Nikola Mirotic, quasi 24 ore di ordinaria follia. Tutti hanno parlato, tutti hanno detto la loro. Ricostruiamo quanto accaduto in queste ore, ma anche in questi giorni, prima di arrivare ad esaminare un rumors per il futuro.
Prologo
E’ il 20 luglio, quando su realolimpiamilano.com e Sportando provano a decifrare il silenzio caduto sulla sorte di Nikola Mirotic dopo le voci del 16, ovvero di un accordo già definito con il Partizan.
«Fonti giornalistiche di quel paese ci raccontano anzi di una situazione contraddittoria. Nikola Mirotic si sarebbe in passato professato tifoso del Partizan, ma i rapporti con la Stella Rossa sono cordiali, così come con la componente ultras. Di mezzo ci sarebbe anche una promessa di alcune settimane fa fatta dal giocatore al club biancorosso».
Confermato da Mundo Deportivo in questi minuti: la rescissione è UNILATERALE https://t.co/AfFpqyjkF1
— Alessandro Luigi Maggi (@AlessandroMagg4) July 20, 2023
Poche ore dopo, però, verso l’ora di cena, il Barcellona annuncia la risoluzione unilaterale del contratto di Nikola Mirotic. La stella montenegrina, di fatto, è licenziata.
Verso le 22.30, soprattutto, emergono le prime voci certificate di tensioni in Serbia e di pressioni sul giocatore da parte del mondo Stella Rossa. I tifosi biancorossi non vogliono vedersi davanti, da avversario, Nikola Mirotic nei prossimi “derby eterni”.
Josè Ignacio Huguet, firma di punta di Mundo Deportivo, quotidiano di riferimento a Barcellona, lancia così sul sito: «Mirotic ha scelto il Partizan, ma il mondo Stella Rossa esplode». Sottotitolo: «L’ex Barça ha un accordo verbale con il Partizan ma la Stella Rossa fa pressioni affinché non diventi effettivo».
Un profilo Twitter vicino al Barcellona racconta di minacce alla famiglia di Mirotic da parte di ambienti Stella Rossa. Seguono ore convulse. Siti e pubblicazioni serbe non hanno dubbi: «Mirotic giocherà al Partizan, ha dato la sua parola». Pare più un auspicio, anzi quasi un monito, che una notizia.
Sì, non ci sono dubbi: Belgrado, abbiamo un problema.
L’annuncio
E arriviamo a sabato 22 luglio. Il mondo di EuroLeague è concentrato sull’accordo tra il Monaco e Kemba Walker, l’Olimpia Milano annuncia Maodo Lo, ma all’ora di pranzo Nikola Mirotic prende la parola con un lungo post su Instagram.
Il passaggio chiave è questo: «Ringrazio il KK “Partizan” per la fiducia dimostrata e il desiderio di far parte della loro squadra, ma ho deciso che per me e la mia famiglia è meglio continuare la mia carriera in una delle squadre europee al di fuori della Serbia».
Nikola Mirotic: «Ringrazio il KK "Partizan" per la fiducia dimostrata e il desiderio di far parte della loro squadra, ma ho deciso che per me e la mia famiglia è meglio continuare la mia carriera in una delle squadre europee al di fuori della Serbia». pic.twitter.com/IgCxOhvlnZ
— Alessandro Luigi Maggi (@AlessandroMagg4) July 22, 2023
Scoppia il putiferio. Non c’è appassionato, o addetto ai lavori, che possa più staccare la sua attenzione da questa vicenda. E il Partizan, non può tacere. E sono, ovviamente, parole durissime.
Partizan Mozzart Bet neće angažovati Nikolu Mirotića. 🔗 https://t.co/bqlKU8xb1P#KKPartizan pic.twitter.com/rVP7jJLsZD
— KK Partizan Mozzart Bet (@PartizanBC) July 22, 2023
Due i passaggi chiave: «In questa occasione, il KK Partizan Mozzart Bet ricorda che circa quindici giorni fa Nikola Mirotic ha dato la sua parola all’allenatore Obradovic e poi al presidente Mijailovic, al direttore Savic e al capitano [Kevin] Punter che sarebbe diventato un giocatore del Partizan. Inoltre, il club tiene a precisare che in seguito si è chiesto più volte quali altri giocatori avrebbero portato i bianconeri».
«Il club chiama pubblicamente Nikola Mirotic, per il suo impegno per la verità, ed è un uomo che lotta per la verità, per dire chi sono le persone che lo hanno minacciato».
Le reazioni sono tantissime. Tra queste Dusko Vujosevic: «Fossi in lui non ritirerei la parola data», sino a Mustafa Jusufpahic, leader della comunità islamica di Belgrado: «Chi non rispetta la parola data non è degno del Partizan».
E adesso?
Nikola Mirotic non ha fornito altre indicazioni sul suo futuro, se non una importantissima: resterà in Europa. Dunque, nessun salto in NBA.
