Sandro Gamba firma su Repubblica-Milano il consueto “Tiro Libero” dal titolo: «Missione Armani, due vittorie da portare a casa».
Le squadre nobili, quelle con il segno distintivo della grandezza, sono quelle che vanno a vincere in trasferta. È un passaggio obbligatorio per misurare le ambizioni. L’Olimpia, anche in questa situazione deficitaria di classifica europea, ha il dovere di provarci: Milano è esigente, non si accontenta mai, non ha perso il ricordo delle imprese. Soprattutto i vecchi tifosi come me.
Io mi aspetto che tra domani e venerdì Melli e compagni portino almeno due punti a Milano. Possono sfruttare il rientro di Mirotic, che mi sembra già vicino a una forma più che buona. E lui è uno che gli equilibri li sposta, sempre efficace in attacco, presente a rimbalzo, non si lamenta mani. Deve essere l’arma in più.
“Milano non si accontenta mai”, intendendo la città di Milano, i sostenitori Olimpia, ma nel momento in cui l’uomo che negli occhi di Armani rappresenta l’universo cestistico, Ettore Messina, POBO e Head Coach e megadirettore galattico con poltrona di pelle umana (cit. Fantozzi), ordina nel timeout da lui chiamato alla sua squadra di perdere, sotto di 5 a un minuto dalla fine, dire che Milano non si accontenta mai è “una cagata pazzesca” (sempre cit. Fantozzi).
Per tornare ad una “Milano che non si accontenta mai”, che “non è finita finché non è finita” la soluzione è una sola.
Cacciare Messina POBO + Head Coach a fine stagione, costi quel che costi, ma calcolando che Messina ha sputtanato 5 milioni di budget solo nell’ultimo mercato, salutarlo anzitempo con indennizzo costerà a Giorgio Armani meno che tenerlo fino al 2026 con budget libero e a prescindere dai risultati.
La varietà dei commenti e dei punti di vista è sempre più esaltante.
Nessuno che ripete lo stesso concetto 100 volte, nessun giullare che gli fa eco.
Bellissimo
Invece è molto più esaltante quanto esilarante leggere i commenti di voi (poche) pecorelle rimaste. Siete uno spasso.
Magnifico.