Olimpia, per reagire serve eliminare quell’aria depressa

I biancorossi perdono fiducia appena sbagliano un paio di azioni di fila e mostrano facce cupe e quasi rassegnate

E adesso? È la domanda che si fanno tanti tifosi dell’Olimpia Milano, dopo l’ennesima prova deludente dell’ultimo periodo, che rischia di aver compromesso la corsa europea, anche se la classifica la vede ancora appaiata con le rivali all’ottavo posto. Le strade sono due: sfruttare questa settimana senza partite per ricompattarsi e trovare una via d’uscita, in fin dei conti siamo a febbraio e ci sono obiettivi chiave da raggiungere, oppure rischiare di sprofondare.

Detto che, come scritto ieri, la squadra biancorossa gioca male e, per questo, arrivano anche pessime percentuali al tiro, c’è da risolvere una questione psicologica. Un’aria depressa, con facce cupe, quasi ad attendere arrivi inevitabile il momento negativo, a cui non sarà possibile rispondere. E, di conseguenza, arrivano le sconfitte. 

Infatti, quando l’AX sbaglia due o tre conclusioni di fila va in confusione, smette di giocare di squadra, perde completamente fiducia e si affida troppo spesso ad azioni personali. Complicandosi così ancor di più la vita e permettendo spesso anche alle formazioni avversarie di trovare giocate comode in contropiede e subendo parziali pesanti. 

Allenarsi, parlarsi e arrabbiarsi”, questa la ricetta data da Ettore Messina per risalire la china. Visto che non ci sono stati sussurri su problemi ‘lavorativi’ e nemmeno di spogliatoio, probabilmente la parola chiave è la terza. L’Olimpia sembra una squadra troppo spesso rassegnata al proprio destino negativo, per reagire serve anche arrabbiarsi, mostrare la faccia cattiva, anche a muso duro. Eliminando così quelle immagini depresse, scuotendosi e tornando poi a giocare con un po’ di gioia e leggerezza. Questo il compito che attende il coach e la squadra biancorossa per svoltare. 

12 thoughts on “Olimpia, per reagire serve eliminare quell’aria depressa

  1. Ai tempi di Peterson c’era un feeling con D’Antoni che non vedo così intenso oggi tra Messina e El Chacho.
    Forse e dico forse, il coach dovrebbe ascoltare di più il suo play, seguirne i consigli

  2. L’errore più grande è pensare che il problema sia di tipo mentale e di fiducia, i problemi sono altri e ben più gravi, uno su tutti è quello strutturale che a cascata si porta dietro tutto il resto

  3. Nel rispetto delle tue opinioni, puoi per favore chiarire cosa intendi per strutturali?

  4. Sono d’accordo con Anonimo che i problemi non sono solo psicologici. Però ci sono e gravi anche quelli. Già risolverli si andrebbe ai play-off. Da un po’ che scrivo che Messina ha un maestro della psicologia nella porta accanto: Peterson. Chiedere aiuto a lui , fagli fare nello spogliatoio le sue lezioni motivazionali e proiettare Tracer – Aris ultimi 5 minuti tutti i giorni. Quando si è in crisi bisogna chiedere aiuto.

  5. Tutti i grandi allenatori allenano la testa ed il fisico. Se qui non funziona nulla significa che la squadra ha troppi limiti.

  6. La squadra manca di fisicita’ e in EL si sente tantissimo. Pero’ concordo sul fatto che il problema piu’ grosso e’ quello mentale e di atteggiamento. Recuperando la voglia di lottare si puo’ almeno affrontare la LBA in modo piu’ positivo, giocandosela alla pari con le altre.
    L’atteggiamento fa moltissimo. Poi i problemi strutturali restano e sono peccato originale in Europa. Ma quando a inizio anno si giocava con leggerezza sono arrivate belle gare

  7. Fino a novembre, le stesse persone giocavano con un pallone a spicchi, e dato che brocchi non sono, i risultati si vedevano; da dicembre in poi sembra che giochino con la palla medica.
    Ci vuole quel furore che molti di noi ricordano e che risale alla preistoria, ormai. Il coach, se è un coach (in senso letterale), sa come fare.

    {Amarcord ON}
    A proposito: 83-49 io c’ero… E se sapemmo contenere un mostro come Galis (che giocatore!) al cui cospetto un James o un Larkin non son degni di sciogliergli i legacci delle scarpe, dimostrammo, se mai ce ne fosse bisogno, che è la squadra che conta, anche se ha pochi punti nelle mani. E anche il pubblico, un po’ diverso da quello di oggi.
    {Amarcord OFF}

    Forza Olimpia!

