Olimpia Milano post Stella Rossa | Hanno vinto i valori. E in questi sette anni, ne abbiamo viste di cose

Olimpia Milano post Stella Rossa che chiude un cerchio dal diametro di sette lunghi anni. Pareva un’epopea nel 2014, che lo sia ora

Olimpia Milano post Stella Rossa che chiude un cerchio dal diametro di sette lunghi anni. Pareva un’epopea quella aperta da quei playoff, e da quello scudetto, targati 2014. Una squadra che, per chi scrive, resta simbolo più di quella attuale (e non di poco). Ma il tempo passa, non va dimenticato, e oggi il colore biancorosso pare avere basi ben più solide.

La Visione del Guazz

La partita

Sono mesi che parliamo di valori. Quelli che, per intenderci, permettono al Cska di confermarsi al secondo posto (e inguaiare lo Zenit) nella settimana del “taglio” di Mike James. Che mantengono il Real Madrid in vetta in ACB nonostante un roster rabberciato. Che per intenderci sono valse al Milan una Champions League nel 2007 quando il ciclo pareva concluso.

Valori, ovvero «fare le cose che si fanno sempre, ma quando la pressione diventa per molti insostenibile», parafrasando Ettore Messina nel documentario «New Old Boys» di EuroLeague Insider.

La cronaca della partita

Valori che alla Secondaria del Forum sono stati introdotti da Ettore Messina e Sergio Rodriguez nell’estate 2019, esaltati poi da Gigi Datome e Kyle Hines. Valori che sono insiti anche in un Vlado Micov, e non solo.

Ieri, quei valori, hanno permesso all’Olimpia Milano di aggredire un match chiave, dicendo 10-0 dopo 5’, e non voltandosi più. Mentalità, come il fallo in attacco preso da Kyle Hines al primo possesso. Non era la prima volta che la squadra biancorossa giocava una gara “senza domani” in Europa. Per la prima volta, l’ha vinta con autorità.

Valori.

Il significato

Abbiamo visto Linas Kleiza e MarShon Brooks “svalutare” il lavoro di CJ Wallace e Keith Langford. Abbiamo visto andare via con un’orma sul fondoschiena Daniel Hackett e Alessandro Gentile. Abbiamo visto Jasmin Repesa abbracciare Zoran “Tragic”, Rakim Sanders scioperare in attacco e in difesa, Miroslav Raduljica passeggiare in pantofole. Abbiamo visto 8 vittorie in una stagione regolare.

Abbiamo visto Jordan Theodore entrare e uscire dalle rotazioni, Andrew Goudelock e Mike James incrociare le braccia in panchina, Nick Calathes ricacciarci in gola a Desio una speranza playoff. Abbiamo visto avvii importanti, e infinite serie negative.

Le parole di Ettore Messina

Abbiamo anche visto Ricky Hickman primo mvp della New Era. Abbiamo visto il successo del Pireo di Nemanja Nedovic. Abbiamo visto Dada Pascolo dominare Printezis, la rimonta sul Darussafaka e le triple di Sergio Rodriguez contro il Barcellona. Abbiamo visto Mike James piegare l’Efes. E per Mike James abbiamo anche urlato “mvp, mvp”.

L’EuroLeague è una coppa che ci ha dato entusiasmi in estate, ma che ha minato gambe e anima inesorabilmente, mese dopo mese, complicando rincorse a scudetti che a settembre parevano cosa assodata. 

La rassegna stampa

In questi sette anni ne abbiamo viste di cose. Il percorso alle spalle è stato lungo, il traguardo si è palesato dopo l’ennesimo curvone. L’attesa rende la conquista più piacevole, il libro però è solo al secondo capitolo. E’ tempo di scrivere una nuova storia.

E adesso?

In giornata, alle ore 14, Fabio Cavagnera ci accompagnerà nelle prospettive di questo finale di stagione regolare. Una certezza, tre le squadre da evitare: Barcellona, Fenerbahce e Efes.

6 thoughts on “Olimpia Milano post Stella Rossa | Hanno vinto i valori. E in questi sette anni, ne abbiamo viste di cose

  1. La felicità di averli visti tornare a giocare!
    Adesso voglio il ritorno della ferocia agonistica domani, battere nettamente il Pana con la stessa testa di ieri a Belgrado, da subito, dal primo minuto e per 40 minuti!
    Poi voglio l’Efes: anche noi tra le poche quest’anno! Due volte noi!

    E poi mi dirai se Punter non vale Langford, ma con maggiore qualità in difesa… se Gentile lo pensi davvero al livello di Shields (che ogni volta che Alessandro segnava più di 20 punti Milano perdeva)… sappiamo che come Hines non ce ne sono… chi di quella stagione gloriosa ed esaltante, il primo scudetto Armani aveva la capacità di spettacolo del Chacho? E la sua simpatia, il suo carisma?… le percentuali di Datome?

    No dai, non metterle in paragone, sono state e sono due emozioni che si espandono a partire dal big bang, e a questi in realtà ci dobbiamo ancora affezionare davvero.
    E lì ci porteranno per mano!

  2. Bravo Alessandro, sottolinei una cosa giusta. Ieri si è visto dalla palla a due che la squadra non avrebbe fallito. Questi sono i valori di questa squadra, del suo coach, presidente e anche del proprietario. Questo è lo spirito delle mitiche scarpette rosse. Lacrime e sangue. Poi si può anche perdere, ma si va sempre in campo per vincere.

  3. Non mi dilungo sui valori di questa squadra, li abbiamo davanti agli occhi. Dico soltanto che aver portato a Milano prima il Chacho e successivamente Kyle Hines e Gigi Datome è stato fondamentale, ha definito il nuovo valore etico del gruppo, non più il mero talento del singolo ma prima di tutto il team come sublimazione del lavoro insieme, capacità di cementarsi attorno a uomini vincenti e di grande esperienza che tracciano la strada ai più giovani. E di questo dobbiamo rendere merito a Ettore Messina.

    1. Tutto giusto e in più l’aver portato quei nomi qui significa aver cambiato il profilo internazionale della squadra che oggi di fatto ha una vittoria sola in più del Bayern ma che come profilo può attrarre altri tipi di giocatori. Arrivare alle F4 sarebbe il colpo in più per alzare il profilo.

      1. Ottimo articolo, che evoca ricordi dolci/amari e evidenzia le basi di questo nuovo progetto.

  4. Grande squadra e grande allenatore. La calma e il carisma di kyle, il sorriso del Chacho e il silenzio dei fatti di Gigio.
    E shavon kp e zach alunni stupendi.
    Che bello!

    Se come credo e spero l’ultimo periodo è figlio del richiamo atletico, ce n’è ancora da divertirsi.

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