Olimpia Milano post Brescia che certifica la pericolosità di un avversario e riporta la Virtus sullo stesso piano dei biancorossi. Dopo una settimana di attese, un brutto ko sotto ogni punto di vista.
Le pessime scelte
L’Olimpia, dopo un pessimo avvio, si è più volte riportata ad un solo possesso da Brescia, gettando via malamente tutti i palloni più “pesanti”.
Le 14 palle perse sono un indice chiaro, così come il rapporto rispetto ai 13 assist. E certificano un momento, una tendenza, se ripensiamo agli ultimi minuti con Panathinaikos e Real Madrid.
Non è un momento di grande lucidità per Malcolm Delaney, per Devon Hall, e anche per Sergio Rodriguez, assolutamente prevedibile ieri pomeriggio.
E’ indubbiamente questa Olimpia Milano una squadra con valori, costruita intorno ad un gruppo coeso e granitico, che tuttavia dialoga con profitto in difesa, ma tace in attacco. Serve dialogo, e movimento.
La prestazione
Nei due precedenti con Brescia Olimpia Milano aveva vinto con la difesa, concedendo poco più di 60 punti. Ieri la Germani ha chiuso con 82, tirando 12/25 da 3, e Della Valle da un 4/14 complessivo da fuori è passato ad un 4/8.
A rimbalzo il dato è stato 35-29, e se guardiamo i liberi, Brescia ne ha tentati 11 in più realizzandone 18 rispetto ai 6 di Milano.
Sono tutti questi indici di aggressività: la squadra di Alessandro Magro, che in Coppa Italia è stata piegata solo dal talento del Chacho, voleva dimostrare di essere sullo stesso piano. L’Olimpia non ha avuto niente in contrario.
E si è affidata al solo tiro da 3: 8/27 (rispetto a 12/25), con tante palle perse in appoggi in profondità sotto il ferro letti con facilità dalla difesa bresciana. Monodimensionalità.
Il senso di un ko
Brescia a -6, Virtus sullo stesso piano in classifica ma con lo svantaggio del fattore campo. Niente di allarmante. Non tanto per il primato in stagione regolare, che resta un dato indicativo ma non decisivo per una stagione.
E neanche per il valore degli avversari. La Germani fa indubbiamente paura, da mesi, ma senza coppe europee dovrà inevitabilmente “riscoprirsi” quando i playoff richiederanno gare ravvicinate.
E la Virtus, al netto degli straordinari valori del roster, è squadra da ricostruire totalmente negli equilibri (con bocciature eccellenti), terribilmente sofferente in Europa, e vincente ieri anche e soprattutto per il brusco e verticale crollo prestazionale di un’ottima Reyer alla terza trasferta in cinque giorni.
Però un dato fa riflettere: l’Olimpia Milano cade a Brescia con 18’ complessivi dal poker Ricci, Biligha, Baldasso, Alviti. Sale il livello, scende la Milano degli italiani
Se anche quest’anno gli italiani renderanno relativamente poco, la “colpa” non sarà solo di Messina. Perché se lo scorso anno giocavano pochino, quest’anno Alviti Biligha, Baldasso ma soprattutto Ricci di spazio ed occasioni ne hanno avute.
Virtus è in fase di ricostruzione e certamente Harvey e Mannion avranno meno spazio ma i due nuovi di livelli EL possono garantire punti, rimbalzi e (Hackett) difesa. Un piccolo tesoretto che potrebbe ampliare il divario con l’Olimpia.
Per ora, però, mi preoccuperei di chiudere bene ka regular season di EL. Non prendere il vantaggio del fattore campo, dopo la splendida cavalcata sin qui fatta, sarebbe un peccato e ci metterebbe certamente in difficoltà.
Shields sembra rientrare in forma: potrebbe risolvere lui, in parte, i problemi offensivi.
Il bello arriva adesso!
Alessandro mi aggancio alla tua nota finale sugli italiani, per collegarmi di nuovo a quell’inquadratura che ho chiamato “il mal di testa” dì Messina. La sua ipotizzabile stanchezza, mancanza di tono che secondo me ha dimostrato ieri.
L’episodio con Alviti diventa significativo, in questa luce: Alviti riceve una palla dì ritorno dall’angolo che era chiuso, fa un palleggio, crea spazio per il tiro, lo rifiuta, nel seguito dell’azione, che diventa convulsa per limiti dì tempo, perdiamo palla e subiamo contropiede.
Messina quindi lo cambia per non aver preso il tiro, per mancanza di personalità e coraggio, e gli fa un lungo cazziatone in panchina.
I fatti sono due: ma chi, ieri contro Brescia, aveva iniziativa, lucidità e coraggio? Direi nessuno. L’agonismo è mancato proprio alla squadra. Come avrebbe potuto averne Alviti, allora?
Secondo fatto: se la panchina, intesa come allenatori, fosse stata lucida, avrebbe rilevato il tono moscio dell’intera squadra, quindi siamo sicuri che la medicina migliore per Alviti, contagiato dall’anemia di tutta la squadra, fosse il bastone?
Non si poteva lasciargli il tempo dì assestarsi e prendere iniziative? Non sarebbe stato meglio?
