“Giovani col pannolino”? La risposta di Flaccadori, Caruso e Bortolani

Giovani con il pannolino? Caruso, Bortolani e Flaccadori non hanno dubbi

Diego Flaccadori, Guglielmo Caruso e Giordano Bortolani sono tre nuovi giocatori di Olimpia Milano. Nel giorno della loro presentazione in biancorosso, è stato loro chiesto un commento sulle parole di Ettore Messina in merito allo sviluppo dei giovani in Italia. 

Note le parole del coach di Olimpia Milano: «Quando mi vengono a fracassare le palle che non faccio giocare i giovani, dico: io faccio giocare i giovani, bravi. Quelli che oggi ho in Olimpia possono essere dei giocatori in grado di stare in campo con personalità. La differenza è la personalità. Se vai in campo, fai due errori e ti caghi addosso perchè l’allenatore ha urlato non va. Se hai bisogno del pannolino, non puoi stare in campo».

Così Flaccadori: «Credo che di base la pallacanestro sia uno sport fatto di errori. Chi ne fa meno, vince. Da giocatore devi approcciare in questo modo, cercando sempre di fare la scelta giusta sapendo che l’errore arriva, e nel caso sarà punito dagli avversari. Ma non bisogna farsi condizionare troppo da questo. Il coach parte avendo fiducia, sapendo che possiamo dare una mano, ma noi dobbiamo essere bravi a superare l’errore e, nel caso, ad andare oltre all’insulto o all’urlaccio dalla panchina».

Sulla stessa linea d’onda Caruso: «Dal punto di vista mentale dobbiamo essere bravi a restare lì, il basket è questo. Starà a noi restare sul pezzo. E se arriva un insulto? Siamo giocatori professionisti, facciamo questo di lavoro. Dobbiamo incassare e lavorare per migliorare, come in ogni lavoro».

Più secco Bortolani: «Avremo tante partite per dimostrare, rifarci, guadagnare minuti. Possiamo fare bene».

6 thoughts on ““Giovani col pannolino”? La risposta di Flaccadori, Caruso e Bortolani

  1. “Avremo tante partite per dimostrare, rifarci, guadagnare minuti”.
    Ahahahahahahahahahahahaha
    È davvero giovane 😱

  2. Premetto di essere individualmente prevenuto caratterialmente nei confronti di Messina, quindi la mia e’ opinione di parte (pur restando in supporto a team e organizzazione da 40 anni circa….). Le frasi a effetto “mi fracassano le palle…” sono bullismo mediatico umanamente comprensibili per chi ha seguito Messina nel corso della sua carriera. Nessuno fracassa le palle a nessuno, fans e media semplicemente criticano quello che vedono e esprimono opinioni, e’ parte del lavoro di un coach rispondere appropriatamente o decidere di ignorare (come fanno i coach NBA negli anni recenti, pena la multa). Al limite il “pannolino” lo dovrebbe indossare lui in sala stampa quando si lamenta di domande “inappropriate” o di commenti dal suo punto di vista “stupidi” (spesso bistratta giornalisti e esponenti stampa e appare svogliato e scontroso quando parte del suo stipendio e del suo lavoro prevede quella disponibilità’ e professionalità’ mediatica che tanto lo offende). Poi il discorso che Messina abbia fatto giocare giovani “bravi”, ma tenga in panchina quelli che si “cagano addosso” (commento riprovevole a mio avviso in termini di rispetto per professionisti con cui ha lavorato in passato) si può’ spostare sulle sue capacita’ di scelta e di investimento al momento della firma del contratto. In fin dei conti i giovani che in panchina si cagano addosso sono gli stessi giovani che lui ha firmato in sede di mercato….senza contare giovani a lui apparsi impreparati (vedi Fontecchio) e che proprio in sede di mercato decise di far andare via, e che ora si “cagano addosso” in realtà’ competitive…..Non voglio esagerare nella critica ma mi sembra che questa aggressività’ e scontrosità Messiniana in risposta ad una semplice domanda e posizione di fans e media sia fuori posto. Ma del resto il carattere e’ quello, inutile stupirsi. Messina nel bene e nel male gestisce e comanda il programma, portandosi un carattere e una forma che alcuni (come me) trovano indisponente e irrispettoso. Forse come direbbe lui anche noi critici dovremmo andare a prendere il pannolino…..;)…soamo su lunghezze d’onda difficilmente compatibili.

    1. Ormai, quando i coach e i giocatori si lamentano del “mediatico”, mettono in un calderone giornali, siti specializzati e commenti come i nostri (….peggio dei nostri, se guardiamo ad esempio a Facebook, in cui dominano incompetenza e grossolanità….).
      In sintesi, i cosiddetti “social”.
      L’esempio l’ha dato Melli ai mondiali, quando si è tolto i famosi “sassi” con dichiarazione da vittima verso i media, quando nessuno dei giornalisti aveva accusato i giocatori di menefreghismo o incapacità, e sui social prevalevano solo le accuse a Pozzecco (giustificatissime, secondo me)..
      Anche Messina usa un calderone, perché le domande dei giornalisti meritano rispetto, e le multe del modello NBA sono uno dei tanti fattori che l’hanno portata ad essere la lega sportiva più profittevole al mondo, grazie anche alle regole rigide che i miliardari che la popolano devono comunque accettare.
      Bellissima e serena analisi la tua!

  3. Personalmente trovo inutile, in generale, continuare a rinfacciare a Messina l’errore di aver lasciato andare Fontecchio così come elogiarlo a oltranza quando fa una cosa giusta. Commettere errori è la normalità, ripetere allo sfinimento che ha lasciato andar via Fontecchio a cosa serve se non a rompere appunto le scatole?
    Tutti gli altri coach del mondo quando fanno una valutazione su un giocatore la azzeccano sempre? Non so, provate a pensarci…
    L’altro giorno Mirotic durante la conferenza stampa di presentazione ricordava come fù proprio Messina a dargli l’opportunità di giocare a Madrid all’età di 19 anni, anche in EL. Quindi la stessa persona che ha commesso un errore con Fontecchio (peraltro ammettendolo serenamente) ha visto con Mirotic un 19enne che poteva tenere il campo tranquillamente in una squadra come il Real vedendoci giusto.
    Fontecchio che ad oggi è un giocatore che in Europa non ha ancora giocato in una squadra “da titolo”, dato che ha vestito le casacche di Alba Berlino e Baskonia prima di andare in NBA dove sostanzialmente è un panchinaro. Per maturare ha avuto bisogno di trovare spazio in squadre che hanno obiettivi differenti rispetto a Milano, soprattutto all’Alba dove arrivare ultimi non è affatto un problema. Non mi sembra che quando Milano l’aveva ceduto in prestito a Cremona avesse disputato chissà che campionato.

    Per quanto riguarda i giocatori italiani, poi, sappiamo benissimo che parecchi di essi sono a roster solo e soltanto per via dell’obbligo imposto dalla federazione, quindi dato che almeno 6 devi averne ecco che qualcuno ti tocca prendere e non è che ci sia chissà che ampia scelta…

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