Umberto Gandini: Un emittente in chiaro si dedicherà seriamente al basket

Umberto Gandini, presidente di LBA, è intervenuto a “Meet the Best 2022”. Si è parlato di tanti argomenti, ne scegliamo solo alcuni

Umberto Gandini, presidente di LBA, è intervenuto a “Meet the Best 2022”. Si è parlato di tanti argomenti, ne scegliamo solo alcuni.

SUL PALASPORT

«Noi Lega siamo titolari solo dell’organizzazione del campionato ma sono le sedici società ad essere proprietarie della loro partita, della sicurezza negli impianti e quant’altro. Tortona è un esempio virtuoso, così come Cantù, Brindisi, Milano (con una nuova arena per le Olimpiadi del 2026) ed altre realtà ma è un dato di fatto che il nostro impianto più capiente è il Mediolanum Forum che ha quasi trent’anni. Quello che stiamo cercando di fare è un po’ migliorare il linguaggio della Lega, cercare di riportare la gente all’interno dei palazzi, aiutare le società nell’ottica di offrire qualcosa in più oltre lo spettacolo del campo per fare in modo che la gente vi torni. Allo stesso tempo dobbiamo ampliare i confini di chi oggi segue la pallacanestro, seguendo i gusti del pubblico. E noi dobbiamo farlo su tutti i livelli».

SUL CAMPIONATO

«Il potere di attrazione lo hanno certo le grandi ma il fatto di trovarsi a giocare nello stesso campionato di due corazzate quali sono oggi EA7 Emporio Armani Milano e Virtus Segafredo Bologna è uno stimolo per le altre realtà: Derthona ne è un esempio, arrivando in Serie A lo scorso anno non giocando solo per la salvezza ma per essere competitivi. Oltre alla disponibilità di budget che aiuta, c’è la creatività di squadre con meno risorse ma che vincono le partite in campionato contro le grandi. Io gestisco un campionato di 16 società che sono tutte uguali ma tutte hanno esigenze e necessità diverse. L’interesse della stragrande maggioranza delle società è il campionato domestico che gli dà più risorse giocando una partita a settimana. Dall’altra parte, avere due squadre in Eurolega raddoppia le problematiche di gestione perché è evidente che chi è in quella competizione gioca il doppio delle partite, ha necessità di adattare i calendari nazionali e internazionali, così come tutti gli altri club che giocano nelle coppe europee. L’obiettivo è quello di avere il più possibile una piattaforma comune dove ci sia la consapevolezza di tutti e 16 i club che il bene comune è il campionato italiano e per esso bisogna fare dei sacrifici, dato che permette la qualificazione a queste coppe».

SULL’EQUILIBRIO TRA I POTERI

«L’esperienza nel calcio mi ha portato per tantissimi anni ad occuparmi di calendari internazionali, gestito dalla FIFA, in cui per 44 settimane all’anno bisognava inserire tutte le competizioni. Nella pallacanestro, il numero delle competizioni è maggiore perché c’è un’entità governing body, la FIBA, e c’è un’organizzazione privata che ha il legittimo diritto di organizzarsi le sue competizioni. La comunicabilità fra le due istituzioni non è stata il massimo negli ultimi anni ma non si può far altro che lavorare insieme e dialogare. Da presidente di una lega domestica ho necessità di salvaguardare i weekend, che servono per fare la competizione. Per il resto ho il 50% delle squadre che gioca anche in Europa e che in totale disputa un numero di partite differenti. Uno dei temi che sarà sul tavolo al più presto è il fatto che devono parlarsi, tenendo insieme le esigenze di tutte le parti correlate perché lavorare in isolamento non è sicuramente la ricetta».

SUI DIRITTI TV

«Come ha detto Marshall Glickman (nuovo CEO di Euroleague), bisogna pensare a un nuovo modo di sfruttare il contenuto audiovisivo, il pubblico si aspetta cose diverse rispetto a quello che abbiamo avuto. Evidentemente è una questione generazionale e di sviluppo tecnologico. Noi siamo riusciti a crescere, arrivando a raddoppiare il valore dei nostri diritti. Lo abbiamo fatto grazie alla competizione che si è creata nel settore dei diritti streaming, quello che ormai è diventata un’abitudine quotidiana e che prima erano solo delle piattaforme emergenti. Essendo uno sport professionistico noi siamo comunque soggetti alle regole del decreto Melandri e a una gestione centralizzata dei diritti, facendolo attraverso un bando e quindi dobbiamo lavorare su termini di grande trasparenza ed economici/numerici. Questo ci ha portato alla cessione dei diritti al gruppo ELEVEN, una piattaforma streaming che esiste in Italia e in Europa da qualche anno. Ieri è stato ufficializzato un accordo tra il gruppo ELEVEN (che ha acquistato tutti i diritti a pagamento) e il gruppo Warner Bros. Discovery che ha acquisito i diritti per trasmettere su Eurosport due partite per turno, oltre a Supercoppa, Final Eight e Playoff. Continuerà quindi la tradizione di una partita al sabato ed una la domenica su Eurosport, all’interno del bouquet Sky, TimVision, Amazon e DAZN. In merito alla visibilità in chiaro, il mercato ci ha detto che determinate emittenti non sono interessate al nostro prodotto perché porta dei ricavi e dei numeri che non sono evidentemente sufficienti. Abbiamo comunque trovato un accordo – che annunceremo lunedì – con un’emittente in chiaro che si dedicherà seriamente alla promozione della pallacanestro. Avrà anche un passaggio su una rete che è sui primi nove tasti del telecomando. Evidentemente servirà un percorso di educazione al tifoso ma sono sicuro che già nel corso del primo anno i numeri ci daranno ragione»

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