Olimpia Milano vs Barcellona | La notte della difesa e di un grande pubblico

La notte di Olimpia Milano vs Barcellona ha regalato grandi emozioni ai 12mila del Forum d’Assago. Pariamo di loro, della difesa e delle rotazioni

La notte di Olimpia Milano vs Barcellona ha regalato grandi emozioni ai 12.000 del Mediolanum Forum d’Assago, e tante nuove indicazioni a Ettore Messina. Nella nostra rapida analisi biancorossa, tre punti non per forza di basket giocato.

Difesa

Il giudizio di una difesa non passa solo per i numeri, per le vittorie e per le sconfitte. Si può difendere duramente con organizzazione, ma venire meno perché le gambe non reggono situazioni di uno contro uno, perchè gli attacchi selezionano male i tiri aprendo alle transizioni, perchè a rimbalzo l’avversario ha più presenza, o perchè semplicemente si gioca contro una squadra più in forma o superiore. Altre volte, le pessime percentuali dell’avversario possono mascherare una prestazione difensiva tutt’altro che attenta.

L’Olimpia Milano ieri sera ha difeso, duramente, mettendo anche le mani addosso all’avversario, come nel caso di Luis Scola su Nikola Mirotic. E lo ha fatto scoprendo senza pietà le difficoltà di un avversario senza una regìa degna di questo nome, viste le assenze di Pangos, Heurtel e Ribas, e la condizione approssimativa di Malcolm Delaney. I numeri, in questo caso, aiutano: 6 punti concessi nei primi 8’ del quarto quarto. Il gioco del Barcellona partiva semplicemente da situazioni di post basso per sfruttare la superiorità fisica. Milano ha preso le contromisure, perchè oggi ha un coach, e almeno tre giocatori (Chacho, Scola e Micov) in grado di leggere i cambiamenti sui 40’. Questa Olimpia sa aggiustarsi. E in EuroLeague è un aspetto fondamentale.

Le rotazioni

Ettore Messina sta coinvolgendo tanto. Della Valle ha lasciato il segno con Bayern, Fener e Barcellona. Jeff Brooks è un jolly fondamentale negli spot di ala, unico giocatore a poter difendere su “3” atletici. Michael Roll è specialista. Nemanja Nedovic viaggia già oltre i 20’ di utilizzo. Luis Scola ha allungato le rotazioni nel ruolo di “4” permettendo il “doppio uso” di Brooks. Di fatto, non potendo contare capitan Cinciarini, ieri hanno viaggiato sotto-ritmo solo Aaron White e Shelvin Mack.

Il primo ha giocato meno di 4’, è l’ala forte verticale che a questa squadra manca, ma è totalmente fermo in fase di non possesso e palla in mano pare non avere idea del contesto in cui è inserito. E queste incertezze le paga anche in difesa.

Il secondo ha approcciato degnamente la gara, resta un ottimo difensore su due ruoli se non tre, ma non ha fiducia in attacco. E quando si è ritenuto in dovere di fare la differenza palla in mano, ha collezionato tre possessi offensivi consecutivi nel terzo quarto a dir poco nefasti, uscendo di scena.

Il confine tra una buona Milano, e una ottima Milano, si chiama Nemanja Nedovic. Ovvero il talento. Il cammino finale verso la grandezza, che è continuità sulle due competizioni, passa per questi due giocatori. Ovvero sostanza.

Non è tardi, ma è ora di darsi una mossa, perchè il treno sta lasciando la stazione.

Il pubblico

12.222 anime. Un’atmosfera coinvolgente, percepibile anche da uno schermo. Un sostegno costante, che ha reso i momenti difficili un’occasione di ripartenza. Un ruggito prolungato, che nel finale ha confuso ancor di più l’avversario. Chi sostiene che il Forum abbia la “puzza sotto il naso” ha probabilmente ragione. Chi sottolinea che, a Milano, il fattore campo sia utopia, ha semplicemente la memoria conta. Ricordare il 2014 please (e quella voce al microfono che ci manca tanto, “infrazione di paaassi”, nda). Ripeterlo, non è impossibile. #insieme

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