Pangos-Messina, timeout teso al Forum: dallo scontro alla reazione

Quella contro l’Olympiacos è stata indubbiamente la notte di Kevin Pangos. Da un “duro confronto” con Ettore Messina alla reazione

Quella contro l’Olympiacos è stata indubbiamente la notte di Kevin Pangos. Da un “duro confronto” con Ettore Messina durante un time-out a fine secondo quarto, alla grande reazione nella ripresa. Una storia, tra tante storie, di piccoli riscatti.

Pangos-Messina, dallo scontro alla reazione

Siamo nella parte finale del secondo quarto con l’Olimpia Milano avanti 26-25. Timeout sulla panchina biancorossa, e Kevin Pangos ha un acceso scambio di opinioni con Ettore Messina sulla strategia da adottare.

Per un attimo gli animi si scaldano, Kevin Pangos parla animatamente, prima con Alex Poythress, poi con Ettore Messina. Che alza la voce per prendere la parola e disegnare il gioco. Nikola Mirotic e un membro dello staff intervengono sedando rapidamente la situazione. 

In telecronaca su DAZN Matteo Gandini riassume così le parole di Kevin Pangos: «Perchè stiamo facendo questo puntini puntini? Con una frase, diciamo così, rafforzativa».

Ma evidentemente è un confronto che fa bene, benissimo al canadese. Nei successivi 15’ della sua gara arrivano 15 punti con 3/4 da 2 e 3/3 da 3.

E anche in sala stampa Ettore Messina ha parole importanti per il giocatore: «Kevin Pangos credo abbia giocato una delle sue migliori partite come impatto, anche realizzativo. Si è preso le sue responsabilità e l’ha fatto contro un grande difensore come Walkup e contro una squadra molto organizzata come l’Olympiacos».

8 thoughts on “Pangos-Messina, timeout teso al Forum: dallo scontro alla reazione

  1. La reazione non può venire che dall’interno, dai giocatori, chi altro?
    Anche Shields a bordo campo, in piedi lui e Messina, gli ha poi fatto un evidente cazziatone da insofferenza.
    Bene così, rispetto allo stagno sono dinamiche che non possono che fare bene, secondo me.

  2. Il confronto con Messina ha fatto bene al canadese, non altrettanto si può dire del …….danese; quest’anno Shields ha una capacità unica nell’infilare vicoli ciechi, angoli ottusi e strade senza uscita dove puntualmente andare a sbattere ; è anche col suo modo pervicace di portare sempre e troppo palla che poi arrivano gli infortuni……

  3. Ma va? Invece tu pensavi davvero che Olimpia fosse un lager dove non ci sono discussione e confronti?
    Sono certo che conosci il modello
    Forming/Storming/Norming/Performing e che sai che quasi sempre funziona così (qualunque team builder lo sa benissimo, figurati se non lo sanno Messina è il suo staff e figurati se non lo sai tu che tutto conosci)

    Ma quando ci sono gli infortuni, tipo l’anno scorso o tipo questo inizio di stagione (come ogni inizio dove hai cambiato molto), il processo non si completa mai ed è impossibile arrivare al performing.

    Fila il discorso?
    Davvero senza polemica, ma le conclusioni le tirerei tra un po’…

    1. Proprio un lager no, ma da noi l’allenatore è il capo e il capo è l’allenatore: la mancanza di un vero dialogo, quindi di cambiamenti sostanziali, parte da lì – non è bene che sia così, lo sappiamo tutti.

      Sulle conclusioni da trarre tra un po’, mi soffermerei su un dato che ritengo fondamentale: dei 65 punti dell’ultima partita, 48 li hanno fatti a Pangos, Shields e Mirotic.
      17 punti tutti gli altri insieme.
      Se mi mettessi a spulciare le altre partite, penso che il risultato non cambi di tanto – anche se mancherebbe Pangos.

      A me pare evidente che un gioco che si basa su due sole pedine non è sostenibile, non soltanto perché soffoca il resto della squadra, ma perché è troppo leggibile.
      Adesso Pangos pare affacciarsi al teatro dei punti, ma il sospetto che sia stato soltanto perché finalmente si è giocato a modo suo, è forte.
      Non ci vedo capaci, né intenti a giocare veloci contro squadre meno confuse.

