Un semplice giudizio del roster dei #meninred – I playmaker

Come ogni anno torna il nostro «Un semplice giudizio del roster dei #meninred». Equilibrio tra positività e negatività potenziali, per prepararci alla stagione che sarà. Perché dopo un’estate di notizie (riccamente ripagate dall’attenzione di voi lettori) torniamo alla nostra volontà «natale»: commento ed opinione.

Partiamo dai play (qui quanto detto un anno fa).

MIKE JAMES

Cosa può dare?

Portatore di palla atletico nonostante le dimensioni, rispetto a chi lo ha preceduto è contemporaneamente all’apice della carriera (a differenza di Kalnietis o Lafayette) e con una provata esperienza ai massimi livelli di EuroLeague (quel che mancava a Theodore). Qui sta il peso di un’aggiunta che passa anche per una provata resistenza nell’aggressione al ferro e per una dimensione difensiva assolutamente sostanziosa.

Criticità.

«Lo sportivo è uno scalatore che cerca una cima di fatto potenzialmente irraggiungibile, fermandosi d’improvviso su quell’ostacolo che si chiama limite». Questo quanto dicevamo un anno fa di Jordan Theodore. Nonostante le premesse differenti, come già sottolineato, l’epilogo non cambia: come reagirà Mike James al passaggio dalla «subalternità» (a Nick Calathes) alla «centralità»? Il suo carattere, a volte non semplice, sarà resistente anche nelle responsabilità? Da non dimenticare: questo basket è ancora terra di registi o teatro di “soli” portatori di palla?

CURTIS JERRELLS

Cosa può dare?

Passeggia a passo sicuro per il Forum d’Assago conoscendone ogni angolo e ogni umore, uscendone immune come nessuno prima di lui. L’eredità di «The Shot» è questa, unita alla sua vocazione nell’essere «backup» e al tempo stesso «killer» dei momenti caldi (da non dimenticare la lucidità nel trovare il fallo in gara-5 contro Trento). Ormai fedelissimo di Simone Pianigiani dopo due titoli in due stagioni.

Criticità. 

Come Mike James più «portatore» che «regista», nella sua seconda stagione milanese ha mostrato qualche calo nella continuità e soprattutto nel rendimento difensivo. Ma per essere «valore» in Europa dovrà dimostrare di essere ancora in grado di «piegare le gambe».

ANDREA CINCIARINI

Cosa può dare?

Come con Repesa, il «Diesel di Cattolica» è partito ai margini, conquistandosi l’Olimpia passo dopo passo anche con Simone Pianigiani. Determinante nei playoff, è uomo di congiunzione con un ambiente non sempre semplice e «testa pensante» di un reparto molto «istintivo».

Criticità.

Un anno fa si parlava della sua difficoltà in un gioco offensivo basato sul p&r. Oggi come oggi, la problematica è forse più complessa: potrà Cinciarini, per la quarta volta, ripartire ancora da zero (sempre che debba essere ancora così)?

Alessandro Luigi Maggi

3 thoughts on “Un semplice giudizio del roster dei #meninred – I playmaker

  1. Sappiamo bene che a questo coach piacviono le “combo”, piuttosto che i play veri. Del resto esprimono un gioco piu’ moderno. Io, da buon “vecchietto” sposo la vecchia scuola e credo che un buon play possa fare tutta la differenza del mondo. Credo che la disponibilita’ e la voglia del Cincia potranno essere determinanti, specie per il campionato.

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