Olimpia Milano post Efes. La più grande disfatta della storia del calcio italiano cerca di distrarre le nostre e le vostre attenzioni, ma noi con la testa siamo alla straordinaria rimonta di Istanbul, non alla figura da peracottari di Palermo.
Le palle perse
5. In 40’. A Istanbul. Contro l’Efes. Va detto, va sottolineato dopo le 19 di Tel Aviv. I numeri spesso non dicono nulla di nulla, in altri sì. In un momento delicato, dopo una prestazione terribile, da 19 a 5. Questi sono i valori di cui parliamo da più di un anno. Questa squadra li ha.
La partita
Nel primo quarto l’Efes tira 7/9 da 3, con 11 di Micic. Nel secondo arriva a 10/15, con 15 di Micic e 13 di Moerman. Sia chiaro, non è tutto casuale, non è tutto solo talento. Comunque tantissimo se si parla dell’esterno serbo di Ataman.
Si parla anche di tanti tiri piedi a terra, in uscita dal primo blocco, spesso dopo pochi secondi di possesso. L’Olimpia difende male. Viene punita oltremodo, ma difende male. E in questo c’è una linea di continuità sinistra con Tel Aviv.
Lì, l’errore, è anche perdersi d’animo nel finale di primo tempo, arrivando sino al -15. La squadra, che tira 11/22 da 2 e 4/12 da 3, passa conclusioni aperte, si nasconde, a parte Devon Hall, 3/5 da 2.
Non può piovere per sempre. Non nei 40’. Neanche se ti chiami Efes. Però nello spogliatoio escono i valori, se parti con un 7-0 e pareggi dopo 9’ con una tripla di Ricci. La squadra di Ataman non ha continuità, lo avevamo detto, ma 15 punti non si annullano da soli. In altri 7’ Milano a +7, e tanti saluti.
Perchè la squadra esce, perchè ottiene qualcosa anche da Kaleb Tarczewski aggiungendo sostanza fisica nel pitturato, perchè si compatta e torna sul piano partita. Difesa, con coscienza di quelli che sono i punti di forza.
Si continua a tirare male, ma con la fiducia anche le pecche si possono con il tempo cancellare.
La liberazione di Ettore Messina
L’abbraccio liberatorio con Pozzecco alla sirena, l’applauso sentito alla squadra nello spogliatoio. Da quel “sono preoccupato” al sollievo di chi rivede quella giusta luce negli occhi.
Segnale di una squadra che segue il suo condottiero, riuscendo anche a stupirlo. Valori, ancora una volta, che accrescono il valore della squadra. Si va oltre, da tempo, ai difetti, facendo emergere i pregi quando più conta.
Sia chiaro, questa è una squadra nata per le Final Four, non per i playoff. In questo non ci sono miracoli, o imprese. Ma Belgrado è obiettivo, lecito, di tanti. Solo chi ha valori può staccare il biglietto. Questa Olimpia, quel requisito, lo ha. Per il resto, parli il campo. Sino ad oggi, ha parlato chiaramente.
Scrivo solo e soltanto una cosa: questa squadra, questo coach, questo staff, questi ragazzi, meritano solo e soltanto tantissimo rispetto.
Forza Olimpia.
Grande vittoria se ce n’è una, in una serata resa amara dalla sconfitta della nazionale di calcio che ci copre di ridicolo e ignominia (anche se a me importa il giusto è un brutto colpo per lo sport italiano), quindi ci pensa il Basket, per noi tifosi Olimpia, a riscattare il tutto, in una partita a due facce😒😊 nella quale i ragazzi (per noi che li conosciamo) ci sorprendono il giusto con un grande e aspettato secondo tempo (ridicoli quelli del blog che hanno abbandonato dopo il primo tempo, significa che non hanno capito la vera essenza che lega questa gestione e questo gruppo)…….avanti tutta!
Comunque se la durezza mentale si potesse materializzare, l’Olimpia taglierebbe i diamanti.
Per me la più bella definizione della stagione approvo sottoscrivo e ringrazio
Grazie per aver dedicato del tempo a dirmelo, apprezzo genuinamente la tua gentilezza.
