaggio più facili che randevano l’uscita dai raddoppi più che ostica. Purtroppo per lui di là c’era una squadra che ha letto, imparato e reinterpretato la partita in corso d’opera fino a trovarne il bandolo. E alla fine la bravura loro è diventato l’amplificatore delle nostra.
    Che bello.

    1. Una nota su Gudaitis: purtroppo o per fortuna non ha fatto rimpiangere di essere anadato via, mi è sembrato lontano parente di quel giovane volitivo ed energetico dei primi tempi in maglia Olimpia

  2. Una vittoria che certifica, ancora di più, che pensare a Colonia non è follia ma possibilità concreta. Vincere le partite dove si va in sofferenza, contro avversari di livello, è il miglior viatico per acquisire lo status di big.
    Serata nata male, con un avversario in gran forma e almeno 3 giocatori con si e no 15 minuti di autonomia. Eppure questa squadra pare abbia poca familiarità con il concetto di arrendersi.
    Nel primo tempo Milano soffre la poca pressione sulla palla. Messina, molto preoccupato dei pick and roll di Pangos, difende riempiendo l’area per togliere i suoi passaggi dentro. La cattiva serata degli esterni permette al canadese di innescare i grandi tiratori dello Zenit. Il 60% è soprattutto figlio di questa libertà.
    Il cambio in corsa avviene con un quintetto da arma bianca: Hines e 4 esterni, per avere 5 trattatori della palla in grado di allargare una difesa che fino a quel momento aveva soffocato Milano. Rischia nel tenere Datome e Micov insieme, i fatti gli danno ragione. Quintetti mobile, cambi sui blocchi e maggiore abilità del chiudersi e riaprirsi su tiri e linee di passaggio. Bene Messina nel cambiare in corsa.
    Hines oggi ha mostrato che il Gudaitis attuale, contro i 5 di altissimo livello, fatica enormemente. In pratica ci ha mostato qual’è la differenza tra quello che abbiamo ammirato fino a febbraio 2019 e quello attuale. Ottimo, il Gudaitis milanese era però uno che al tavolo degli Hines e dei Vesely si sedeva. Questo no (e mi piange il cuore scriverlo).

  3. Cambio di mentalità. L’ho gia’ scritto piu’ volte: quello che e’ cambiato in campo, sulla panca e in societa’ e’ la mentalita’ vincente che prima non c’era. Stiamo coi piedi a terra, non ci esaltiamo: ma i terribili vecchietti ci potrebbero portare la dove forse non ci aspettavamo.
    Godiamici tutto questo. Godiamici questa super Olimpia!

    1. buongiorno, credo che l’assenza di pubblico contribuisca ad allentare la pressione in momenti particolarmente negativi.
      questo, secondo me può aiutare quando ci si trova a dover porre attenzione al piano tecnico , senza lasciarsi trascinare dalla voglia e dal tifo .

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