EA7 EMPORIO ARMANI MILANO – AS MONACO 66-72
(18-13, 19-22, 11-17, 18-20).
(18-13, 37-35, 48-52, 66-72).
Olimpia Milano: Lo 2, Poythress 6, Bortolani n.e, Tonut 9, Melli 6, Ricci, Flaccadori, Hall 15, Shields 17, Mirotic 9 (9 reb), Hines 2, Voigtmann. Coach Messina.
Monaco: Okobo 3, Loyd 4, Blossomgame 8, Brown 8, Diallo 13, Cornelie 3, Jaiteh 2, Motiejunas 6, Ouattara, Strazel, Hall 4, James 21. Coach Obradovic.
Note: 46.2-50% tiri da due punti, 37-41.2% tiri da tre punti, 70.6-73.3% tiri liberi, 32-33 rimbalzi, 18-11 assist, 14-12 palle perse, 7-7 palle recuperate.
Shilds da 5(generoso) nonostante i 17 punti.
Incomprensibile il finale con lui e Mirotic (spompato) in campo e Hall in panchina. Però il coach è Messina, quindi avrà visto qualche cosa che i comuni mortali non possono vedere 😂
Shields da 6. Palle perse, quasi tutte in modo irritante. Ma The Untachable sa di aver minutaggio a tempo indeterminato.
Abbiamo perso, ma non importa, secondo me.
Perché tante cose sono cambiate, a cominciare dalle soluzioni di Messina, via il quintettone, dentro Tonut , all’atteggiamento dei giocatori, che hanno dato quello che potevano dare: finalmente!
Messina proprio non ce la fa, e a 3 minuti dalla fine, 57-63 per loro rimette il quintettone: subito la palla si ferma, tutto viene risolto negli ultimi secondi grazie a una magata di Shields.
Messina per fortuna capisce, e toglie subito il quintettone.
Sono cose importanti.
Poi hanno vinto loro perché sono più forti.
Nel senso: i giocatori forti li abbiamo anche noi, ma loro li hanno nelle posizioni che contano davvero
Esattissimo, o hai un Jordan o un Bird che stravolgono le fondamenta del basket o ti “rassegni” senza fare il fenomeno a costruire roster e gioco dalle posizioni che contano davvero: l’ovvio asse play-pivot.
Se il grandissimo Mario Brega urlava al figlio fricchettone Verdone: “ma poi devo avè un fijo così, senza ‘na casa, senza ‘na famija, co’ le pezze ar culo!” il tifoso medio non eccessivamente e inutilmente sofisticato sul piano tattico a buon diritto può chiedersi se ha senso vedere un’Olimpia così, senza un play, senza un pivot, con un gioco che non si sa se più adatto a confondere gli avversari o se stessi.