Certo, difendere su Micic E Larkin tutto in una volta è difficilissimo, l’MVP d’Europa e la squadra campione d’Europa, e quel duo terrificante.
Hanno dimostrato quello che possono fare, non solo personalmente, ma per i vantaggi che sono capaci di creare per gli altri.
Nel primo tempo.
Anche i grandissimi campioni però hanno dei limiti, l’1/1 continuato richiede energie fisiche e mentali esagerate: possono condizionare una partita in favore dei loro compagni per 40 minuti, giocando OGNI DUE GIORNI, ogni volta?
La risposta è nel secondo tempo di ieri, ed è un chiaro NO.
La mia notazione guarda anche al futuro nei PO, oltre che alla settimana presente.
Moerman, quello che più si avvantaggia dei vantaggi (ahah) creati da quei due, nel quarto quarto di ieri era mentalmente finito: non gli entrava più niente, e un Chacho da gloria eterna è riuscito a tenergli l’1/1 obbligandolo a una torsione da ginnasta coreana, che non poteva che finire sul ferro, ed è tanto che l’abbia preso. Pochi minuti dopo gli ha scippato dalle mani un pallone destinato a diventare assist e canestro, ma il francesone non aveva più testa. 33 minuti contro Real costano, e un primo tempo da favola contro di noi ancora di più.
Detto questo sono d’accordo con Alessandro che quella terrificante serie di bombe messe da Efes non è frutto solo del talento, ma di un’organizzazione che mira a quel risultato e ne ha gli uomini adatti. Se Pleiss si può allontanare dall’area e colpire dall’arco diventa dura.
Mi pare che quest’anno infatti abbiano fatto il record di triple messe a segno.
La nostra difesa un po’ soffre quel tipo di gioco e quel tipo di giocatori, e lo vedremo ancora contro Mike the James 😉, ma la nostra difesa ha uomini eroici e intelligenti che sanno adeguarsi alle circostanze, e un allenatore che è un maestro nel guidarli.
Se incontreremo Efes: perché con Shields che inizia a carburare davvero, e Mitoglu e Tarczewski che se non gli chiedi di capire nulla in attacco ma di difendere con tutto quello che ha, c’è sempre, e Hall che ancora non conosce i propri limiti, e Datome che sa fare male, un Chacho che sempre di più è passione e spettacolo, un vero Chacho, non vedo perché non potremmo assicurarci il terzo posto (Asvel stasera potrebbe darci una mano).
Dimenticavo Hines, scusate, che ieri sera ricevuto l’assist di Hall dalla linea di fondo, nel quarto quarto, ha ricevuto il pallone, piantato bene i piedi per terra, s’è fatto rimbalzare addosso un paio di tentativi di spingerlo, ha spezzato un paio di manate che volevano piegargli le braccia, li ha fatti saltare tutti, e ha appoggiato al tabellone. Poesia della potenza e potenza della poesia.
Comunque, fosse anche l’Efes quello che ci tocca nei PO, ci sarà da soffrire per le sfuriate dei loro campionissimi, piegare le ginocchia e tenere ferma l’emozione, ma tutte quelle partite ogni due giorni dopo quello che ho visto ieri sera, non mi fanno paura – perché se come sesto e settimo entrano Shields e Hall, beh… sono d’accordo: questa squadra è fatta per le F4, non solo per i PO.
Poi c’è il campo e in campo può succedere di tutto, ma può anche succedere che noi continuiamo a macinare come abbiamo fatto per tutta la stagione – prendendoci anche qualche pausa, perché no, è normale.
Agli altri non succede? E allora!
Vittoria che sicuramente farà dormire sonni poco tranquilli ai nostri avversari ma che non ci deve illudere che il più sia fatto
Quanto al resto ho già scritto in altro post che riserverei il termine impresa alla vittoria del novembre 1986 contro l’Aris dove gli INVINCIBILI hanno dato una prova di forza difficilmente ripetibile,io ho avuto la fortuna di essere presente e non ricordo qualcosa di più straordinario sportivamente parlando