Olimpia Milano presenta Giordano Bortolani, Guglielmo Caruso e Diego Flaccadori. Ecco il secondo LIVE dopo Poythress e Kamagate.
Diego Flaccadori, Giordano Bortolani e Guglielmo Caruso sono i tre nuovi acquisti italiani dell’Olimpia, “arrivati per darci freschezza e profondità – dice il general manager Christos Stavropoulo – Flaccadori ha già una buona esperienza alle spalle, Caruso ha grandi margini e Bortolani è un ragazzo del nostro settore giovanile per cui siamo doppiamente orgogliosi che sia con noi. La sua storia è un messaggio per tutti i ragazzi del nostro vivaio. Come ha detto Coach Messina e sottolineato anche Mirotic due giorni fa: quello che ci daranno in campionato ci aiuterà ad essere più preparati anche in EuroLeague”. Tutti e tre hanno esordito a Vigevano in amichevole, con risposte eccellenti. “Eravamo un po’ tesi perché era la prima partita, è normale essere nervosi, ma si prova lo stesso a dare il massimo”, dice proprio Bortolani.
DIEGO FLACCADORI – “Il basket è un gioco di errori, vince chi sbaglia meno. Devi giocare cercando di fare le scelte giuste e non preoccuparti se, sbagliando, dovessi tornare in panchina. Succederà sicuramente. Nessun giocatore sarà mai completamente soddisfatto di quello che è, per questo si cerca di migliorare. Nel 2018 mi è dispiaciuto non poter giocare la finale scudetto quando ero a Trento, ma ho scelto l’Olimpia anche perché vorrei vincere e spero di farlo presto. Più passa il tempo e più avverti questo desiderio. Ho già assaporato l’EuroLeague, forse a Monaco ci sono andato troppo presto, ma non vedevo l’ora di tornare in questa centrifuga. Un minuto o trenta devi sempre dare tutto, mi rendo conto che dirlo è un conto e farlo un’altra cosa”.
WILLIE CARUSO – “Il Coach mi ha detto di non pensare ad un solo ruolo. Giocherò nella posizione che mi indicherà, 4 o 5 va bene tutto. Sono qui per migliorare. Ho subito aperto il quaderno e cominciato a prendere appunti, guardando Melli e Ricci in Nazionale, qui Hines e Poythress. Quando mi ha chiamato l’Olimpia ho pensato ad un sogno. Certi giocatori li vedevo in televisione e per me era già incredibile giocarci contro, figuriamoci avere come compagni di squadra gente di quel livello, come Mirotic. L’esperienza in Nazionale è stata perfetta: certo, a quel punto avrei preferito andare al Mondiale, sarebbe stato fantastico, ma l’allenatore fa le sue scelte ed è giusto rispettarle. Non ho recriminazioni. Nella sfortuna ho avuto la possibilità di venire subito a Milano e ascoltare lo staff tecnico, lavorare subito con l’Olimpia”.
GIORDANO BORTOLANI – “Sì, è raro che un ragazzo delle giovanili arrivi in prima squadra per questo per me è già una soddisfazione esserci. Ho fatto un po’ di esperienza, tre anni in A2, poi la Serie A, la Spagna. Sono tutte stagioni che mi sono servite, ma mi rendo conto che qui è un’altra cosa, l’Olimpia è diversa. Io sono qui per dare il massimo, so che devo migliorare molto in difesa mentre in attacco mi considero un giocatore versatile. Spero di aiutare, di essere sempre pronto: ci sono tante partite e dopo un errore puoi sempre rifarti”.
Le parole integrali
Stavropoulos: «Tre giovani ragazzi italiani. Giovani ma anche esperti. Li abbiamo voluti per dare alla squadra freschezza e profondità. Come ha detto il coach, ma anche Mirotic, ci attendiamo che ci diano una mano in campionato e ad affrontare una stagione impegnativa anche in Europa. Diego è un giocatore già esperto. Willy è giovane ma con grandi potenzialità. Giordano è un ragazzo che viene dal nostro settore giovanile, questo ci rende orgogliosi. E’ anche un segnale per tutti i nostri ragazzi».