  8. Ai tempi di Peterson c’era uno zoccolo duro di italiani, soprattutto di giocatori cresciuti nelle giovanili della ns. società (Boselli, Gallinari, Pittis) insieme a coloro che pur essendo cresciuti altrove sposavano la causa Olimpia fin dal primo giorno (Premier, Meneghin) con totale abnegazione. Oggi vedo tanti mercenari (anche di passaporto italiano) purtroppo con cui credo faticherebbe non poco anche un Peterson d’annata ad allenare. Probabilmente così è il basket d’oggi però a me spiace che da Danilo Gallinari in poi non sia più uscito un solo atleta dalle ns. giovanili in grado di giocare almeno in LBA e portare l’anima ed il carattere Olimpia. Per quanto riguarda la stagione in corso io lascerei perdere la rincorsa ia play-off Euroleague che porta via troppe energie e mi concentrerei solo sulla preparazione per play-off LBA, il tempo c’è magari con l’inserimento di un giocatore già vistato ad hoc (non necessariamente un super, basta anche un Ramos) che porti un pò più di sicurezza al tiro nei momenti di bagarre.

  9. Belli i ricordi della squadra guerriera. Ho in mwnte una foto di copertina di superbaket, con D’Antoni, Meneghin, Premier, McAdoo e Briwn (o era Barlow) in tenuta mimetica militare. Ovviamente il tema era: “squadra da battaglia”.
    Ho visto tantissimo basket anche giovanile ed ho ammirato squadre meno dodate dare lezioni ad altre meglio attrezzate. Milano non mamca di talento e dunque, se avesse contezza dei propri mezzi, entro i confini nazionali darebbe lezioni a tutti!
    Snobbare – in senso buono – l’EL? Difficile farlo, per duecmotivi: 1-gli organizzatori non gradirebbero 2-l’ultimo posto in classifica non e’ poi cosi’ lontano ed essere nei bassifondi non invoglia certo altri giocatori a credere in un progetto.
    Comunque concordo: arrabbiarsi puo’ essere la chiave per creare fiducia e per portare a casa dignitosamente la stagione.

  10. Ho la sensazione di una squadra svuotata atleticamente, del resto anche gli anni scorsi partiva bene e poi con l’inverno rallentava. Non so se il preparatore atletico è lo stesso, nel caso bisognerebbe rivedere la preparazione. Il crollo ormai fisiologico del terzo quarto avrà pure una spiegazione.

  11. Problema nr 1 – la squadra non ha durezza mentale, quando sbaglia i fantasmi dell’errore fatto offuscano le successive scelte, invece si dovrebbe riprendere a giocare con maggior tranquillità. Per ottener questa capacità di tenuta serve tempo e personalità, non tutti nascono tosti ma quando hai in squadra 2 o 3 elementi così diventa più facile per tutti gli altri emulare e crescere.
    Problema nr. 2 – gli infortuni. Giocare con troppa frequenza impedisce di allenarsi con la giusta intensità. Fatta la preparazione pre-season il lavoro che segue è solo di approccio alle partite successive. Questo espone i fisici più deboli a ricadute seriali. Da tener presente per l’anno prossimo un roster più ampio e fisicato di quello attuale.
    Problema nr. 3 – Gli italiani. L’obbligo dei 6 italiani per LBA è un grosso handicap per il roster EL, difficile trovare connazionali per competere in EL, la scelta di Datome era stata fatta in quest’ottica. Aver in panca stabilmente Burns Biligha Cinciarini and friends limita molto le scelte. Anche qui per il prossimo anno si dovrà tener conto di un roster più ampio per i due trofei.
    Problema nr.4 – il coach. Messina è un grande allenatore, ma di sicuro gli anni passati in NBA lo hanno “distratto” dalla crescita innegabile del livello EL sia per il gioco che per la fisicità. A mio parere Efes Real Barcellona CSKA e Maccabi non sfigurerebbero negli States. Anche per lui questo è l’anno zero, con lavoro e pazienza saprà portare Milano ai vertici europei. Ricordiamoci che l’Olimpia da quando è stabilmente in EL ha fatto una sola volta le F8 e mai le F4. Per trovare un’italiana nelle F4 bisogna tornare nel 2008 con MPSiena, una finale con una italiana al 2004 con la Skipper BO, ultima vittoria con Kinder BO nel 2001…….
    Come vedete l’Olimpia non è mai presente in questo elenco, torniamo agli anni 80 per vedere vittorie e finali con il gruppo più forte di sempre coi nostri colori. Le aspettative di facili vittorie già da questa stagione mal si coniugano con la realtà. Solo con lavoro, pazienza e fortuna si otterranno traguardi importanti.

  12. Piccola considerazione: In questo post ci sono 11 interventi con pareri magari discordanti, ma tutti espressi con modi urbani. Sarebbe bello fosse così per tutto il blog. Bastava solo collegare il cervello prima di digitare e esprimere le proprie opinioni in maniera educata, se fate caso sono solo mezza dozzina i troll presentì, che non dovrebbero essere tollerati dal web master. Scusate lo sfogo ma leggendo alcuni interventi ho provato un profondo disagio

Comments are closed.

Next Post

La classifica attende l'Olimpia Milano, ma ora c'è Jasikevicius

La classifica di EuroLeague continua ad “attendere” l’Olimpia Milano di Ettore Messina. Il Valencia cade con il Maccabi, ma adesso c'è lo Zalgiris
Olimpia Milano

Iscriviti

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: