Olimpia Milano post Pesaro, con un paziente degente che realisticamente non poteva dichiararsi in miglioramento ad un esame come quello di Pesaro, ma che ha il merito di superare la prima visita di controllo di slancio con solo qualche balbettamento iniziale.
Le domande restano, qualche risposta parziale arriva, e in quanto tale partiamo da queste. In primo luogo, Deshaun Thomas è una soluzione in Italia, dove fattura la terza gara in doppia cifra nelle ultime quattro: è un segnale di volontà di coinvolgimento, e soprattutto una presa di responsabilità nella “second unit” di Ettore Messina.
Al tempo stesso, Brandon Davies tocca rapidamente quota 4 falli, ma si ritrova mai così coinvolto come nel finale di gara: non è l’uomo della vittoria, ma è il giocatore che respinge l’ultimo rientro casalingo. Un paio di palloni ne accrescono la fiducia, e con il passare dei minuti è lui in primo luogo a farsi trovare dinamico nelle giuste posizioni.
Chi non sa sfruttarlo al momento è più che altro Kevin Pangos. Il play canadese non pare all’attualità aver le gambe per vincere un uno contro uno, la difesa legge le sue esitazioni, e tra “show difensivi” e raddoppi ne pregiudica l’efficacia. Ci sono 4 assist, è vero, frutto più che altro di intelligenti extra-pass, mentre i 9 punti (3/5 da 3, la mano resta calda) arrivano al termine di ottime circolazioni collettive.
C’è molto da fare, ma se questa squadra è nata per la transizione offensiva, anche sull’onda lunga delle ultime finali scudetto, è vero che oggi né Kevin Pangos, né Naz Mitrou-Long, paiono avere le gambe per spingerla. E senza Shavon Shields oggi non esiste nessuno in grado di entrare rapidamente nei giochi, visto che lo stesso Devon Hall viaggia a ritmo inferiore.
In questa dinamica, simile ad alcune fasi della scorsa stagione (via Delaney, il ritmo cambiò totalmente), diventa necessario un piccolo contributo da parte di tutti. Quello che offre da sempre Nicolò Melli, quello che concede Voigtmann con 12 rimbalzi (sperando che per entrambi migliori la lettura offensiva dal gomito), quello che garantisce Baldasso, 13 punti nell’esordio stagione con un 4/7 da 3 che era 4/5.
Quello che poteva garantire Billy Baron: l’Olimpia Milano è un villaggio gallico che ha perso le sue due fiale di magica pozione, al secondo Shavon e Adrenalina Billy. Se la fortuna è cieca, anche questa volta la sfiga ci ha visto benissimo.
Diciamo così, che Thomas purtroppo non è il giocatore che può cambiare le partite: se la squadra gira fa il suo – e in LBA Milano non ha problemi a girare – ma se l’avversario difende come in EL, e l’Olimpia fa la fatica che fa spesso in attacco, allora Thomas sparisce. Principalmente, secondo me, perché gioca un ruolo non suo, sia chiaro, il valore del giocatore c’è.
Sui play: il discorso assist lo metterei da parte, perché anche ieri la squadra ne ha fatti 14, che non è malissimo.
Molto più centrata, secondo me, la critica sul ritmo, sull’impulso che al momento non danno alla squadra.
Dall’altra parte però entrambi hanno tanti punti nelle mani, hanno facilità ad andare a canestro, e possono rimediare tante situazioni sullo scadere dei 24.
Il difetto del ritmo ne esce compensato, secondo me, e: a forza di giocare coi compagni, ci si conosce e il ritmo può arrivare, può decisamente migliorare, il talento individuale invece è un dato.
Quindi non sarei tanto scontento.
Ricordo che Davies e Pangos hanno già giocato insieme e si trovavano benissimo, nelle interviste Davies ha riconosciuto apertamente la loro chimica.
Quindi forse il problema è di inserire quell’intesa nel sistema globale della squadra.
Sono giocatori intelligenti e d’esperienza: arriveranno.
Condivido le tue opinioni. Ho visto comunque una buona prestazione.
Mi aspetto di più in generale da Davies … e vorrei vedere Voigtmann prendersi qualche tiro in più, magari dal gomito, e prendersi maggiori responsabilità offensive. Mi sembra subisca un po’ il gioco e non ne sia protagonista.
Spero Ricci, Biligha, Alviti riescano ad avere più minuti in campionato, per non spremere troppo gli altri. La stagione è molto lungo. E’ vero anche che in questa fase c’è da cercare amalgama nella squadra e serve fare giocare con continuità i titolari.
C’è un grande potenziale dall’arco, giocatori che davvero hanno tiro da 3.
Sono fiducioso anche se vedo in EL molte squadre davvero forti e alcune sorprese!
Mercoledì andrò al Forum … dobbiamo spazzare via la Virtus …
Condivido Shavon e Billy ci servono come il pane. Sperando di superare con pochi danni i prossimi due mesi, quando i due torneranno sarà la riscossa dell’Olimpia.
Shavon e Billy ci servono davvero, concordo. Solo che io sono pessimista sui tempi di rientro di Shavon. Temo che prima di metà febbraio, inizio marzo, in campo non lo vedremo, perché se c’è stata una lesione al tendine tra due mesi puoi solo valutare la situazione e vedere se iniziare la preparazione con estrema cautela. Da lì a vedere il campo in partita ce ne passa. Poi se sono pessimista e mi sbaglio e a inizio gennaio rivediamo la nostra star in campo, tanto meglio. Quanto a Baron, sembra una questione di settimane, quindi facendo gli scongiuri dovremo ritrovare il nostro cecchino a inizio dicembre. L’Olimpia non si sbottona più di tanto sull’evoluzione della injury list, quindi possiamo solo fare supposizioni sperando per il meglio.
Su Shavon: purtroppo nella mia modesta carriera mi sono infortunato al tendine d’Achille ed operato. Recuperato in 6 mesi. Dico questo perchè se si ipotizza un rientro a marzo … dopo diciamo quasi 5 mesi, allora è meglio operarsi così si risolve definitivamente il problema. Ritengo abbiano valutato che l’enttità del problema possa portare ad un recupero completo in meno tempo.
In questo momento, il fatto che siano tornati a disposizione, Naz e Tommy, è ossigeno puro, sia per Kevin che per Devon. Dopodomani, mi aspetto una buona prestazione, anche da parte di Stefano Tonut.
In questo momento la squadra è molto condizionata dal fatto che l’unico modo per creare vantaggi è il post, nessuno ci riesce dal palleggio e i lunghi sembrano un po’ bloccati.
Le cose si sono sbloccate con le triple ignoranti di Baldasso che hanno scardinato la scatola della difesa pesarese e creato spazio.
Completamente d’accordo con Maggi, credo che i problemi maggiori risiedono nella costruzione del gioco, troppi secondi con la palla ferma e raramente il portatore batte il suo uomo dal palleggio, così troppo spesso ci si affida al tiro da fuori…
La speranza è che adesso che sono rientrati NML e Baldasso, anche Pangos possa rifiatare un’attimo e magari lavorare un po’ di più in palestra, inoltre l’alternanza dei 3 play può dare un po’ più di imprevedibilità che non guasta