La Visione del Guazz | A Vlado Micov…

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Oggi, venerdì 3 marzo, è tempo della Vlado Micov Night. Vi riproponiamo “La Visione del Guazz” pubblicata il giorno del suo addio a Olimpia Milano.

La Visione del Guazz

Definisci Vlado Micov con una parola: ingegno. Definisci l’addio di Vlado Micov con una parola: strazio. Il mio silenzio non poteva che interrompersi nel giorno del commiato del Professore all’Olimpia dopo quattro lunghi anni. Non era un segreto da mesi ormai ma la sensazione di sapere che il cervello più fino d’Europa non vestirà più la nostra maglia è comunque atroce, una fitta che ad intermittenza ti lacera il petto. Perché Micov, con la totalità dei suoi pregi e l’interezza dei suoi difetti, in questi anni ha comunque rappresentato l’immagine dell’Olimpia Milano, marchiando con classe, intelligenza e glacialità alcune delle partite/singole giocate più importanti di questi anni. Tutti ricordiamo la tripla a Valencia, prima che il mondo finisse per la pandemia di Covid. O, poco prima, con Venezia in campionato al Taliercio. Tutti in tempi recenti. Per non parlare della prova d’orgoglio contro il Barcellona in quella maledetta semifinale oppure in gara3 contro la Virtus.

5 marzo 2020
Vlado Micov vs Valencia

Ma i ricordi del Micov vero trascinatore non devono sfumare nella memoria: finale di Supercoppa 2019 ad esempio oppure l’ultimo scudetto di Milano, lontano 2018, passato anche se non soprattutto dalle sue mani. Se Goudelock è stato l’mvp legittimamente votato, merito anche del “The Block”, il serbo di Belgrado era lì ad un tiro di schioppo, tra i canestri dalla lunga, dal post, in avvicinamento e, di fatto, di essere l’unico vero regista di una squadra che racchiudeva una serie infinita di realizzatori. Lui era il collante tecnico di tutto. Chi dirigeva l’orchestra senza per forza doversi prendere le luci della ribalta. La solidità, la lungimiranza di sapere sempre quello che sarebbe accaduto in campo, polpastrelli di velluto. Impossibile non amarlo come giocatore.

Vlado Micov batte Venezia

Non un carattere morbido, sorrisi con il contagocce per un lato schivo e timido. Lo sa bene Djordjevic e quel lancio di asciugamano in Nazionale (Sasha usa una parola poco gradevole per descriverlo), lo sa bene Mike James a cui Micov non ha mai omesso di annotare quanto i suoi deliri di onnipotenza fossero dannosi per la squadra. Ma non c’è mai stata una singola volta in cui ho pensato che Micov non abbia speso tutto se stesso per la causa: spesso spremuto come un cedro per sopperire alle carenze dei compagni, spesso in campo sul dolore.

Vlado Micov e Giorgio Armani

Non sei un martire perché il Mio Pastore non ti ha trattenuto un anno ancora, servono garanzie che tu, a 36 anni non puoi più dare. Ma resti il mio Vlado. Il giocatore che ho guardato con gli occhi a cuoricino “no matter what”, il primo a farmi questo effetto dopo Dejan Bodiroga. E quando, con quella postura un po’ spostata all’indietro, alzavi le braccia per scoccare il tuo tiro, ho sempre pronosticato di sentire il rumore frusciante della retina. Ora ti sogno al Partizan a vincere l’Eurocup e fare un ultimo ballo tra due anni in Eurolega. Ma sicuramente un mio pezzo di cuore sarà sempre tuo.

7 thoughts on “La Visione del Guazz | A Vlado Micov…

  1. Sarebbe bello vedere Micov al Partizan con Obradovic e magari tra 2 anni in Eurolega.

  2. Ciao, Professore.
    Autentico capitano silenzioso, unico protagonista, assieme al Cincia, dell’intero percorso fino a Colonia, spesso incarnando l’essenza del basket: la scelta giusta sotto pressione.
    Il solo rimpianto: essere arrivato a Milano troppo tardi, quando gli anni di mille battaglie sui parquet di tutta Europa hanno cominciato a chiedere il loro dazio al fisico.
    Sempre e solamente GRAZIE VLADO!!!

    1. Per me, il solo rimpianto: essere arrivato “troppo presto”, in una Milano non ancora team di prima fascia, costretto a spremersi 35 minuti di media in Eurolega per poi arrivare con la lingua fuori sul finire della stagione, all’interno di stagioni che risultavano poi sempre essere di transizione, tra giocatori e coach rivelatisi errati.
      Un giocatore meraviglioso, una perdita incolmabile, nel breve, per l’Olimpia. La semifinale con il Barcellona, da lui disputata splendidamente, la considero come l’ultimo regalo che ha fatto a società e tifosi.
      In bocca al lupo Vlado, per i tuoi ultimi anni di carriera sportiva e per tutto il resto della tua vita.

  3. Ciao Prof
    A casa ti chiamavamo affettuosamente “il topo” per quel viso a punta furbo e simpatico.
    Ci mancherai un sacco, non so quanto. E non sto più a ripetere che io ti avrei voluto ancora con noi, arma segreta e letale per le battaglie più importanti.
    Tantissimo ci hai dato in questi anni.
    Grazie!
    Ricorda che il Forum sarà sempre casa tua e Milano la tua città.

  4. Bella guazz!!! Sei tornato finalmente. Sono stati lunghi i festeggiamenti per lo scudetto! Come avevi previsto 0-4

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