      Non è sostenibile sul periodo lungo, ma forse già su quello medio, perché le due pedine, Shields Mirotic, difficilmente possono sostenere 60 minuti a settimana di basket estremo, come quello che giocano loro, per settimane.
      Alcune delle quali anche di 90 minuti (30+30+30).

      Che le pedine siano due sole, forse tre, oltre a dirlo io, lo ha detto anche un conoscitore di basket molto più qualificato di tutti noi: Chaus Mateo allenatore del Madrid, che elegantemente ha dichiarato di credere che siano 6, ma il concetto è quello.

      Dunque quel “tra un po’” che tu aspetti per giudicare, a me invece fa molta paura, anche perché nel frattempo non vedo nessun altro crescere nella squadra.
      Né vedo nella squadra una mentalità adatta a far crescere i giocatori: la favoletta del Mirotic in prima squadra a 19 anni appartiene alla preistoria del basket, a un Messina di oltre un decennio fa, più giovane e più vincente. Un altra epoca del nostro allenatore e capo supremo.

      1. Chus Mateo ha detto che “il gioco di Milano SI BASA su 5-6 giocatori”.
        Secondo me intendeva semplicemente dire che ci sono 5-6 giocatori cardine, il che non significa che gli altri non esistano. E anzi, 5-6 giocatori cardine non sono affatto pochi.
        Tra l’altro spesso una modalità di gioco si BASA su pochi giocatori (all’Efes negli ultimi anni il gioco si basava su Micic, Larkin, poi Clyburn e al limite qualche giocata per Pleiss), nel senso che cerca di mettere i top nelle migliori condizioni per rendere; strategia che tra l’altro a me non fa impazzire e che non è affatto tipica di Milano. Un gioco che si BASI su 5-6 giocatori sarebbe a dire il vero molto vario e difficile da contrastare.

        Quindi che al momento attuale l’Olimpia dipenda troppo da Shields e Mirotic è vero, ma lasciamo perdere Mateo e soprattutto lasciamo lavorare lo staff. Si vede un Pangos in ripresa, Voigtmann che ricomincia a vedere bene il gioco, Melli che sta recuperando un po’ di energia. Tonut fa il suo. E’ già qualcosa. E soprattutto contro l’Oly si è rivista la difesa. Con Baron e Lo l’attacco sarà più equilibrato.

        Quanto al time-out, ben venga il piglio deciso di Pangos! Dopo un anno come questo ben venga che sostenga lo sguardo di Messina! Non penso che questo sia un problema per Messina, affatto. E non penso nemmeno che dopo il time-out Pangos abbia giocato come voleva lui senza rispettare il piano di gioco.

        In generale non credo affatto che Messina abbia uno stile di gioco vecchio, proprio per niente. A non piacermi invece è la sua consueta ritrosia a lasciare in campo un po’ di più chi sbaglia; per esempio adesso Hall è sfiduciato e anche emotivamente non carico come al solito; basterebbe puntare su di lui per due-tre partite e lo recupereremmo.
        O ritrosia a far giocare di più i giovani, almeno in certe partite di LBA, ma questo è un discorso già fatto e spero sempre che cambi fra qualche settimana, una volta trovata una discreta amalgama.

      2. Sinceramente non riesco a seguirti. Sui 4-5 giocatori poi ti hanno già risposto. Sul tempo necessario alla formazione e al successo di un team invece non mi hai risposto tu, fa lo stesso.
        Forse scendere dalla tastiera ed entrare nel mondo delle normali relazioni aiuterebbe.

  4. Così giusto per rimettere a posto le cose guardiamo le statistiche di quest’anno e all time di Shields in EL. E’ vero che sono solo due partite e non fanno molto testo ma i dati sono assolutamente in linea con gli anni precedenti. Stessa media punti, qualche rimbalzo ed assist in più. Non mi sembra quindi così in un vicolo cieco o in crisi…poi se invece vogliamo che segni sempre 25 punti ok…

    https://www.euroleaguebasketball.net/euroleague/players/shavon-shields/007831/

  5. “Proprio un lager no” entra a pieno titolo fra i commenti più stupidi che ho letto in questi anni.

    Quindi mentre si è sotto pressione durante un time-out il giocatore con l’adrenalina a mille pensa chi è quello: il mio allenatore ..no è il capo, quindi è meglio che stia zitto. Ma dai

    Rivedetevi il video dopo aver imprecato e discusso aspramente con “il supremo capo-allenatore” si è messo come tutti gli altri ad ascoltare il nazista che aveva di fronte.

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