Olimpia Milano vs Maccabi regala ai biancorossi la miglior partenza di sempre nella New Era di EuroLeague, e una rinnovata fiducia di grandezza complessiva. Analizziamo tre punti chiave del successo di ieri.
La difesa
Un 92-88 non deve totalmente ingannare, per quanto sia un dato. Anche nella serata di ieri l’Olimpia ha vissuto momenti di grande ispirazione difensiva costruendo parziali che in fondo hanno deciso il match. Nel terzo quarto, ad esempio, il Maccabi ha prodotto sì 22 punti, ma 8 negli ultimi 5’.
Sono frangenti di alta pressione che diffondono nell’avversario la consapevolezza di poter andare a segno solo con giocate personali, dunque tagliando totalmente fuori il reparto lunghi.
Per caratteristiche, inoltre, il Maccabi ha prodotto molto sulle 11 palle perse di squadra, focalizzatesi soprattutto nel primo e nel terzo quarto. Una maggiore presenza offensiva sui 40’, avrebbe potuto allargare non poco la forbice tra le due squadre.
L’attacco
Un anno fa l’Olimpia partì 6-3 dopo nove round, 7-2 quest’anno. Non una differenza sensibile, ma parliamo di quella che è la reale differenza.
L’Olimpia del Pianigiani II, a quel tempo, dipendeva in attacco dalla lune di due giocatori, James e Nedovic, in grado di soffocare gli avversari con una costante realizzazione. A prescindere dalla difesa, differenza non da poco, oggi Milano ha 3 giocatori con controllo emozionale del match, totale, a prescindere dalle realizzazioni: Sergio Rodriguez, Luis Scola e Vladimir Micov.
Le pagelle di Olimpia Milano vs Maccabi
Il serbo era della truppa anche la stagione passata, ma è leader silenzioso (e a volte quasi castrante con quel fare di superiorità) mentre lo spagnolo e l’argentino sono elementi che guidano e coinvolgono, convincendo i compagni di essere “parte di un’impresa”, non “spettatori di un’impresa”.
Sergio Rodriguez
Francamente non ci sono parole. 18 punti e 11 assist ieri sera, 15.7 di media realizzativa con 5.7 passaggi vincenti. Per l’mvp del mese di ottobre sono i numeri più alti in carriera (anche se nel 2015-2016 viaggiò a 6.2 assist di media per tutta la stagione).
Sbagliato fare paragoni con la stagione passata, giusto iniziarli a proporre sul lungo raggio: il Chacho è il più forte play dell’era Armani, sicuramente con Djordjevic il numero uno post-D’Antoni. Era ora.