A Istanbul con quel terribile dubbio Gudaitis. Ma l’Efes non sorride, neanche per Derrick Brown

Giovedì 30 novembre. Salutare un mese, salutare un terzo di stagione. E la sensazione è che una protagonista, al Sinan Erdem Dome di Istanbul, possa dopo 40’ anche riporre una bella fetta di ambizione. Dento-fuori? No, ma quando sei sul fondo della classifica, perdere la presa durante la scalata può valere ben più di un attimo.

Certamente, chi sta meglio si chiama Milano. Discorso di testa, più che fisico, visto che oltre ai lungo degenti Andrew Goudelock e Patric Young, anche capitan Andrea Cinciarini è rimasto a Milano per un improvviso, quanto inesorabile, attacco influenzale. Ci sono però quei due successi in fila in EL prima del ko, combattuto, fors’anche immeritato, con l’Olympiacos. La classifica ha cambiato colore, e se il volere di Patrick Baumann ha garantito una settimana di stop, Curtis Jerrells e Arturas Gudaitis (per il lituano Simone Pianigiani parla di “game-time decision”) non hanno sostenuto allenamenti, con Vladimir Micov nuovamente a disposizione solo in giornata.

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Di certo, nella pressione, il peso specifico più alto sarà sulla testa di Velimir Perasovic. Per l’attuale ultimo posto in classifica con la Stella Rossa, per il record 0-4 in casa che di fatto, con il contratto in scadenza a fine stagione, ha iniziato a far aleggiare il fantasma del montenegrino Dejan Radonjic alle sue spalle. Sì, il dato è tratto: fosse sconfitta con Milano, facile che per Perasovic suoni la campanella dell’esonero, lasciando libero spazio all’ex Stella Rossa, che proprio per questo ha deciso di temporeggiare con l’offerta del Galatasaray.

Certamente, molte cose non sono andate in questo avvio di stagione in casa rossoblù. Dire no a giocatori come Heurtel, Honeycutt e Granger necessita di grande presa di responsabilità, ed evidentemente i vari Ricky Ledo, Brock Motum, Josh Adam e Krunoslav Simon non hanno saputo gestire l’eredità. Resta Errick McCollum, stesso approccio della trionfale stagione con il Galatasaray, e la totalità di Bryant Dunston, unico vero “upgrade” della gestione Perasovic (ma stiamo comunque parlando di un due volte miglior difensore di EuroLeague), ora capace di giocare anche da “4” al fianco del sempre produttivo Vladimir Stimac.

Martedì 28 la squadra è scesa in campo in campionato, battendo 97-84 l’Usak. Perasovic ha condannato il “solito” calo difensivo nei minuti finali (fattore importante, vista la crescita milanese proprio nel quarto quarto), lasciando a riposo Josh Adams, Edo Muric e Zoran Dragic, l’ex che ha visto il campo per 16’ in EuroLeague contro lo Zalgiris. Da segnalare i 41 punti di McCollum, l’acciacco di Dogus Balbay (il 9 febbraio, contro la Milano di Repesa, quel 18 di valutazione suo massimo in EuroLeague), e gli aggiornamenti su Derrick Brown.

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Quel che rimane il miglior giocatore dell’Anadolu Efes è assente dall’8 ottobre per un problema al menisco. Brown riprenderà ad allenarsi con i compagni dopo Milano, e potrebbe rivedere il campo al massimo il 15 dicembre in casa con il Baskonia. Dunque, giovedì sera, sarà ancora semplice spettatore.

Alessandro Luigi Maggi

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