Olimpia Milano post Kaunas | E’ arrivato il momento di fare quadrato. Non di giudicare

Olimpia Milano post Kaunas. Una sconfitta prevedibile. Ed è arrivato il momento di fare quadrato. Cercare soluzioni, non giudizi definitivi

Olimpia Milano post Kaunas. Una sconfitta prevedibile. Ed è arrivato il momento di fare quadrato. E’ arrivato il momento di riconoscere il momento di enorme difficoltà, e di cercare soluzioni, non giudizi definitivi. Per quelli, ci sarà tempo.

Bando a frasi già abbondantemente usurate come “E’ novembre”. Non è questo il punto, non lo è neanche per Ettore Messina, che il vocabolo “inizio” non lo utilizza da settimane. 

Partiamo da lui, partiamo da un coach, da una società, che deve avere credito illimitato a Milano. Non siamo qui per snocciolare risultati, che di per loro dovrebbero bastare: ci basti citare quello Scudetto che ha portato migliaia e migliaia di tifosi festanti al Forum.

Facile esserci per il selfie dei trionfi, meno nella fase di costruzione degli stessi, che inevitabilmente passa per momenti negativi. Questi, ci sono sempre stati. Poco prima del playoff con il Bayern, nella fase finale della scorsa stagione regolare. 

Questa società ha vinto in Italia e costruito una radicata base europea, con gli investimenti certo, ma anche con la cultura. Quella cultura che vive nel lavoro di Messina e nella strategia di Stavropoulos. Quella cultura che porta i grandi campioni a scegliere Milano oltre i soldi.

Sì, i campioni. Perché oggi Milano è in allarme rosso, ma dopo aver firmato Kevin Pangos, Brandon Davies, Johannes Voigtmann. Queste non sono scommesse, ma elementi rodati da anni ad altissimo livello nel basket europeo. Non è il tempo dei giudizi, come detto, ma delle prese di responsabilità.

Quella presa di responsabilità cui Messina non si è mai sottratto. Quando leggiamo “giustificazioni”, rispetto alle conferenze del coach-presidente, alziamo le mani chiedendoci se l’italiano sia una lingua di così difficile decodificazione.

Anche ieri sera, nel pieno del dramma della Zalgirio Arena, Messina si è preso responsabilità di scelte e firme. Ha fatto scudo, chiedendo al tempo stesso una autoconsapevolezza differente. Quella che per dire ha mostrato Naz Mitrou-Long, dopo tre falli difensivi da arresto in flagranza di reato sotto l’aspetto tempistico. Spalle al muro, ha guardato in faccia la paura degli altri. E gli ha urlato contro.

Perchè lo spettro della paura, a Milano, non era atteso. Non poteva esserlo in estate, ed è il famoso “tarlo” di “proliana memoria” più difficile da estirpare. E’ questo a preoccupare di più. Ma è per questo che serve fare quadrato.

Non dimentichiamo da dove si arriva. I cambiamenti sono stati necessari. Kaleb Tarczewski non era giocatore da EuroLeague, Malcolm Delaney ha di fatto lasciato la pallacanestro e Sergio Rodriguez ha scelto Madrid. 

L’Olimpia ha approcciato la pre-season perdendo in sequenza i tre playmaker, e ieri sera è arrivata a Kaunas senza altri tre esterni. In questo contesto, ci sono i vari Melli, Voigtmann e Datome che devono smaltire le scorie di Eurobasket. Si è costruito un roster di 16 uomini per tappare anche queste falle. Ma al momento, le falle, sono troppo numerose. 

Non sono giustificazioni, ma constatazioni. Perchè la paura non ha alibi. Mai. Visto che l’Olimpia Milano offre oggi tutti gli strumenti per credere in un potenziale individuale, lo ripetiamo, costruito in anni ai massimi livelli di EuroLeague.

Serve fare quadrato. Serve ricostruire immediatamente al Forum quella spinta che trascini la squadra fuori dalle sabbie mobili. Subito, da martedì, per il doppio ostacolo turco che potrebbe marchiare questa stagione. Da corsa, a rincorsa.

Ma anche i giocatori, citando Ettore Messina, si “aiutino da soli”. Milano non è una città che sogna. E’ una città che lavora e pretende. E che riconosce l’impegno di chi lotta. 

