Roberto De Ponti analizza il momento di Olimpia Milano come ogni martedì nel suo «Dai e Vai» sul Corriere della Sera. Ecco alcuni passaggi:
Almeno, ha dimostrato di saper soffrire fino all’ultimo pallone. Con Maccabi e Fenerbahge (e con Brescia) è andata male, con Bayeni (e Brindisi) meglio. Faticosamente meglio
Intensità è la parola chiave: quando Milano si è messa a difendere sul serio, allora il risultato è cambiato. Un’intensità che la squadra esibisce a giorni, se non a quarti, alterni: lo fa, quando lo fa, solo se si trova con l’acqua alla gola e talvolta nemmeno (le batoste con l’Efes in Eurolega o in campionato quella con la Virtus Bologna insegnano)
Crescita non semplice perché — non va mai dimenticato — l’asse portante della squadra è piuttosto attempato: non è un caso che la partita con il Bayern sia stata vinta quando si sono accesi i due ultratrentenni Rodriguez e Micov, che il dio dei canestri li preservi in buona salute e in buona forma fino al termine della stagione
L’impegno più importante è quello di stasera: saranno le vittorie in casa a decidere chi andrà ai playoff e chi ne resterà fuori. L’Alba ha le stesse vittorie del Bayern, che a momenti vinceva a Milano: intensità, per favore, intensità