Ruben Douglas non c’è più. Suo il tiro iconico del 2005

Alessandro Maggi 4

Ruben Douglas non c’è più. L’ex giocatore della Fortitudo Bologna, autore dell’iconico canestro scudetto del 2005 contro Olimpia Milano, è scomparso all’età di 44 anni.

Ruben Douglas non c’è più. L’ex giocatore della Fortitudo Bologna, autore dell’iconico canestro scudetto del 2005 contro Olimpia Milano, è scomparso all’età di 44 anni.

Il comunicato della Fortitudo Bologna

Sconvolti e senza capacità di proferire alcuna parola. E’ questo il sentimento che ci accompagna dopo aver risposto, in queste ore, ad una telefonata dagli USA.

Dall’altra parte del telefono c’è Ramon Douglas, che ci gela il sangue nel darci la notizia più drammatica: Ruben, suo fratello, non c’è più. Un improvviso problema di salute gli è stato fatale, qualche giorno fa, in Costa Rica.

Scompare così, a soli 44 anni, il protagonista di uno dei momenti più iconici della storia della Effe, con quell’indimenticabile tiro da tre punti convalidato dall’instant replay e che consegnò alla Fortitudo (nel giugno del 2005) il suo secondo scudetto.

E se, sul campo, il matrimonio tra Ruben e la Fortitudo è durato dodici mesi, il feeling con l’ambiente della Effe e con il suo popolo non si è mai interrotto. Anzi, si è rafforzato con il passare degli anni, nei quali Ruben si è sempre mantenuto informato sulla quotidianità della sua/nostra Fortitudo che, un giorno, avrebbe anche voluto allenare. Anche nel corso di questa stagione, al termine di ogni match, Ruben veniva regolarmente aggiornato sui risultati della squadra e aveva già pianificato (dopo il bagno di folla che ricevette nel 2019) un nuovo ritorno sotto le due Torri, che sarebbe dovuto avvenire in questi mesi, per abbracciare nuovamente tutta la sua gente, che mai lo ha dimenticato e mai lo dimenticherà.
E’ davvero un periodo drammatico. Tante, troppe pesantissime perdite improvvise. Protagonisti assoluti della storia della Fortitudo che ci lasciano, quasi sempre senza una risposta logica e una spiegazione che non sia quella di un destino perfido e inaccettabile al quale doversi ineluttabilmente piegare.
Tutta la grande famiglia della Fortitudo piange, sconvolta e affranta, la scomparsa davvero troppo prematura di un indimenticabile attore protagonista della sua storia, unendosi in un commosso e fortissimo abbraccio alla famiglia di Ruben.

”Vince Bologna, vince Bologna. Vince la Fortitudo, vince la Fortitudo. E’ lo scudetto, è lo scudetto dell’Aquila”.
Ciao, Ruben

❤️

 Per  sempre nei nostri cuori. Per sempre nella nostra storia.

4 thoughts on “Ruben Douglas non c’è più. Suo il tiro iconico del 2005

  1. Che tiro incredibile fu…..quel tiro! La sua avventura sulla terra è durata troppo poco, rip

  2. Le condoglianze sono doverose ed io mi associo ovviamente a quelle dei tifosi bolognesi.

    Quanto all’evento sportivo che lo riguarda, ed a cui si fa riferimento, mi limito a dire che a Livorno il destino ci ha dato ed in questo caso ci ha tolto, anche se ben difficilmente saremmo riusciti a riprenderci in mano la serie nella sfida decisiva che ci sarebbe stata poi a Bologna.

    Ma alla fine neppure su questo ci sono certezze assolute visto quello che eravamo riusciti a fare a Treviso alla quinta partita contro la favorita del torneo di quell’anno allenata,guarda caso,dall’uomo dello Stretto che di seguito sarebbe volato per Mosca ( se non ricordo male).

    Comunque onore assoluto a quella squadra che aveva veramente dato tutto in un anno nel quale abbiamo veramente rischiato di brutto dal punto di vista societario.

    Ho vaghi ricordi di una manifestazione ad inizio giugno di quell’anno in piazza della Scala (alla quale non potei partecipare per motivi di lavoro )come pure dell’impegno personale di Albertini,Galliani ,Moratti ed ovviamente dello stesso Armani per portare fuori dalle secche la gestione Corbelli.

    In ogni modo fu per certi versi una stagione molto esaltante perché si vide un tecnico pugnace e volenteroso ( Lino) ed una squadra tecnicamente molto mediocre tirare veramente fuori lo spirito biancorosso che deve appartenere, sempre e comunque, a chi rappresenta a qualsiasi titolo i nostri colori.

    Tutto l’opposto di quella vergogna che ci tocca vedere oggi in campo ( ed in panchina)..

  3. Riuscire ad attaccare il proprio allenatore in un post che parla della morte di un rivale è di una tristezza infinita

    1. Come la tua tristezza infinita nel difendere quel bollito del tuo pastore.

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