Essere Andrea Cinciarini, anche dopo Torino e l’arrivo di Hickman

Cresciuto nel mito di Alphonso Ford, per Andrea Cinciarini nulla è stato scontato. Oggi come oggi, in casa Olimpia Milano, quando si parla di «uomo venuto dal nulla» si ama fare riferimento a Dada Pascolo (non a caso, c’è sempre lo zampino dell’agente Riccardo Sbezzi) ma, appunto, nulla è stato scontato neanche per Andrea Cinciarini. Famiglia di sportivi, è vero. Fratello minore di Daniele, è vero. Tanto che…:

Se avessi fatto altro mi sarebbe piaciuto aprire un’agenzia viaggi – parole figlie di una domanda di Cristiano Garbin, voce di Tripla Doppia su BMradio.it – ma non ho mai davvero pensato ad altro vista la mia famiglia…

Eppure, dopo Pesaro, Senigallia in B1 a 19 anni, una stagione a Montegranaro in A1 a basso ritmo prima di un biennio (in mezzo Pavia in LegaDue) che lo porta a siglare un triennale con Cantù nell’estate 2011. Le cose, in quella Bennet, non girano, e ne nasce una condanna che poteva uccidere chiunque. Sino a Reggio Emilia…:

Ho sempre pensato a lavorare duro per migliorarmi ogni giorno. Ho fatto così perché, alla fine, ho sempre visto un risultato

Nulla è stato scontato per Andrea Cinciarini, e in questo non ci dilungheremo oltre, perché la volontà non è raccontare una carriera, ma inquadrare una personalità non comune. E allora torniamo sulle parole riportate da Sportando (a chi scrive) nel giorno del raduno alla secondaria del Forum d’Assago. Per andare oltre.

C’è una mentalità. Sei anni da play titolare della nazionale. Spazio assicurato in vista del Preolimpico di Torino, e invece no. Visto il risultato, ci sarebbe tutto non tanto per l’attacco a Ettore Messina (sarebbe vile), quanto per l’espressione di uno stupore. E invece no, Cinciarini è un uomo che si è interrogato:

Ettore Messina non mi ha spiegato la scelta, né io sono andata a chiederla. Perché sapevo di non essere al 100%. Sapevo che mi sarebbe stato risposto che non ero al 100%. Daniel Hackett era evidentemente più in palla, e Peppe Poeta poteva in pochi minuti essere più incisivo con la sua imprevedibilità. Rimane il dolore, perchè da un biennio, con i compagni, non parlavo d’altro che di Rio

Il giocatore torna a Milano, e si ritrova Ricky Hickman. Passo indietro. La prima stagione al Lido è stata da montagne russe. Partenza difficile, come tutta la squadra. Fase centrale importante, con un titolo virtuale da mvp delle Final Eight di Coppa Italia (per chi scrive, e non solo). E sul più bello, l’infortunio:

Non c’è altro da aggiungere. E’ stato davvero così. Nel momento della crescita, nel punto massimo della parabola, è arrivato il ko. Quando sono rientrato è stato complicato. Non potevo allenarmi per il problema al piede, ma dovevo per forza dare il massimo nei minuti che mi venivano concessi. Per la testa, questo, non è semplice, anche perché a Reggio Emilia le urla del pubblico le sentivo

Non lo è, ma Cinciarini non è caduto: «Ho smarrito anche quel tiro da tre che mi ero costruito in mesi di lavoro. Avevo meno sicurezza, però ci sono stati momenti positivi». Ovvero i minuti con Mantas Kalnietis in campo: «Amico fuori dal campo». Amico che ha ribadito come Cinciarini sia l’elemento essenziale in ogni squadra che vuole vincere.

Perché, appunto, se ti costruisci un tiro da tre punti a 28 anni, non sei un uomo comune. E l’uomo, comunque, emerge anche di fronte a Ricky Hickman. Come detto, dopo il mancato viaggio a Torino Cinciarini torna a Milano e si ritrova un altro play:

Non è un rivale. Per il mio modo di “essere giocatore” è uno sprone. E’ un elemento diverso da me, da cui c’è solo da imparare per alzare il proprio livello di gioco

Non sono frasi buttate lì a caso. Come Mantas, Andrea Cinciarini è un play che ama la transizione, ma che ad una minore pericolosità offensiva rispetto al lituano, contrappone maggiore lucidità e controllo del gioco. Ricky Hickman è invece elemento maggiormente da p&r, esplosivo sullo scatto e con pericolosità al tiro:

E giocatore che non si discute – addirittura, arriva anche il primo assist al nuovo compagno – altro che problemi fisici. Ha semplicemente avuto un brutto infortunio, e quando è tornato la squadra aveva già una sua fisionomia. Hickman, sta benissimo

E Cinciarini, con una simile concorrenza, diventerà un play da Eurolega. Assicurato. Altrimenti, non sarebbe Andrea Cinciarini. Non sarebbe il giocatore che, lavorando duro, ha sempre ottenuto un risultato.

Alessandro Luigi Maggi

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