L’Olimpia Milano è caduta ieri a Cremona per la terza volta in queste cinque prime giornate di LBA Serie A. Non capitava dal 2012, quando dal record 1-4 di Sergio Scariolo arrivò poi l’eliminazione ai quarti di finale della corsa scudetto per mano della Mens Sana Siena di Luca Banchi.
Tre spunti di analisi in attesa, sicura, di giorni migliori.
Un avvio di stagione disastroso?
Ovviamente no, non è la singola sconfitta a contare particolarmente nel mese di ottobre. Ma il fattore singolo conta di più se diventa somma con Brescia e Brindisi. La Vanoli Cremona è una squadra in divenire, che ha trovato il suo coach solo a preparazione in corso, che ha tagliato il centro titolare (Darrell Williams) dopo poche settimane e che medita di rinunciare alla sua ala forte (Matt Tiby), che in estate è arrivata con “pretese” da prima opzione offensiva. Ala forte che anche ieri è stata tra i peggiori in campo.
Ora, l’Olimpia Milano arrivava dal successo in EuroLeague contro il Panathinaikos: come ha potuto la Vanoli colmare in 40’ questo iniziale e indiscutibile gap? E’ la domanda che agita non poco i pensieri di Ettore Messina. Ed è qui che l’allarme si fa moderato.
Mancanza di energie e lucidità
«E’ la terza volta che dopo la Coppa non abbiamo le energie e la lucidità per giocare come vorremmo. Dobbiamo chiuderci in palestra»
le parole di Ettore Messina nel fugace dopogara.
Perchè l’Olimpia Milano di oggi è questa. Una squadra che non ha certezze cui affidarsi quando vuole marciare a ritmo controllato, quando vuole controllare, quando vuole vincere con il minimo sforzo. In questi casi serve lo strappo. E quello strappo non c’è.
Si chiama talento?
Le interpretazione della gara con Cremona
Cremona ha vinto perchè ha avuto più energia e lucidità, tanto per tornare al concetto del punto precedente.
L’energia è arrivata da un quintetto “piccolo” solo per le dimensioni nel ruolo di centro, ma superiore per centimetri, o chili, o atletismo, negli spot di “2” di “3” e di “4”.
L’Olimpia Milano si è adeguata cavalcando un Biligha fino ad ieri eccellente, ma travolto tanto da perdere riferimenti in attacco e in difesa. Sono stati concessi così 13 rimbalzi offensivi, tante seconde opportunità (a volte anche terze opportunità in momenti chiave), pur con altri 3 centri potenziali in alternativa, ovvero Gudaitis, Tarczewski e Burns.
Così Milano ha dovuto tentare il rientro disperato in avvio di quarto quarto, ma qui è arrivata la “lucidità” nelle giocate decisive di Wesley Saunders.
Conclusione
Il timore sta tutto qui. Cremona è stata superiore fisicamente, o atleticamente, nei ruoli di “2”, di “3” e di “4”. L’Olimpia non ha saputo sopperire a questo con il suo talento. In Italia.
Un Arturas Gudaitis in piena condizione. Un totale recupero di Nemanja Nedovic. Un fortunato inserimento, ben diverso dal presente, di Shelvin Mack e Aaron White.
Saranno questi gli antidoti per il rientro in alta classifica in LBA, e la lotta playoff in EuroLeague?
Mack e White non sembravano brocchi proma dell’estate e non voglio pensare che lo siano diventati in due mesi. Certamente il loro inserimento si e’ rivelato piu’ faticoso del previsto. Direi che il piu’ preoccupante e’ Mack che nei piani era ed e’ il primo playmaker. Le alternative, per me, sono Cinciarini in LBA e Moraschini in EL.
Per il resto credo che il rientro di Gudaitis ci dara’ a breve un po’ di profondita’, quel gioco in area che ad oggi ci e’ mancato. E poi aspettiamo anche Nedovic, se arrivera’. Lui e’ l’uomo che puo’ cambiare la nostra stagione e mi auguro di averlo al meglio da gennaio, cosi’ da risultare la “carta in piu'” per i momenti importanti della stagione.
Per il resto: lavoro lavoro lavoro.
E sistemare presto il problema dei rimbalzi sotto il nostro ferro.
Sara’ ma io dico che anche arrivando 8 in Italia i playoff li fai comunque. Gli anni socrso vincevano sempre la regular season e in Europa siamo andati fuori e in Italia non abbiamo vinto sempre
Per ora l’Olimpia è partita come doveva in Euroleague (ottima notizia visto che nella lotta all’ottavo posto ogni partita “pesa”) mentre ha decisamente bucato l’inizio del campionato italiano.
Partendo dal concetto che il termine disastroso a parer mio va applicato solo quando si falliscono gli obiettivi stagionali e non certo dopo le prime partite, sicuramente qualche segnale negativo è da analizzare:
1) la squadra non è anagraficamente freschissima in molti elementi del roster; mi sembra chiaro che quest’anno soffriremo di più il calendario fitto. La necessità numero uno è quindi allungare al massimo le rotazioni per mantenere alto il livello delle prestazioni.
2) la squadra non è particolarmente esplosiva atleticamente. Questa lacuna è stata sfruttata in campionato dagli avversari che hanno deciso di correre con quintetti leggerini e veloci senza mai pagare dazio a rimbalzo. Vista la conformazione fisica del roster (poco adatta al “corri e tira”) l’obiettivo deve essere il dominio dei tabelloni ed il controllo del ritmo.
3) Il Chacho deve essere supportato da almeno un paio di altri creatori di gioco dal palleggio. Benissimo che il basket di Messina si basa sulla circolazione di palla ma a giochi rotti e/o situazioni di pick& roll serve qualche soluzione in più. Nedovic è sicuramente una prima soluzione ma è necessario che anche Mack diventi una opzione credibile.
ps… mi inizia a preoccupare Aron White. Mi può stare bene qualche difficoltà di inserimento nei giochi, qualche amnesia difensiva pure ma a livello di energia/aggressività non è nemmeno lontano parente della belva che avevo visto in maglia Zalgiris
Concordo su tutto cio’ che hai scritto, MikeD8!