Bortolani: «Ho fatto due anni in A2, tre in A anche in Spagna, mi sono serviti come esperienza per arrivare qua. So benissimo che per giocare qua all’Olimpia serve tanta determinazione, è un po’ un ripartire»
Caruso: «C’era molta emozione da parte di tutti, specialmente da parte nostra. A prescindere dagli aspetti tecnici, abbiamo semplicemente cercato di dare il massimo e mettere in atto le prime indicazioni. Eravamo ovviamente molto disposti ad ascolartee un coach come Messina»
Flaccadori: «E’ stata una bella emozione ripartire. Ho finito la stagione il 20 maggio. Venendo all’Olimpia sappiamo che c’è tanta esigenza, quindi dobbiamo essere pronti al 100% per farele cose la meglio. Che siano uno, dieci, cento minuti».
Bortolani: «Ovvio che ci sia un po’ di tensione alla prima uscita»
Caruso: «Il libro di appunti l’ho aperto mesi fa già in Nazionale con Melli e Ricci. Sono tutti giocatori con grande esperienza. Lo stesso vale per chi trovo qui, e gente come Kyle è sempre pronta a mettersi a disposizione da subito per noi giovani».
Flaccadori: «Non vedevo l’ora di tornare su questa “giostra”. EuroLeague è un campionato a sè, ci sono tantissime partite, ogni impegno sarà tostissimo. Importante non avere troppi alti e troppi bassi. Equilibrio sia dopo una vittoria che dopo una sconfitta. Questo il momento per costruire una base solida».
Flaccadori: «Arrivo in un momento diverso della mia carriera rispetto al Bayern. Allora non ero pronto a tutti gli effetti, ora penso di poter aiutare la squadra ogni giorno, non solo durante le partite. Sicuramente le richieste saranno diverse, ma siamo qui per questo».
Caruso: «Il coach è sempre stato chiaro con me. Non mi ha richiesto di giocare in un solo ruolo, ma di ampliare le mie capacità in campo. Ho tanti aspetti su cui lavorare, approcciare un ruolo diverso non può farmi male. Farò quanto richiesto, da “4” come da “5”».
Bortolani: «Sono già contento ora, non avevo mai giocato a questo livello. Non ci sono stati tanti giovani che negli anni dalle giovanili siano entrati nel roster della prima squadra. Non mi creo aspettative, vivo giorno per giorno cercando di dare il massimo. Quello che succederà, succederà».
Flaccadori: «Credo che di base la pallacanestro sia uno sport fatto di errori. Chi ne fa meno, vince. Da giocatore devi approcciare in questo modo, cercando sempre di fare la scelta giusta sapendo che l’errore arriva, e nel caso sarà punito. Ma non bisogna farsi condizionare da questo. Il coach parte avendo fiducia, sapendo che possiamo dare una mano, ma noi dobbiamo essere bravi a superare l’errore e nel caso, ad andare oltre all’insulto dalla panchina».
Caruso: «Importante è limitare gli errori. Dal punto di vista mentale dobbiamo essere bravi a restare lì, il basket è questo. Starà a noi restare sul pezzo, sia facendo una cosa buona. E se arriva un insulto? Siamo giocatori professionisti, facciamo questo di lavoro».
Bortolani: «Avremo tante partite per dimostrare, rifarci, guadagnare minuti. Possiamo fare bene».
Bortolani: «Io in difesa devo migliorare. E’ l’aspetto che mi manca di più. In attacco mi ritengo versatile, ma ascolto i consigli di tutti».
Flaccadori: «Un giocatore non si sente mai soddisfatto del suo percorso. Io in un certo senso sono agli inizi. Questo è un nuovo percorso che si apre, sono carico come il primo giorno in A. Non mi metto paletti, e certamente non è un punto di arrivo».
Caruso: «Diouf? Sono scelte, che vanno rispettate. Il rammarico c’è. sarebbe stata umna bella eperienza, ma il coach ha preso un’altra decisione. La rispetto. Il rammarico mi aiuterà a lavorare ancora più duramente. Sono felice di essere arrivato qui per lavorare da subito».
Caruso: «L’entusiasmo di arrivare qui era tanto. Sono giocatori che vedo in televisione, mai avrei pensato non di giocarci insieme, ma anche solo di giocarci contro. Gente che ha fatto la storia del basket europeo, cercherò di prendere il possibile»
Flaccadori: «Non giocare quella finale fu un rammarico. Il desiderio di vincere è diventato sempre più grande. Sono qui anche per questo. Spero di riuscirci».
Stavropoulos: «Un’esperienza all’estero è sempre un bagaglio per un giocatore. E’ utile per i ragazzi, e noi lo consideriamo. E’ una certezza di adattamento. Abbiamo scelto ragazzi che possono darci freschezza, profondità. Il basket ormai è fisico, atletico e profondo. Questo si chiede a una squadra, e loro possono aiutarci in questo».