Ettore Messina e la richiesta d’aiuto al popolo biancorosso. La risposta è sì, ma la fiducia nasce da lui

Insieme è la parola chiave. C’è questo, niente di più e niente di meno, nel messaggio rilasciato da Ettore Messina lunedì sera

Insieme è la parola chiave. C’è questo, niente di più e niente di meno, nel messaggio rilasciato da Ettore Messina lunedì sera, a una manciata di ore da un’altra settimana terribile per i colori biancorossi.

Concedetemi una piccola confidenza, un unico richiamo alle personali esperienze, sapendo bene di essere meno di nulla nelle vicende di questi anni del club. Allora inconsapevolmente, questo sito nacque il 18 dicembre 2012.

L’Olimpia Milano esonerava Fabrizio Frates, assistente di Sergio Scariolo, scatenando un vespaio di polemiche sui quotidiani. Sì, ai quei tempi le discussioni si generavano ancora sulla carta stampata, e andavano peraltro avanti da mesi.

Tutto lecito, sia chiaro, ma da spettatore molto esterno mi chiesi: «Ma possibile che ogni giorno, ogni santissimo giorno, debba leggere o sentire critiche distruttive su questo club?». Non me ne capacitavo. Al netto di evidenti responsabilità, come non si poteva percepire la portata straordinaria del nome Armani nel contesto di un club che pochissimi anni prima rischiava l’estinzione?

«Chi semina vento raccoglie tempesta» dirà qualcuno, ma ovunque andassi ascoltavo ricette, lezioncine, se non scherni, o addirittura tifoserie avversarie pronte, al momento della sconfitta, ad inneggiare addirittura ad un nuovo successo senese.

Non riuscivo ad accettare l’assenza di un popolo. Da allora il club ha lavorato molto, e forse solo pochi mesi fa, nell’indimenticabile trionfo tricolore con la Virtus, in un Forum tutto esaurito, si è visto quel popolo.

Un valore, che questa società ha costruito, e che per ROM ha rappresentato la chiusura di un cerchio. E ci piace che quel valore, richiamato da Ettore Messina ieri sera, possa aver trovato spunto in quegli applausi, in quei canti, in quelle pacche sulle spalle che un gruppo di Ultras Milano non ha lesinato all’uscita dal Palabigi, dopo una delle peggiori sconfitte degli ultimi anni. 

Ma la forza del popolo si ferma qui. Il resto spetta alla squadra. Se il percorso è quello di una ricostruzione di fiducia, tutti devono essere pronti a fare un passo indietro che, come sempre, è in primo luogo un passo avanti per il bene comune. 

E questo vale anche per Ettore Messina. Anche i più grandi sbagliano. E’ capitato a Pat Riley, nel ritiro di Santa Barbara del 1989, poco prima delle Finals con i Pistons, quando l’azione da “sergente di ferro” costò mugugni e gli infortuni di Byron Scott e Magic Johnson, e il terzo titolo in fila.

Allora i giocatori lo soprannominarono Norman Bates, il killer di Psycho. Allora era tardi per comprendere e fare un passo indietro. Oggi siamo ai limiti. Ma non è ancora troppo tardi. Insieme.

14 thoughts on “Ettore Messina e la richiesta d’aiuto al popolo biancorosso. La risposta è sì, ma la fiducia nasce da lui

  1. Come sempre la responsabilità di una stagione orribile ricade sul coach anche se spesso a determinarne la reale storia convergono molti fatti e i giocatori ne sono responsabili tanto quanto. Leggendo i vostri commenti la sentenza è stata emessa, Messina out è la soluzione che reclamate. Ho sempre pensato che nel basket come nella vita a momenti esaltanti e felici seguono periodi difficili e frustranti, accetto il brutto per godere del bello e capisco chi invece preferirebbe solo trionfi senza mai un passo falso. 4 anni di Messina, cosa resta? il primo l’ha chiuso il Covid e non ci stavamo divertendo, il secondo un tiro dentro e siamo in finale di EL e scudetto perso male a Bologna, il terzo F8 contro la vincente di EL con la squadra incerottata e vittoria dello scudetto, quest’anno una pena totale. La gestione del coach ci ha portato grandissimi campioni e non dite che sarebbero venuti basta pagare, i campioni vanno nelle squadre dove si vede la possibilità di vincere e dove il coach dà garanzie di serietà del progetto. Quindi che fare? Messina out? L’unica cosa che sottolineo è che le memorabili stagioni Olimpia sono state sotto Rubini allenatore per anni e poi Peterson/Casalini, anche in questo caso per due lustri e più. Stagioni di trionfi e di cocenti delusioni ma caratterizzate dalla stabilità al posto di comando. Tutte le altre Olimpia hanno si vinto qualcosa spot ma non hanno mai avuto il tempo per rendere stabile un progetto durevole.

