Milano domina una Capo senz’anima

Domenica di tutta serenità per l’Olimpia che batte l’Orlandina facilmente con una buona prova, il cui valore va parametro alla pochezza dei siciliani, parsi veramente in condizioni assai complicate.

Assenti Micov (spalla) e Theodore, vittima di un violento attacco influenzale dopo la gara di Barcellona, la gara dura poco meno di 4 minuti. Dal parziale di 11-6 Capo non si muove più mettendo a referto 2 punti nei seguenti 6 minuti e 5 fino al 36-11 del 15′: quel 25-5 biancorosso chiude il discorso senza appello per gli uomini di Di Carlo.

  • Gara che potrebbe avere, nella valutazione globale della stagione, un’importanza un poco maggiore di quel che sembrerebbe, poiché, soprattutto se dovesse avere un seguito in altre occasioni, rappresenterebbe tappa intermedia in grado di gestire meglio l’alternanza di impegni campionato/coppa, soprattutto quando si possono passare almeno 7 giorni a Milano.
  • Gudaitis e Tarczewski, già molto positivi per tutta la stagione al “piano di sopra” europeo, dimostrano che in Italia solo Avellino può opporre loro resistenza nei pressi del ferro. Con caratteristiche differenti, rappresentano una continuità di rendimento sui 40 minuti che dà a Milano parecchie certezze. L’imperativo è dar loro il pallone, sulle “rollate” come in tante altre occasioni. Se Milano, attraverso questo rifornimento ai lunghi, acquisisce la doppia dimensione dentro/fuori, è squadra di ben altro livello. Il solo perimetro non garantisce nulla nemmeno in #LBA.
  • Dairis Bertans è sempre più importante nel contesto di squadra. Il lettone è giocatore a 360° che sa giocare a pallacanestro. Dà equilibrio al reparto esterni, difende a buon livello ed ha una lucidità di scelta notevole. Nulla di differente da quanto visto ad #eurobasket, quando si affermò in una nazionale forte e potenzialmente dominante nei prossimi anni. Che poi la metta dall’arco è cosa nota, il che ne fa un’arma determinante per Pianigiani, da utilizzarsi anche quando quelle percentuali non sono eccelse come ieri.
  • Al netto del valore espresso da Capo d’Orlando, molto basso ieri, la difesa milanese si dimostra ancora una volta la pietra su cui costruire i successi italiani che dovranno arrivare. A tratti asfissiante, piace per organizzazione e tecnica. I due centri, già citati, stanno migliorando moltissimo sugli show ed in generale sulla difesa del “pick and roll”. Segnatamente Tarczewski, ha gambe e reattività per stare coi piccoli in caso di cambio, “alla McLean” per intendersi: continuare la crescita in questo senso può farne centro di assoluto spessore, soprattutto se dovesse accompagnarsi a qualche movimento inserito nell’arsenale offensivo, dove ancora il ragazzo latita non poco.
  • Le note negative di ieri non possono che essere quasi totalmente relative ai siculi. Di Carlo è coach di valore che fa giocare bene le proprie squadre. Ha continuato a provare ad allenare anche sotto di quasi 40 punti, ma l’encefalogramma dei suoi è rimasto piatto. Lo stesso Kulboka, giustamente seguito da diversi scout NBA (passa la palla da Dio per uno con quel fisico ma deve correggere il rilascio del pallone sul tiro, mentre quando vuole in difesa sta con tutti) è parso totalmente senza nerbo, così come tutti i suoi. Molto probabile che l’effetto negativo delle terrificanti sconfitte di Champions si estenda al campionato e, una volta terminata l’avventura europea, si possa far quadrato e lottare per una salvezza la cui contesa diventa tremenda, con 5 squadre in soli 4 punti, in attesa di vedere cosa farà Varese nel derby di oggi.  Sul versante milanese Cusin è parso totalmente ai margini, sia tecnici che mentali: chiaro che per un giocatore che ha sempre giocato diversi minuti, la riconversione, verso l’ultima parte della carriera, in ultimo uomo della rotazione, non è facile. Sintomatica una sua penalità offensiva (blocco irregolare) in cui si è poi lamentato con Cinciarini per i tempi di gestione dell’attacco: ovvio, e quasi incolpevoli entrambi, poiché le briciole di gioco del “Cuso” non danno modo alla squadra di adeguarsi alle sue movenze, che arrivano con tempi differenti da quelli dei suoi giovani colleghi di ruolo.

3 thoughts on “Milano domina una Capo senz’anima

  1. Mi piacerebbe dire ad Abass: ti alleni tutti i giorni con Bertans, perché non guardi quello che fa? Direi ad Abass: quando giochi da 3 e ricevi palla in centrale per il gioco a ricciolo, invece di fare automaticamente un passo indietro e fermare il palleggio, perché non provi a ricevere in modo dinamico come fa Bertans, e creare vantaggi? Perché non dinamizzi quella posizione, invece di limitarti a fare il compitino di passare la palla? Il fisico ce l’hai, la tecnica pure, è solo la mentalità che ti manca. Allora assorbi tutto quello che puoi da Bertans, ce l’hai lì ogni giorno! Basta guardare, comprendere, e cercare di rifare. Ce la puoi fare e ce la DEVI fare, coraggio!

  2. L’Orlandina Basket ha come obiettivo stagionale la permanenza in Serie A. La via per la salvezza non passa certo da partite come quella con Milano, probabile che i siciliani abbiano conservato le energie per le prossime sfide salvezza.

  3. L’attuale pochezza di questi simpatici avversari siciliani non e’ indicativa ma lo e’ invece l’autorevolezza con cui Milano ha gestito e chiuso subito la gara. Ed e’ proprio l’aspetto mentale e psicologico che deve cambiare, per dare alla squadra la sicurezza nei propri mezzi. In questo la vittoria di ieri potrebbe essere un fattore importante, in vista della coppa Italia.

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