Olimpia Milano vs Anadolu Efes è stata la prima sconfitta casalinga dei biancorossi nella stagione di EuroLeague. Un ko che va analizzato con tre punti, rapidi e chiari.
Olimpia Milano vs Anadolu | Il valore di una sconfitta
Le belle sconfitte non esistono, esistono le sconfitte che regalano segnali positivi. Quella di ieri sera è stata una sconfitta colma di segnali positivi.
Non parliamo di gare troppo celebrate in passato, dove si impattava bene il match a differenza di un avversario altezzoso, per poi declinare progressivamente verso la sconfitta.
Ieri l’Olimpia ha combattuto faccia a faccia con i vicecampioni d’Europa e campioni di Turchia, rispondendo colpo su colpo, piazzando un 9-0 di parziale nel secondo quarto come risposta ad un 14-3 avversario, rientrando ad un nuovo pericoloso -7 con 6 punti di Mack tra terzo e quarto quarto.
Sono aspetti che contano, che raccontano di una mentalità e di un valore. Aggiungiamoci poi quel «Non ci resta che attendere Arturo» proferito da Ettore Messina in sala stampa. Una nuova smentita a certi sospetti che erano inevitabilmente nati dopo l’inatteso stop (anzi, diciamolo, inatteso e misterioso stop) del 9 novembre.
Olimpia Milano vs Anadolu | Il peso dei lunghi
Ci sono ovviamente le note negative. Parafrasando Messina, eccessivo perdersi in troppe lodi, anche dopo ieri sera. Si è parlato del dato in lunetta: 10 tentativi per l’Olimpia Milano, 24 per l’Anadolu Efes.
L’Olimpia ha prodotto nel pitturato 14 canestri come l’avversario, ottenendo 6 liberi contro gli 11 dei turchi. Numeri che non evidenziano nulla. Ma resta la sostanza.
L’Olimpia non è riuscita ad appoggiarsi sotto canestro perchè Vlado Micov è stato ben contrastato in post da Micic e Anderson, Brooks e White non hanno quel tipo di movimento, e Kaleb Tarczewki ha vissuta una serata tragica, a partire dalle letture sui p&r di Pleiss, non certo un “fulmine di guerra”.
E qui si potrebbe aprire una parentesi su un giocatore che vive una pericolosa involuzione, dove i difetti sono diventati falle per tutta la squadra, e i pregi difensivi un lontano ricordo.
Chi poteva lasciare il segno in tal senso, ma è mancato, è stato Luis Scola. Ecco perché «Aspettiamo Arturo».
La risposta di Shelvin Mack
Avevamo invocato una sua risposta, e la risposta si è vista. 8 punti, 4 rimbalzi e 5 assist, +5 di plus/minus in 23’, tre canestri in fila tra terzo e quarto quarto. Attenzione.
Scola non ha il passo per bruciare l’avversario da fermo e se non è libero il tiro da tre non parte. A quel punto, palla in mano oltre i 6 metri, al massimo può smistare. Mi preoccupa poco o nulla: sono poche le difese che possono permettersi di alzare così il volume su un singolo giocatore avversario. Io sono un po’ più pessimista su Mack: ieri l’Efes si batteva secondo me con un giocatore fuori dagli schemi, un play in grado di spaventare da qualsiasi posizione. A mio avviso è evidente che Mack non lo è: quasi lo battezzano da 3 e diverse volte sotto canestro l’ho visto passare fuori invece che imporsi al ferro. Comunque, ragazzi, Milano in gara tutta la partita con l’Efes mi dà l’idea di una squadra che può fare i playoff e, con qualche importante aggiustamento, magari farsi un salto a Colonia.
D’accordo su tutto. Ieri l’ho vista da 5 mt. e l’osservato speciale era proprio Mack. Ieri avrebbe giocato bene? FOrse meno peggio del solito. Non crea mai, mai, mai il vantaggio.
Mack fa un altro gioco, è abbastanza evidente: tiene ordine nella squadra, facilita tutto il reparto difensivo.
Il play risolutivo, d’attacco, è Rodriguez.
Pensare di aver preso con Mack un risolutore assoluto, un go-to-guy, significa privarsi degli strumenti per capire quello che succede nella realtà.
Ricordo solo una squadra recente che avesse due play in grado di spaccare qualsiasi difesa: il CSKA che aveva De Colo e quando usciva lui entrava El Chacho, ma anche loro, per sicurezza, avevamo un play difensivo, uno che certo non brilla come attaccante, che crea raramente, che conclude poco, ma non per questo non è capace di spostare gli equilibri: si chiama Daniel Hackett.
Ma neanche quel CSKA, con le sue enormi risorse economiche, è stato in grado di tenerli tutti insieme.
(Ho appena visto la partita di stasera di CSKA contro Madrid, e posso ormai affermare con la dovuta certezza, che pur essendo un fenomeno, uno capace di tutto, un creatore di spettacolo e di fuochi d’artificio, Mike James non è un leader né un uomo squadra.