35 thoughts on “Olimpia Milano post Kaunas | E’ arrivato il momento di fare quadrato. Non di giudicare

  1. Mi sembra che si prenda a discolpa della crisi di Milano,situazioni che hanno tutte le squadre di eurolega che però evidentemente le hanno gestite meglio.
    1)Citare gli europei per esempio,tutte le squadre hanno avuto giocatori impegnati eppure molti stanno giocando bene.
    2) Il tempo per amalgamare i nuovi.Beh il Fene ha cambiato tutta la squadra eppure è primo in classifica con Calathes e Motley (nuovi anche loro) sontuosi
    3) Gli infortuni: il nostro “storico” dimostra che siamo falcidiati da sempre in era messiniana come anche prima.Adesso le possibili concause sono oltre al preparatore,anche il gioco di Messina che prevede una difesa asfissiante e continua (molto stancante) e vuole giocatori poco fisicati in certi ruoli.Ovvio che se per 90 partite sei costretto a combattere con un avversario cui concedi 10 cm e 15 kg alla fine la stanchezza o il rischio infortuni per l’eccessivo sforzo sarà molto più probabile.
    4) Il coach intelligente è quello che fa scudo.Come Messina.Che difende le sue scelte e si prende le responsabilità.Come Messina.Che capisce che certi giocatori hanno bisogno di un gioco diverso e non una impostazione rigidissima cui molto raramente derogare.Come Bartzokas….

    1. Sul fenerbache. Calathes gioca per itoudis in nazionale. Conosce già il gioco dell’ allenatore. Non è fermo da un anno come pangos. Wilbekin che è il loro shields è in perfetta forma.
      Il fenerbache partito forte verissimo ma non si può paragonare a Milano. Milano è un continuo di infortunati senza sosta. Da inizio preparazione si sono fermati pangos, NML, Baron, shields, datome, tonut, baldasso… Un ecatombe… C’è chi come Melli e hall sono già cotti per sovrautilizzo… Chi come pangos ha una condizione fisica che è al 40% esagerando… Chi come Thomas voigtmann hines e davies non riceve un pallone decente in attacco… Pazientare Milano arriverà

      1. Il paragone tra noi e il Feberbhace è invece calzante, perché loro sono una squadra nuova con un coach nuovo e a Itoudis non basta conoscere un giocatore (Calathes), peraltro allenato solo sporadicamente in nazionale, per far assimilare i suoi schemi alla squadra o pensi che solo Messina ha un sistema di gioco?
        Che ci sarebbero stati gli Europei con tutto quello che ne consegue, si sapeva benissimo da un anno, per cui la preparazione doveva essere fatta in funzione di ciò.
        Infine gli infortuni, a parte Datome, fanno parte del gioco.

  2. Sulla carta è per me la miglior Olimpia di Massina, poi ripeto 1+1 non sta facendo ne 2,5, ne 2.
    Se dipende da una regia ancora mancante non lo so, certo i giocatori non sono dei freshmen e quindi certe paura offensive sono difficilmente comprensibili. Forse adesso serve più un motivatore, e Messina proprio non lo ha nelle corde.
    Speriamo che gli infortunati rientrino (ma basterà?), perché così non si va da nessuna parte in EL, ma anche per il campionato la Virtus è decisamente messa molto meglio.

  3. Non sarà certo il pubblico, il valore taumaturgico del pubblico, dei tifosi, a portar fuori dalle secche una barca che, in quelle secche, non ci è finita per caso, ma per colpa di tanti fattori: esogeni come la sfortuna dei tanti infortuni; endogeni come il perchè delle cause di tutti questi infortuni, di un managment che forse ha sopravvalutato gli innesti apportati, se non proprio ad averli sbagliati

    I tifosi mettono vento in poppa ad una barca che: 1) galleggia 2) il cui assetto in acqua ha una logica e aerodinamicamente funziona; ebbene mi sembra che manchino tutte le condizioni per far funzionare l’assioma

