Olimpia Milano vs Panathinaikos, il giorno dopo. Il giorno della riscossa? Di questo hanno parlato abbondantemente i nostri tifosi nelle ore scorse. Andiamo di analisi, in tre rapidi punti.
Olimpia Milano vs Panathinaikos, la partita
Svolta? No. Ci vuole equilibrio, nelle vittorie come nelle sconfitte. L’Olimpia Milano, in attacco, è stata molto simile alle ultime uscite. Ne avevamo parlato: Venezia vs Cantù, la tripla decisiva di Micov al Taliercio, i tre errori del Chacho nel derby.
A prescindere dal valore degli avversari, trovate individuali in giochi offensivi “rotti”. E’ successo anche nei momenti chiave con il Panathinaikos: le due triple di Vlado e quella di Rodriguez nel secondo quarto, le due dello spagnolo e di Sykes nel terzo. Tutte a risoluzione di giochi offensivi “rotti” dalla difesa greca. Nel gioco si deve crescere, e molto.
Olimpia Milano vs Panathinaikos, le rotazioni
Ma il basket di oggi è anche questo, non è per forza un male. E l’Olimpia è anche questa: una squadra di talento, esperienza e qualità. E di bassa fisicità e atletismo.
Le giocate di elementi come Sykes, Rodriguez e Micov fanno parte del suo patrimonio. E poi c’è un dato fondamentale, sottolineato da Messina in conferenza stampa: le alternative. Che sono lucidità.
Se c’è Sykes è più facile per Rodriguez incidere. Con questo Mack, il play spagnolo è stato sovraesposto per mesi, a differenza dei minutaggi gestiti a Madrid e Mosca. Se c’è Moraschini, sono minuti di riposo per lo stesso spagnolo e Micov.
Se c’è Biligha, Brooks può giocare stabilmente da “3” togliendo il post basso a Papapetrou, e Scola non deve chiedere troppo al suo corpo.
Se poi c’è Gudaitis, il peso del pitturato non passa più solo sulle spalle di Tarczewski, che oggettivamente con il lituano riesce a rendere di più.
Insomma, le trovate individuali in giochi offensivi “rotti”, si alzano non poco di percentuale se le alternative nei 40’ aumentano. Oltretutto, più forze, più difesa, più corsa: perchè Milano, con il Chacho, se corre, gioca e tira meglio.
In tutto questo, manca Nemanja Nedovic, Aaron White e Amedeo Della Valle sono rimasti a guardare, Andrea Cinciarini si è seduto in borghese.
Tra fallimenti individuali e scelte del momento, sono tante le armi mancate sino ad oggi a Messina, e che spiegano molto dell’altalenanza sopratutto italica. Ora, lo stesso Messina deve allargare l’orizzonte di scelta.
Riccardo Moraschini
Elemento da stimolare e coccolare, ma con una volontà al sacrificio invidiabile. E con un talento che, se infuocato, può rendere e molto anche in Europa.
Italiano, capace di giocare in tre ruolo e portare palla. Riccardo Moraschini è un patrimonio di Olimpia Milano, non solo una freccia del momento.
Non si può non essere d’accordo, serve sicuramente dare tempo al tempo, già è un’ottima indicazione, a dispetto dei gufi e dei miscredenti, la disponibilità dei singoli a dare tutto ed il mode corale del modello Messina dara i migliori frutti
Tra i soggetti da rilanciare per me c’e’ anche Brooks. In difesa fs comunque il suo ma in attacco e’ troppo timido, specie se gioca da tre.
Per la prossima stagione cercherei comunque un centrocche dappia anche giocare spalle a canestro, puo’ servire.
Bella risposta del Gruppo: questa e’ la notizia migliore!