La differenza molto sottile, ma netta, tra un fenomeno e un campione).
Mack non è un fenomeno, né un campione, ma è uomo squadra, ed è tanto, tantissimo.
Non fa spettacolo e pare ancora troppo timido, ma ditemi come mai la coppia Larkin Micic ha fatto contro di noi la metà dei suoi punti medi…
Trovo assurdo il tuo astio nei confronti di un giocatore che è stato solo un anno da noi senza dargli una seconda possibilità e senza contare che ha giocato in una squadra falcidiata dagli infortuni..e cmq ti ricordo solo un piccolo significante particolare e non di poco conto..è passato da Milano al Cska Mosca campione d’Europa quindi in un tram superiore a noi e non inferiore..pertanto cerca di essere obiettivo e non farti bello a parole..questi sono fatti..vedremo a fine anno cosa avremo vinto perché come in tutti gli sport per il tifoso conta vincere trofei non singole partite..e su questo difficilmente mi puoi smentire..io mi ricordo ancora quando Siena per sette anni dominava in Itala senza neanche lasciare le briciole alle altre e in Europa si è comportata dignitosamente raggiungendo anche le Final Four con coach Pianigiani..per competere in Europa devi vincere a mani basse almeno in Italia altrimenti è un altra stagione fallimentare..
Ancora una volta mi tocca darti ragione e proprio stamani pensavo allo stesso esempio del CSKA con De Colo e Rodriguez dove però il mattoncino fondamentale che faceva stare su la casa lo metteva Hackett.
A me sembra così evidente che la funzione di Mack è la stessa di Hackett…
Boh, forse siamo strani io e te Palmasco.
Ps giovedì Mack ha giocato una buona partita anche in attacco, ordine e penetrazioni sia con canestro con assist per i lunghi. Non mi sembra vero che non crea mai vantaggio.
Deve lavorare sul tiro da 3, ma credo lo sappia e lo stia facendo senza bisogno che glielo diciamo noi…
Occhio, stai valutando Mack come se fosse un italiano. L’argomento Mack non è limitato a quanto fa difensivamente o offensivamente, o al suo impegno (che per me è sempre ineccepibile). L’argomento Mack è legato al suo spot, quello di americano e, ricordiamoci bene i discorsi estivi, di spina dorsale per permettere al Chacho di giocare il giusto numero di minuti. Va benissimo che uno degli spot italiani vada a fare il play di contenimento, per me molto meno bene che ci si giochi un contratto che tipicamente va al play di riferimento per quello. E, appunto, se Mack è il play che mette solo un mattoncino, allora non è il giocatore giusto nell’ottica estiva del play che deve guidare la squadra quando Rodriguez riposa.
Ho un suggerimento per la dirigenza.
Prenderei Mezzanotte e lo farei crescere ancora mandandolo a SCUOLA da SCOLA.
Per me è uno degli italiani più interessanti.
Ricordo a chi dimentica che la presenza di James induceva molti suoi ottimi compagni a declinare le responsabilità, che per risolvere giocava da solo 1 contro 1 e che anche in spogliatoio diciamo non era noto per la cordialità e l’altruismo. Non è un giudizio sulle capacità in attacco del giocatore che ha portato alla sua rinuncia ma una necessità per realizzare il gioco tutta sostanza che la squadra produce quest’anno ed essere stati in partita con l’EFES ed aver limitato le loro guardie è stata una gran cosa piuttosto stiamo pagando l’assenza di Arturo e la difficoltà ad entrare nei giochi di White che non ha colpe ma va atteso.
scusate la punteggiatura e anche se non l’ho detto Mack è un super
Sono d’accordo. Mack è un super.
E mi sono un po annoiato di leggere quanto era bravo James.
Nessuno lo ha mai negato, ma il basket di alto livello in Europa è gioco di squadra e lui non è il massimo da questo punto di vista.
Chi non lo ha ancora capito temo non abbia mai vissuto in un spogliatoio (e respirato lo spirito di squadra) o nella stanza di un progetto (in questo caso per fare più i fighi si parla di team working).
Io ho una buona esperienza di entrambi e dovessi scegliere tra ora e un anno fa non avrei il minimo dubbio. E James non lo vorrei.
Non è astio ma giudizio professionale, visto che anche il basket è una professione e pure lautamente pagata.
Chissà se riusciremo mai a chiudere questa infinita discussione…
Questa discussione sarà chiusa se arriveremo in F8 e se vinceremo il campionato e la coppa italia.
D’altronde i punti di vista diversi sono il sale della vita ed anche di questo blog.
Comunque anch’io penso che James non fosse funzionale alla squadra. Meglio Mack per il ruolo d’ordine e difensivo che può avere, e mi aspetto ancora qualche miglioramento.
Avete visto l’ultima partita di james con il cska: se non fa 30 punti non serve alla squadra. E comunque Itoudis il suo Mack ce l’ha e si chiama Hackett.