  4. La sconfitta fa parte dello sport, ne è l’essenza e non accettarla pone sempre limiti a parlarne con la giusta serenità. Ieri abbiamo perso per le scarse percentuali da 2 e per 12 TL segnati in più da Kaunas. Tutte le altre statistiche si sono equivalse. In difesa abbiamo tenuto costringendo Kaunas a 17 palle perse. Proviamo ad analizzare il perchè dei 23 TL di Kaunas contro i soli 10 di Milano: Arbitraggio miope? ci può stare ma non mi è sembrato sfacciatamente casalingo. Per avere TL devi attaccare il tuo avversario diretto con determinazione, devi essere più veloce, più esplosivo nel primo passo. E per fare questo la forma fisica deve essere superiore alla attuale. Molti tiri sono evidentemente senza gamba, solo di braccio e senza la spinta inferiore il tiro è forzato e non armonico, torniamo a puntare il dito sulla forma fisica. Ma avete visto Alviti che ad un certo punto vagava come uno zombie per il campo? Ma le vedete le facce di chi esce dopo 4 minuti di gioco? sembrano implorare ossigeno. L’Olimpia è una squadra senza preparazione atletica o con una preparazione talmente pesante (per arrivare al top dopo febbraio) che oggi freschezza ed esplosività sono utopiche. Chi ci affronta lo vede e basta pressare il portatore di palla, raddoppiarlo dalla rimessa dal fondo per farci scoppiare.

    1. Concordo con te su tutto. La condizione fisica è oscena. Siamo più lenti e più pesanti di tutte le squadre che affrontiamo. I tiri aperti sbagliati sono figli di gambe che non spingono

      1. Se la condizione fisica è oscena, forse è stata sbagliata la preparazione se a metà novembre sembrano tutti dei zombie?

  5. Provo un certo imbarazzo nell’affermare che le tante critiche a Pangos, praticamente unanimi, non mi convincono per niente.
    Imbarazzo per essere il solo a vedere il suo impegno, la sua qualità, la sua capacità di prendersi responsabilità, il suo talento.

    Ci sono due situazioni che rendono facile giudicarlo IL colpevole: una squadra che non gira a dovere – o che quando gira gira soltanto nel primo quarto, poi viene sgamata, e allora il play maker a chi dà la palla? – ; due una terrificante imprecisione al tiro, che insieme a un episodio veramente grottesco di rifiuto del tiro contro Bologna, parla di una rivolta della squadra.
    Contro Zalgiris, per esempio, si era costruito tanto e bene, ma il tiro non entrava mai.

    Il sentimento comune vede la colpa di tutto questo in Pangos, mi pare.

    Che qualcosa non funzioni, è evidente, ma la responsabilità di Pangos, mi dispiace, io non riesco proprio a vederla.

    Non crea vantaggi? Ma se Hall poi riceve in fondo in fondo, nel quarto di campo stretto verso la linea laterale e di fondo, che vantaggio si potrebbe creare lì?
    E se tutti ricevono dove non sanno che farsene del pallone, che vantaggi può creare il play?
    E: c’è forse un altro dei nostri play col quale la squadra invece gira, e si creano vantaggi?
    Non mi pare proprio.

    Allora il punto chiave per me diventa quello di giocatori che ricevono dove del pallone non sanno che farsene.
    La prestazione di Alviti ieri, obbligata per quanto possa essere stata, lo dimostra chiaramente.
    Riceve dove normalmente avrebbe ricevuto Shields, non sa che fare, non sa che farsene del pallone, la manovra si ferma, restano pochi secondi per inventare, con giocatori ai quali viene evidentemente chiesto di non inventare, ma di seguire un modulo. Risultato caos.
    Adesso finalmente è arrivato Cabarrot, speriamo bene, ma c’è qualcun altro in squadra oggi, che possa giocare quei palloni che ha ricevuto Alviti, senza sapere che farsene? Non mi pare.
    E allora: che c’entra Pangos?

    Che c’entra Pangos se Davies attraversa l’area con le mani avanti per ricevere, come quel ballo che simulava con le mani di avere davanti un vetro, non riceve e riceve invece dopo, dal lato, quando è troppo lontano da canestro per essere efficace?
    O se Voigtmann riceve in post alto dal quale non ha le gambe per andare a canestro, e riceve troppo poco da dove invece potrebbe sfruttare il suo ottimo tiro da fuori?
    E Thomas? Che riceve dove non sa giocare?