Sykes sa passare da far venire il prurito alle mani a far venire il male alle mani dagli applausi in un tempo clamorosamente ridotto. Non hai ancora finito di insultarlo per come ha gestito un possesso che devi esultare perché ha preso canestro e fallo. 😀
Grande analisi Ale, concordo con te al 200% non ho detto le cose che hai espresso con grande lucidità per non essere attaccato dai soliti fenomeni che si spugnettano sulle foto del loro Messia, giocare bene è un’altra cosa, i punti decisivi sono arrivati tutti a giochi rotti a 2/3 secondi dalla scadere dei 24 con preghiere quasi sempre forzate, certo bel basket moderno si dipende spesso da questo ma trovare qualche altra soluzione non sarebbe un’eresia questa volta è andata bene…. see the next episode 🙂
Quanta volgarità dietro l’anonimato, la partita godibile di suo ha detto solo che gli uomini credono nel progetto, evidentemente alcuni tifosi molto meno ma non ho dubbi che il sistema funzionerà perché collaudato e gli interpreti li ha scelti lui che non è un messia ma conosce e spiega il gioco come pochi.
I casi sono due: o si giudicano i giochi o si giudica la conclusione. Allora se quando l’Olimpia tira col 20% da 3 quasi sempre piedi per terra uno dice “e ma che schifo, non la mettono mai”, poi quando la mettono sempre uno non può dire “e ma che schifo, la mettono a giochi rotti”. O uno giudica il gioco, e allora vivi e muori in base a dove è la palla e come ci è arrivata PRIMA che il tiro sia partito (quindi che entri o meno non deve cambiarti nulla nell’analisi del gioco), oppure uno giudica il risultato, e allora vivi e muovi con quel numerino percentuale. Altrimenti non è parlare di sport e tattica, semplicemente.
Caro Mr. Tate il tuo ragionamento molto raffinato non fa una grinza, ma…ma continuo a pensare che si parlino in questo forum due lingue/approcci incomunicabili fra di loro, quindi se uno cerca il pelo nell’uovo lo trova sempre….. quando vinceremo 100 a 0 con il Pana troverai sempre qualcuno che ti dirà che abbiamo battuto una squadra debole. Se il suo problema è vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto non c’è niente da fare. Rassegniamoci e continuiamo a parlare di basket con le nostre modeste conoscenze ed informazioni
Sicuramente in generale se una squadra tira con oltre il 45% da 3 non perde quasi mai, però a livello di prestazione rispetto alle ultime partite c’è stato un cambio di atteggiamento e di linguaggio del corpo della squadra, anche nel momento in cui il Pana stava rientrando prepotentemente ed i tiri non entravano più non è mancata la voglia di lottare e di vincere la partita.
Mah.
Il gioco può migliorare, non ci sono dubbi, può migliorare sempre, non c’è limite e non c’è fine all’affinamento.
E non c’è dubbio che noi non siamo ancora là dove il miglioramento diventa questione di finezze.
(Mi devo scusare in anticipo, sono lungo perfino per i miei standard. La buona notizia è he non serve veramente leggere il resto).
Che non ci sia un gioco però non sono d’accordo.
Chi lo afferma, Maggi su tutti qui, parte dall’osservazione dei momenti chiave risolti da magate personali sui giochi rotti, se leggo bene.
Non è però un punto d’osservazione che mi sembra essenziale.
Intanto i momenti chiave sono tali proprio perché prevale l’agonismo, la struttura del gioco quindi tende a saltare, i giochi vengono rotti con maggiore facilità, e lì emergono i campioni, se ne hanno.
Direi quindi che le soluzioni personali sui giochi rotti nei momenti chiave sono più un fatto fisiologico del gioco, di quanto non siano spia di una scarsezza di struttura.
Proprio l’esempio di Fredette ieri sera, paradossalmente lo dimostra, secondo me.
Attenzione perché l’argomento che presento è contro intuitivo.
Fredette ha fatto tutti i suoi punti del quarto, tutti quelli che a un certo punto ci hanno fatto deglutire forte, tutti allo stesso modo: Calathes parte in palleggio a sinistra, costringendo tutta la difesa a scalare, Fredette converge verso il centro dal lato debole, riceve ed ha un vantaggio acquisito.
Dovuto alla sua manina fatata, ma anche al meccanismo perfetto del gioco di Calathes: perché quando riceve, se non ha il tempo di tirare da 3, Fredette è in vantaggio sul difensore che sta ruotando, e lo batte in palleggio fino a centro area.
Questo Fredette ieri sera.
