Continua l’avvicinamento al Mondiale 2023 per l’Italia che, nella mattinata di oggi, 21 agosto, sfida la Nuova Zelanda nell’ultimo test prima del via alla massima competizione per nazionali. Dopo la vittoria contro il Brasile nella giornata di ieri, la nazionale di coach Pozzecco ha dovuto affrontare una nazionale senza ombra di dubbio tosta fisicamente come quella neozelandese, che ha anche trovato abbastanza frequentemente il canestro dalla lunga distanza. Nel primo tempo la partita è stata piuttosto equilibrata, con le due squadre che sono andate all’intervallo lungo sul 43 pari, dopo che aveva concluso il primo periodo sotto di un punto (23-22). La squadra italiana ha espresso a tratti una buona pallacanestro offensiva, ma ha anche subito la fisicità degli avversari in altri tratti di gara, finendo a volte per non trovare buone soluzioni offensive.
Continuano le difficoltà anche nella ripresa, con la Nuova Zelanda che prosegue la sua ottima gara al tiro da tre punti e sembra che siano molto più determinati dal punto di vista fisico, giocando duro su ogni contatto. All’ultimo intervallo i neozelandesi conducono per 62-59. La precisione al tiro da tre punti della squadra oceanica le permette di restare in partita fino alla fine, ma nel quarto periodo esce la qualità maggiore dell’Italia rispetto alla Nuova Zelanda, che vince anche l’ultimo test pre-Mondiale col punteggio di 81-88.
Per i giocatori dell’Olimpia Milano ancora sugli scudi Stefano Tonut e Pippo Ricci, due dei migliori in campo per la squadra di coach Pozzecco. Per la guardia ci sono 10 punti, conditi anche da alcuni assist vincenti per i propri compagni di squadra, mentre per Giampaolo Ricci sono 12 i punti segnati con anche 3 assist vincenti. Bene anche Melli con 7 punti ed il solito lavoro sporco in difesa ed a rimbalzo.
Sembra che Pozzecco riesca davvero a tirare fuori il meglio dai nostri ragazzi.
Anche da noi, del resto, aveva dimostrato di riuscire a creare per i giocatori un clima adatto ad esprimersi, glielo riconoscono tutti.
Secondo me si possono dire due cose a questo punto: la prima che la regola dei panda evidentemente non funziona. Perché i nostri giocatori migliori finiscono nelle due sole squadre che se li possono accaparrare e non giocano.
Poi sono bravi a farsi trovare pronti, ma è abbastanza logico che un giocatore migliori, che un giocatore impari a giocare meglio soprattutto giocando. Si fanno trovare pronti perché hanno un certo talento, ma non crescono, non sviluppano le proprie qualità. Non è colpa loro, perché non giocando è difficile.
Servirebbe un presidente della FIP capace e interessato. L’opposto di Petrucci, che poco capisce e poco gl’interessa di capire meglio.
La seconda cosa che si può dire su queste partite della nazionale, secondo me, è che certo, sono amichevoli, e in generale i nostri sono bravi a giocare senza troppe pressioni, mentre non è raro che falliscano gli appuntamenti importanti, quelli che contano, quando in palio c’è una posta.
Per me questo dipende da due cose: la prima che appunto, non giocando i minuti davvero importanti, non crescono; la seconda che da noi quando giocano nelle giovanili non vengono abituati alle sollecitazioni emotive: i bravi sono naturalmente bravi, vengono coccolati e lasciati fare perché a livello giovanile vincono le partite, ed è quello che interessa ai loro allenatori e società, secondo una visione piuttosto miope.
Nei paesi dell’est non è così, vengono tutti fuori con un’attitudine a prendere responsabilità, ad essere efficaci, anche quando hanno meno talento, si vede da come stanno in campo e da quello che fanno quando conta – e non parlo dei campioni ovviamente, ma delle seconde linee che si vedono anche da noi, qua e là, in squadre di seconda fascia.