  2. grandi campioni quali……..chacho e hines in parabola discendente, mi pare che in eurolegue la squadra non sia mai partita come favorita.

    1. Mi sembra un po’ ingeneroso dire che Hines e Rodriguez sono arrivati a fine carriera. Messina ha fatto tanto, ha dato nuovo lustro europeo, ha cambiato la mentalità. E ci ha portato ai playoff ed anche alle final four ed anche a un tiro (sbagliato) dalla finale. Non scherziamo.
      È che ora non è in gradodi gestire quanto sta succedendo. Son tre mesi che si scontra contro il muro delle sue incrollabili certezze, che però non portano alla “svolta”. Non se ne andrà, il Pastore?
      Amen.

      Il popolo biancorosso c’è, e negli ultimi dieci anni c’è sempre stato. Ha anche applaudito (poco) Pianigiani.
      La squadra non è il suo coach. Il pubblico ama l’Olimpia, a prescindere.

      Forza Olimpia

  3. Per favore Maggi spiega cosa intendi per un passo indietro di Messina.

  4. A fine stagione Messina arriva sicuramente, e altrettanto sicuramente ci sarà anche l’anno prossimo e molto probabilmente verrà confermato anche in seguito. Mi sembra alquanto evidente il rapporto di stima reciproca e di affetto che vi sia tra Messina ed Armani/Dell’Orco.
    E’ stata una bella cosa aver riattivato i commenti, però se poi tocca assistere al ritorno di certi utenti (con relativi insulti e provocazioni) ed al #messinavattene allora forse è meglio richiudere i commenti…

    1. Ma perché tu,@Cap, puoi scrivere i tuoi pensieri ed io non posso chiedere che Messina dia le dimissioni? è una richiesta ben motivata e non offensiva per nessuno.
      A volte saper rispettare il pensiero degli altri è difficile, ma ci si deve provare.

  5. Trovo molto problematico rispondere a questo appello di Messina.

    Il Forum (ancora) pieno è una risposta chiara di noi pubblico, che più chiara non si potrebbe.
    Ma lui continua a invitarci, a sollecitarci, mentre in cambio non ci dà niente – e non parlo di vittorie o sconfitte, ma di un cambio di atmosfera, di una rivoluzione che porti alla costruzione della squadra.
    Di farci vedere una squadra in campo!

    Lo stato d’animo in cui mi sento trasportato da questo appello dev’essere simile a quello che provano i giocatori che stanno dando il possibile, ma non hanno un telaio nel quale valorizzare il proprio sforzo.

    È una critica aspra, me ne rendo conto, ma io spero che venga compresa come un insight su quelle che potrebbero essere le condizioni del gruppo.
    Quindi indirizzare un dialogo e un cambiamento nella squadra.
    Questa in ogni caso è la mia intenzione.

    1. Sono d’accordo al 100%, noi tifosi gli diamo tutto il supporto, ma ci aspettiamo un cambio di marcia, anche se questo significa rivedere alcune sue posizioni. Del resto è evidente che così non va. La bravura dello staff si vede anche nel saper rimediare in corsa a una situazione sfavorevole. Capisco anche quelli che vorrebbero un cambio alla guida tecnica, ne hanno motivo, ma io andrei avanti con quello che abbiamo e poi a fine stagione si tireranno le somme.

  6. Spostare l’attenzione dal campo tecnico-sportivo, a quello letterario-melodrammatico, questo il senso di un richiamo esterno ad unità e compattezza, un senso ce l’ha? O è l’ultimo artifizio alla ricerca di un aiuto che non può arrivare da chi, i tifosi, certo possono sostenere con calore la squadra nel momento di difficoltà, ma non possono rimediare alle deficenze ed agli errori in fase di costruzione di quella che doveva essere un top.team di EL; le risorse, ed Ettore lo sa, vanno ricercate e trovate all’interno di gruppo squadra e staff tecnico. Buona fortuna a loro e a noi

  7. Beh, che sia un periodo difficile è innegabile, ma nella storia dell’Olimpia ne abbiamo già avuti e superati.
    Cosa doveva fare Peterson dopo aver perso di 31 a Salonicco?
    Anche lì si era perso in precedenza con Brescia (poi retrocessa) e addirittura c’era stata una contestazione pubblica di Premier a Peterson, eppure da tutto questo siamo poi emersi con la coppa.
    Non è questo l’anno, ma da queste difficoltà, bisogna uscirne più forti e coesi per ritornare, anche in Europa, dove conta.
    Comunque, in Italia è vero che abbiamo perso contro tre squadre nettamente inferiori, ma contro le dirette avversarie abbiamo fatto delle belle partite.
    Sembra che quando l’avversario sia di livello inferiore, si prende troppo sotto gamba.
    Detto ciò, nel momento di difficoltà bisogna usare tutte le risorse possibili, quindi coinvolgere tutti i giocatori, non lasciarli a fare le ragnatele in panca.
    Allo stesso tempo se quello fatto finora non funziona, chi allena, deve trovare o provare strade nuove, che può anche voler dire rispolverare qualche difesa a zona o creare giochi in attacco per questo o quel giocatore, ma basta intestardirsi su cose che viste finora, non funzionano.

