Gigi Datome protagonista su “Specchio”, inserto della Stampa di Torino. Intervista a tutto campo, noi riportiamo alcuni passaggi su Milano.
SUL MOMENTO
«Più passano gli anni e più conosco il mio fisico e mi rendo conto che salire in corsa su un treno veloce come l’Olimpia è difficile. Ma c’è una fiducia reciproca nel lavoro».
SULL’OBBLIGO DI VINCERE A MILANO
«Non è nemmeno una brutta cosa se parliamo di corsa allo scudetto. Quanto all’Eurolega è ormai un segreto di Pulcinella quello per cui se ti qualifichi per le final four prima o poi il titolo arriva. L’ho sperimentato nella mia esperienza a Istanbul con il Fenerbahce».
SUL GIOCARE A MILANO
«Significa adeguarsi al basket di EttoreMessina. Ogni possesso come se fosse la finale di Eurolega, una spasmodica ricerca della perfezione».
SULL’INVESTITURA A PRESIDENTE FIP
«Sì, ho letto. Mi ha fatto piacere, non lo nego. Ma non è il caso di affrettare i tempi, non è ancora arrivato il momento di lasciare il parquet».
SUL NO PASSATO ALLA NAZIONALE
«Fu per senso di responsabilità che mi tirai fuori dalle convocazioni. Non stavo bene, giusto ci andasse qualcun altro. Ho la coscienza pulita. E con Petrucci mi sono chiarito. Sono andato in Olanda per le qualificazioni, non proprio un match di grido: sul mio attaccamento all’Italia non si discute».
Ricordiamo lo scorso anno, chi ha vinto l Eurolega, ed a che punto della classifica era a dicembre. Anche se adesso sono tutti dubbiosi so che è l anno giusto per la coppona!
Il basket italiano come presidente FIP ha bisogno del Datome dei manager (ossia un manager coi controcosiddetti), non di Datome manager. Perché se Gigi in campo è stato un campione, a fine carriera dovrà, se lo vorrà, studiare da manager e solo in un secondo tempo, diciamo tra una decina d’anni, aspirare alla presidenza FIP. A ciascuno la sua professionalità.
Sul momento di Datome, Gigi non ha più il fisico per saltare il riposo estivo, saltare la preparazione prestagionale, giocare in agosto con la Nazionale e poi sciropparsi 80 partite con l’Olimpia, con l’Eurolega così impegnativa. Infatti tornato dalla nazionale è stato fermo un mese e mezzo ed ora in campo è uno zombie.
Quando Gigi dice “conosco il mio fisico”, io faccio notare che se veramente conoscesse il suo fisico e si sapesse gestire, avrebbe copiato il suo collega Belinelli rinunciando alla nazionale.
Se Datome conoscesse veramente il suo fisico avrebbe rinunciato all’azzurro in estate, invece è voluto andare a tutti i costi in nazionale con la conseguenza che, tornato a Milano, è stato fermo per un mese e mezzo. La realtà è che Datome non sa gestire il suo corpo perché non conosce veramente il suo fisico, altrimenti avrebbe seguito le orme di Belinelli rinunciando alla chiamata azzurra.
Per quanto riguarda l’ipotetico ruolo futuro di Presidente FIP non è automatico che un ottimo giocatore diventi in ottimo Presidente FIP. Datome Presidente FIP è una delle tante boutade di Petrucci, che ne parlo recentemente.
Bastava un: “sono d’accordo con te Lupo”.
Mannaggia, non ci ho pensato.
Petrucci di qui al 2024 proporrà una serie di candidature improbabili, perché non vuole rischiare di vedere oscurata la sua fama di migliore presidente FIP della storia da un manager come si deve. Meglio un ex giocatore manager dilettante.
Per fortuna l’elezione del suo successore non dipenderà da lui.
Per il resto sono d’accordo con te Lupo, così Jarpo non avrà nulla da ridire…..