Dentro il momento di Milano, e il profondo allarme di Ettore Messina. Ecco il parere della redazione di ROM.
Kevin Martorano: «Momento complicato che sinceramente non mi aspettavo, o almeno non me lo aspettavo che fosse così tanto complicato. Pensando razionalmente, si può anche capire che i cambiamenti son stati tanti e, complice l’Europeo giocato in estate, ci si mette sicuramente di più ad entrare in condizione ed a creare la giusta chimica. Gli infortuni son stati molti ed anche pesanti, secondo me servirebbe un’innesto che possa giocare da ala piccola e guardia, soprattutto se con buona propensione difensiva. Diamo tempo alla squadra, sosteniamola e ci toglieremo delle belle soddisfazioni».
Dario Destri: «Il momento è complesso, ci sono tante attenuanti ma la chimica sembra troppo indietro. Inizia un mese in cui finalmente abbiamo due handler da alternare e questo può aiutare in fase di costruzione. Domanda: Messina parla di poca fisicità sugli esterni ed è vero perché puntava ad usare shields da due, ma se salta lui crolla tutto il sistema? Può bastare un infortunio a far ballare tutte le premesse? resto scettico su questo punto. Come resto scettico su Brandon Davies che però mi pare soffra particolarmente questa mancanza di chimica».
Andrea Maiocchi: «Un avvio che non ci si aspettava, ma che a conti fatti ci può stare: oltre agli infortuni dei due play nuovi, si è fatto male anche il faro offensivo. I giocatori per ora vivono di fiammate grazie a un talento largamente diffuso, serve la mano di Messina per farla diventare una squadra. L’Eurolega, però, non aspetta».
Luca Guazzoni: «Aver cambiato tanto in estate (tra cui i due play), i sette convocati all’Europeo, i tanti acciacchi/infortuni: era nella logica delle cose un avvio meno detonante che nelle ultime due stagioni. Come era normale che perdere un difensore come Delaney sarebbe stato un duro colpo per il sistema difensivo di Milano: sugli esterni nessuno tiene le penetrazioni, i lunghi devono aiutare e si finisce in clamorosa sofferenza a rimbalzo. Tutte cose che lo staff sa bene. La conoscenza è la base per risolvere i problemi che sono sotto gli occhi di tutti.
Io continuo a credere nella bontà di questo roster che non deve perdere la calma, farsi gruppo dentro e fuori dal campo e lavorare sempre più duro in palestra. C’è troppa abbondanza per non trovare la quadra e la svolta».
Alessandro Maggi: «Come già detto, questa squadra ha paura. E non trova fiducia neanche in quelle raffiche di vento favorevole che il suo talento le propone. Il coraggio è insito nel roster, e nel lavoro del suo condottiero. Il “profondo allarme” denunciato da Ettore Messina è la miglior garanzia per i tifosi».
I 7 convocati all’Europeo non hanno svolto la preparazione estiva, hanno iniziato la stagione stanchi e solo ora cominciano a tirarsi fuori dall’Europeo. Parlo di quelli che hanno giocato spesso all’Europeo e dovrebbero giocare spesso in Olimpia (Melli, Datome, Tonut e Ricci). I nuovi hanno iniziato la stagione assieme agli aggregati, spariti dopo la preparazione e le prime amichevoli. Nazionali e nuovi hanno iniziato a cercare la chimica solo a fine settembre in occasione della Supercoppa. Ci sono stati infortuni pesanti. Shields, la nostra star da Eurolega, due volte. Poi tre play su tre. Pangos, Mitrou-Long e Baldasso. Questa concomitanza ha obbligato altri giocatori ad alternarsi in regia, vedi Hall con pessimi risultati. Il resto della squadra in assenza di chi doveva fare gioco si è adattato. In pratica, solo ora a novembre l’Olimpia dispone dei suoi tre registi, che da quanto si è visto con Pangos e Naz sanno produrre in proprio (e questo e bene) ma non sfornano gli assist che dovrebbero e se il pallone non gira la produzione offensiva langue la dove dovrebbe trovare i suoi terminali. Ovviamente se non arrivano gli assist non è responsabilità solo dei play ma anche di chi esegue i blocchi perché Baron ad esempio non riesce quasi mai a liberarsi. Aggiungiamo che la difesa latita, mancando Delaney e Shields, e sotto canestro veniamo sovrastati dal Tavarez di turno.
Ci vuole pazienza almeno fino a fine anno prima di dare dei giudizi. Se il roster è così profondo come si dice l’assenza di Shields dovrebbe essere superabile senza acquisti, però anche Davies e Thomas. pur essendo abili e arruolati non stando rendendo come ci si aspettava, e calcolando che Thomas è un’ala piccola come Shields, forse in quel ruolo ci vorrà un supporto dal mercato.
Non sono molto d’accordo con te. Vero che gli infortuni hanno rallentato il processo di coesione del gruppo.
Però dissento su Thomas che sia un 3. Thomas è un 4 bonsai come lo era leday. Usato da 3 va in crisi in difesa perché non ha il passo per tenere i 3, in attacco gioca fronte a canestro e non sa attaccare il ferro in penetrazione, se va in post basso a prendere palla finisce con avere sempre il raddoppio di uno dei due lunghi avversari. A rimbalzo non si vede perché gioca lontano da canestro. Io piuttosto che Thomas da tre meglio tonut o ricci che almeno ci mette un po’ di grinta. Davies rende, come si è visto a Barcellona, quando lo servi in attacco e lui può giocare 1vs 1. Cmq rispetto a Tarcisio è un upgrade pazzesco.
Il problema a mio avviso è che in difesa mancano automatismi che rendevano il problema dei cm in meno dei nostri lunghi quasi invisibili. Se gli avversari saltano la prima linea sempre con facilità, Melli e hines vengono travolti.
ricordo le finali di scudetto, rodriguez non era un grande difensore, ma c’erano hall e grant che difendevano forte, hall e tonut possono e devono giocare da tre con il supporto quando può di Gigione, pangos in difesa equivale al chacho, ma baron non difende, far giocare pangos e baron crea squilibrio, thomas acquisto sbagliato.