    Comunque, peggio di chiamarsi Pippo…..

    Forza Olimpia

  8. RIMANE SOLO LA FEDE
    Cara Olimpia,
    Lo sport è duro e si sa che i successi sono inversamente proporzionali alle delusioni. Io sono uno di quelli che ha vissuto le tue vittorie a Varese quando Meneghin, Morse e Yelverton giocavano in giallo, quando l’Aris tornò in Grecia suonato, quando McAdoo si tuffava come un rookie e Premier che salutava il pubblico livornese con due dita (uno per mano), ma anche uno di quelli che ha subito gli sputi (reali) a Caserta e in curva a Milano vide Caserta vincere. Poi Siena, poi Piangigiani, fino allo strazio di Bologna.

    RIMANE SOLO LA FEDE
    Oggi sono incredulo. Abbiamo uno dei migliori allenatori, un team sulla carta esagerato e uno staff esperto, ma tu Olimpia non ci sei. Siamo nel limbo, come gli ignavi che corrono e corrono, ma a differenza degli ignavi noi abbiamo una bandiera. Non riesco a “non ragionare di loro, guardare e passare”. Sarò ancora presente alle tue battaglie, che faccio anche mie, ma ora sono triste, avvilito, il grido “Forza Olimpia” esce strozzato dalla mia gola ma vuole uscire e uscirà sempre.
    Ti verro a vedere, ti verrò a sostenere, ma concedimi solo questo atto d’amore: listerò con un nastro nero la mia sciarpa biancorossa perché voglio che tu sappia , cara Olimpia, che oggi io soffro per te e con te. Lo devi sapere, devi sapere quanto è grande il dolore per un tuo tifoso vederti cosi.

    RIMANE SOLO LA FEDE

  9. Diciamo che se dovessimo chiudere la stagione con scudetto e/o CI sarebbe un triennio comunque fallimentare perché con il budget a disposizione vincere in Italia dovrebbe essere scontato o quasi … e a memoria … della squadra che arrivò terza in EL sono rimasti 2 giocatori a fine carriera ( Datome/Hines) 1 panda inutile ( Biligha comunque anni 32/33) e il solo Shields … segno che in tre stagioni Messina non ha costruito un gruppo futuribile … bruciando tanto per dire Della Valle e Fontecchio … adesso Alviti e lo stesso Tonut … giusto per restare sui panda …

  10. Quando hai situazioni così difficili è anche complesso capire dove inizino le responsabilità di uno e quelle dell’altro. Messina ci sta capendo poco, i giocatori idem e quando hai un marasma così esteso è anche difficile capire il reale valore di alcuni giocatori. O meglio, di alcuni sai che hanno valori ma qua stanno affondando (Thomas e Voigtmann), altri rimangono delle incognite (Mitrou-Long) e poi hai i soliti noti che riescono comunque a emergere anche se non basta (Davies).

    Milano, ad oggi, non ha ancora gerarchie e quintetti rodati. Annaspa alla ricerca di assetto che funzionino senza particolare costrutto.

    Le ultime scelte di LBA di Messina le ho interpretate come un voler amalgamare il gruppo che si giocherà la coppa Italia, diventata ormai un trofeo importantissimo in una stagione avara di soddisfazioni.
    La cosa che però lascia perplessi è che esattamente un anno fa, quando ci fu la combinazione di covid e infortuni, lui stesso iniziò a fare uso delle seconde linee. Il recupero di Grant iniziò a gennaio (a Barcellona vinciamo con lui che gioca 30′), così come l’utilizzo con buoni risultati di Baldasso e Alviti (il quale fa anche una splendida partita a Madrid). Si sperava che avendo toccato con la mano l’utilità di tenere tutti coinvolti potesse quanto meno cambiare idea.

    Siamo tornati alla situazione di due anni fa con i suoi di fiducia e il resto meno. È una fisolofia che ci sta. È la stessa che usa Ataman da anni. 9/10 di cui mi fido e basta. Basta essere coerenti e non prendere 17 giocatori.
    Il suo messaggio ai tifosi comunque è un segno positivo, soprattutto considerando il suo carattere.
    Speriamo che alle parole seguano i fatti.

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