Da ieri pomeriggio si addensano voci su un vertice a Belgrado tra il patron del Panathinaikos, Dimitris Giannakopoulos, e la stella montenegrina. Il dirigente greco sottolinea di essere in volo per Nizza, causa concerto musicale col figlioletto, ma secondo quanto riferito a Sportando e ROM avrebbe già abbozzato un’offerta contrattuale da 4 milioni di euro a stagione al giocatore.
Eppure a Bologna continuano ad addensarsi voci di un prossimo accordo tra i greci e la Virtus Bologna per il passaggio di Toko Shengelia. Uno escluderebbe l’altro. Non è ancora finita.
Andrà a Bologna al posto di Toko e per risparmiare licenzieranno Baraldi.
Come mai a Bologna prendono dei buy out per liberare i giocatori mentre noi li paghiamo per andarsene? Fare il dirigente di una società non è cosa per tutti, Messina pensi alla panchina, agli allenamenti, alla lettura delle partite di cui è maestro indiscusso. Datome faccia prima esperienza da un’altra parte o in ruoli minori, non si può fare i dirigenti solo perché lo si è deciso da soli, basta improvvisare.
Purtroppo quando hai Messina come coach e come Presidente Operativo sono parole al vento…
Biancorossodasempre, visto che sembri ben informato chi sarebbero i giocatori “pagati per andarsene”? Perché a me non risulta ed anche ROM qualche giorno fa ha pubblicato un articolo sull’argomento confermando che non vi è stata alcuna transazione per gli “esuberi”
Maggi ha detto chiaramente che non è stato pagato nessuno per andarsene hai ragione, ma se qua qualcuno ne sa di più alzo le mani…
Ecco un altro che non va oltre il proprio naso..sarà il “cuggino” scemo di Marco 😂😂😂
Non ti sorge neanche minimamente il dubbio che magari Biancorossodasempre non si riferisce espressamente a questa estate? No ovviamente no perché sei solo un presuntuoso che crede sempre di avere la verità in tasca..
Abbiamo capito per l’ennesima volta che “Bontempo” oltre a non capire mai un cazzo non si fa mai un secchio di cazzi suoi
Qui chi non ha capito un cazzo sei proprio tu e l’hai dimostrato ampiamente rispondendo a Biancorossodasempre senza aver capito il suo commento 😂😂
Quindi tu invece saresti quello che capisce? Però non hai ancora capito che hai rott u cazz, che strano….
E qua che ti sbagli come sempre dall’alto della tua presunzione: io so di rompere il cazzo a quelli come te!!
Negli ultimi anni ce ne sono stati molti, da James a Mack che sostituisce James e poi liquidato per prendere Sykes, Nunnally, Kaleb, Le Day(!), e l’altro americano arrivato da Kaunas di cui mi sfugge il nome. Che poi Davies non abbia preso nulla per lasciare Milano in anno prima e andare a Valencia, lo credo poco ma questa è un’opinione. Idem per TLC.
TLC non ha preso nulla perché aveva firmato un contratto solo fino a fine stagione. L’americano del quale ti sfugge il nome è White
La gestione “business” del roster e’ un lavoro da 24 ore al giorno, 7gg alla settimana per un team di 3-4 persone minimo (una senior e due di supporto), da fare usando un network esteso di esperienza e contatti gestionali nel settore. Chi allena spesso non ha tempo, testa, pazienza e altre qualità’ per eccellere nella gestione del business, che si’ ha elementi e risvolti “basket” (tecnicamente parlando), ma che presume una mente strategica di business. Rob Pelinka (Lakers), Sam Presti (OKC), Bob Myers (Golden State), David Griffin (New Orleans) sono esempi di EVPs operativi che hanno supreme menti di business, in cui eccellono. E zero capacita’ di coaching tecnico aggiungerei (e lo sanno benissimo). E’ un percorso di carriera diverso, con skills diverse, carattere diverso, competenze diverse e non comunicanti con quanto necessita la carriera di coach. I coach che si sono mossi assumendo posizioni di General Management (Phil Jackson per fare un esempio eclatante a New York), spesso cadono di faccia in fallimenti spettacolari. Questa e’ la cosa che più’ mi fa imbizzarrire di Messina: l’arroganza di non avere riconosciuto che non aveva la banda (di tempo, energia e competenza), e aggiungerei io il carattere (management si gira su capacita’ diplomatiche e strategiche dove non c’e’ spazio per sfuriate e personalità’ fuori controllo) per eccellere. Il che naturalmente si manifesta in errori di mercato, pianificazione e scelte decisionali di business che a mio avviso con un budget di 30M sono state fallimentari e sufficienti per, almeno a questo punto, rivedere (almeno) la posizione di GM. Ma quello e’ un problema di proprietà’ che probabilmente non vede (o non si fida) di alternative. Ricordiamoci che Armani viene da un mondo abbastanza lontano dallo sport (al di la’ di sponsorizzazioni passate dei team nazionali, che propriamente non e’ un’esperienza di “gestione operativa”) e forse non vuole entrare più’ di tanto nelle logiche (perverse) di quello che rende la gestione del business sportivo unica e difficile