Eccezionale tiratore, ma proprio perché il Pana in quei momenti non ha fatto altro che affidarsi ai suoi giochi, bellissimi e funzionali, ma ha perso lo stesso nonostante i 28 di Fredette e la sua mano maledetta.
Perché quel gioco non s’è mai rotto?
Secondo me perché nessuno di loro, in quei momenti chiave, ha provato a metterci qualcosina in più, un elemento personale di azzardo e rischio, che provoca la rottura dei giochi – perché sei al limite e sbagliare è più facile – ma può accendere i campioni.
Fredette s’è acceso, in effetti, ma dentro un gioco che a quel punto, con quel punteggio, con quel poco tempo, pur funzionando non poteva risolvere la partita – come mostrano i fatti.
Solo affrettando tutto, creando il caos, forse avrebbero avuto la possibilità concreta di recuperare.
Lato Armani, invece, si vede dallo stesso esempio, come possa migliorare il gioco: perché non esiste che Fredette abbia avuto quell’opportunità sempre uguale, una, due, forse sette volte.
Chi difende dal suo lato deve comprendere e reagire.
Perché a questo livello non puoi non sapere che quando Calathes parte a sinistra, la palla va sull’arco a Fredette.
Tutto questo per dire che se il gioco di Milano può e deve migliorare, non si può basarsi sulla rottura dei giochi nei momenti chiave, per affermare che il gioco non ci sia.
Moraschini e Roll, quasi gli stessi punti, dalla stessa posizione, ne sono la prova: quelli sono punti figli del sistema, che assegna al lato debole grandi opportunità: Moraschini addirittura è arrivato a portarsi a casa il ferro!
Parte il p&r, il lungo chiude sul nostro, il difensore protegge un lato, palla immediatamente sul lato debole, tiro o vantaggio per penetrare all’esterno.
Dice, beh: facile, perché hanno segnato.
E se non l’avessero fatto?
Intanto quel vantaggio è sufficiente per segnare se sei un professionista – puoi avere la serata storta, ok, ma di solito in quel modo si segna.
E poi ricordiamoci che nel futuro, speriamo prossimo, in quel posto ci sarà anche Nedovic…
(Moraschini anche tre assist, che nessuno ricorda abbastanza, ma con Nedovic lì, che è capace di muovere le difese molto più di lui, più di tutti, quanti assist potranno venire?).
Il gioco deve quindi migliorare, certo, ma c’è, anche se ancora è carsico, soggetto agli individui.
Finché degli individui il gioco diventerà padrone, e speriamo non facciano come Fredette 😎
Quella di ieri è stata una vittoria corale di gruppo..una delle migliori prestazioni di quest’anno..ora tutti a esaltarci per una vittoria meritrea ma per essere veritiera e non un caso isolato si deve trovare equilibrio e costanza nei risultati che sono sempre frutto del gioco perché se una squadra gioca male può vincere una due tre volte ma non andrà lontano mentre se una squadra gioca bene può capitare di perdere una due partite ma si andrà lontano..quindi io aspetterei a cimentarmi in commenti così euforici ma preferisco rimanere con i piedi per terra ed aspettare la fine della stagione per tirare le somme perché ricordo a tutti che tra 10 anni nessuno si ricorderà che in questa stagione abbiamo battuto in casa Barcellona Fenerbahce Maccari Tel Aviv e 2 volte il Panathinaikos se non vinciamo niente che sia Eurolega Coppa Italia o Campionato poiché è risaputo che la gente si ricorda dei trofei non di sporadiche vittorie..quindi come si può notare non sono salito sul carro dei vincitori perché cone ho sempre sostenuto io aspetto la fine della stagione..sono coerente con quello che ho sempre sostenuto finora..coerenza è una qualità che non tutti hanno…
Bravo GAE, Giusto essere coerenti. In questo post ti sei dimenticato di citare James e di confidarci che in cuor tuo tifi Cantù.
Matteo
Caro Matteo si vede che non leggi molto attentamente altrimenti avresti capito.che io tifo Milano..forse sei tu che tifi per Cantù 😂😂😂. .a parte l’ironia vedo che ti sei sentito punto forse perché ti manca la coerenza?? Eh Matteo lo sò che a te manca ma purtroppo non la puoi comprare 😂😂😂