A me pare che Messina fosse scarico, che avesse mal dì testa, questo gli ha impedito di trovare soluzioni efficaci e non nervose al problema che aveva in campo.
Dopo la breve reazione della squadra a inizio terzo quarto, una boccata d’aria subito soffocata, era chiaro a qualsiasi tifoso competente e appassionato di Milano che la partita era andata.
E allora se la tua scelta di giocare coi fidatissimi non sta pagando, devi dare fiducia agli altri, hai visto mai: che hai da perdere?
Ma l’ottimo Ettore ieri era troppo stanco, secondo me, per lottare contro i suoi istinti e vincerli. Abbandonandosi a quelli non ha trovato le soluzioni che sarebbero servite.
(Tarczewski e Daniels già prima dì scendere in campo, per esempio – per Chacho e Hines che chiaramente già pensano alla settimana fondamentale di EL che li attende, e direi giustamente. Non mi servono e non sono serviti Chacho, Hall e Delaney in campo insieme…).
Questo girava nella testa di Messina ieri: “Perché non ho portato Tarcisio che aveva fatto bene la settimana scorso, ho fatto una cazzata, questi pensano alla settimana di Eurolega e si risparmiano”
Perché diciamolo che prendere 80 punti da Brescia è sinonimo di poca voglia.
Un incidente di percorso ci sta anche se mi sembrava doveroso dare un occasione a Tarcisio e lasciare riposare Hines che comunque si è riposato lo stesso.
Vittoria o sconfitta poco cambiava ma certamente il modo in cui si e’ perso fa venire qualche dubbio non tanto per il piazzamento finale che avremo in Italia (e in Europa )quanto perché siamo ancora un po’ troppo lontani da completare quella quadratura del cerchio che oramai non può più aspettare.Note positive: il recupero sempre più evidente di Shavon e segnali molto incoraggianti per Dinos,al contrario perseverano le continue difficoltà per Sergio e Malcom e momento down per Devon,spremuto quest’anno come un limone (stessa sorte tra l’altro pure per il grande Kyle).Questa front Line si troverà a breve di fronte gente come Larkin,Llull,Calathes e non basterà certo l’orgoglio da grandi campioni a poterci tenere a galla.Vediamo in settimana come usciamo da questa doppia sfida di coppa dopodiché potremo capire qualcosa di più su come stanno effettivamente le cose,meglio sarebbe ovviamente mantenere un posto finale tra il terzo ed il quarto ma se la squadra non ritrova appieno le sue skills potremo rischiare seriamente contro la settima o l’ottava,ancor di più se dovessimo vedercela con Vesely o De Colo.
Diversamente in Italia la situazione mi pare molto più tranquilla,e’ evidente che una Olimpia a pieni giri e massima concentrazione con Brescia ne vince almeno 9 su 10 .
Se poi i campioni del mondo sono quelli a cui Venezia ha regalato una vittoria che era già in cassaforte allora sono ancor meno preoccupato,Daniel permettendo.
P.s.chi continua a far notare che lui ha la stessa età’ di Sergio spero abbia visto la partita di ieri sera in modo da poter fare le opportune valutazioni.
Daniel si sta dimostrando il vero valore aggiunto di questa squadra e se avessimo potuto prenderlo noi in uscita da Mosca ci avrebbe fatto veramente un gran comodo per questo finale di stagione,grande giocatore davvero….
Messina ha cercato di aggrapparsi alle certezze di tanti anni piuttosto che rischiare qualche carta nuova dal mazzo. Nei momenti difficili vede più Hines Rodriguez o Melli piuttosto che un outsider, anche perché i senatori gli hanno portato a casa mille partite le alternative invece no. Fin qui niente di strano, la domanda semmai è se valesse la pena di chiedere un ulteriore sforzo ai senior per una partita di LBA oppure fosse più importante risparmiare energie per i tre mesi decisivi che abbiamo davanti. La mia sensazione è che ormai la testa sia solo all’EL e diventa difficile dare i giusti stimoli in queste partite che quando si complicano poi nessuno riesce a raddrizzare. Forse è davvero meglio arrivare secondi inRS ma meno stanchi, questo almeno ci hanno detto le ultime stagioni.
Sale il livello? Brescia 15 pp, Milano 14 pp…….chi come me ha visto la partita può solamente dire che ci sarebbero da aggiungere le palle…..quasi perse: raggiungeremmo numeri da record, ergo partita da definirsi su ambo i lati mediocre
L’impressione è che nonostante ieri sia scesa in campo la truppa dell’Eurolega (con Shields e Mitoglu ancora in rodaggio) in LBA Milano gioca – forse anche un po’ inconsciamente – non a pieni giri, cosa che comunque le permette di vincere quasi sempre. Al di là della vittoria di ieri di Brescia, in proiezione playoff su una serie Milano può temere solo Bologna e conterà lo stato fisico nel momento in cui giocheranno.
La scelta di ieri andava in una direzione: voleva ritrovare l’amalgama con Mitoglou e Shields. L’insistere con quelli andava in quella direzione.
Voleva accelerare il rientro di due pedine fondamentali. Ieri ai due è capitato quello che succede normalmente a chi rientra dopo un periodo molto lungo: prima partita di solito eccellente, e poi giù per due-tre partite prima di ritrovarsi.