    Quello che voglio dire è che quest’anno sono state fatte ottime scelte per il roster, scelte importanti, ma se poi non li fai giocare per quello che sanno fare, perché li hai scelti?
    Hai preso gente con esperienza, con personalità, devi andargli incontro.
    Se no si ammalano.
    E che lo spogliatoio sia ammalato, te lo dicono gli occhi e gli atteggiamenti di Hines.
    E il rifiuto generale di tirare, oppure di metterla dentro quando tirano. Perché sono troppi i canestri sbagliati che era più facile mettere dentro, che buttarla fuori.
    E non si vede piacere, o felicità nei giocatori che giocano, niente divertimento, che pure è la base ultima del gioco!

    E non si tratta, secondo me, di curare la malattia dello spogliatoio con raffinatezze psicologiche: bisogna invece creare per ognuno dei campioni che abbiamo, lo spazio per fare quello che sanno fare meglio.
    Torneranno a sentire di essere utili, di fare parte di una squadra, vorranno che ci siano i risultati che giustificano una squadra di queste ambizioni, a turno giocheranno la propria migliore partita per affermare il risultato.
    Come si vede fare alle squadre di vertice, che ogni partita c’è uno che esplode.

    La maggior parte dei nuovi, forse tutti, sono attaccanti molto più di quanto non siano difensori, e allora tutto deve cominciare da lì, secondo me, e vedrai che gli occhi di sir Hines, specchio della squadra, torneranno luminosi.
    I giocatori tirano, e la palla entra.

    1. Parlare, chessò, di Alviti, mi sembra tempo sprecato, nessuno di noi era convinto che potesse giocare fruttuosamente un solo minuto di EL; certo non ci stupisce che non sappia cosa fare in campo…… povero; e povero è chi è costretto a schierarlo

      In EL, duole dirlo, la situazione è drammatica

    2. Nessuno vuole buttare la croce addosso a Pangos, però è innegabile che stia facendo male male. Sia chiaro non è l’unico e non si può neanche affermare che sia scarso, anzi! Però è il fiore all’occhiello di una campagna acquisti che molti consideravano eccezionale non più di due mesi fa, e da uno come lui ti aspetti molto di più. Invece sta deludendo, troppi palleggi, il tempo scorre senza la costruzione di niente e non batte mai l’avversario diretto sul primo passo. Gli assist secondo me sono una conseguenza diretta e difatti anche ieri il tabellino piangeva.
      Citi giustamente Thomas, Davies e Voightman, giusto ma se la difesa avversaria è sempre schierata significa che nessuno ha cercato di “muoverla” e loro non possono essere in condizione di poter marcare nel loro modo più congeniale, hai mai visto un penetra e scarica? Io purtroppo ancora no.
      A parte loro ci sarebbero poi i “vecchi” Hines e Melli, ai quali si può imputare veramente poco, e mentre Nick ogni tanto è in grado di mettersi in proprio, il povero Kyle se non coinvolto col pick&roll in attacco sparisce.
      Dispiace perché a me il giocatore piace da sempre, però è innegabile che sta rendendo sotto le aspettative e la dimostrazione più evidente è Naz che nonostante tutto qualcosa di buono pur nelle difficoltà sta facendo vedere.

    3. Sono d’accordo con Palmasco. Aggiungo una nota a margine, su Kevin Pangos : era stato scelto da Itoudis, per rianimare un Cska Mosca che, in quel ruolo, aveva già a disposizione giocatori come Hackett, Shved e Lundberg. Rimasto senza squadra, per i motivi che tutti conosciamo, ha trovato l’accordo, con Olimpia Milano, a fine marzo, quando, l’unica certezza, era il ritorno negli Stati Uniti, di Malcom Delaney. Quindi, Pangos, era stato ingaggiato, per giocare con Sergio Rodriguez e, NON, al posto del Chacho. Particolare che, di per sé, fa già un’enorme differenza. Con a fianco Rodriguez, il suo inserimento, nei meccanismi di gioco di Messina, sarebbe stato sicuramente, più agevole.

      1. @Dario è vero in parte ciò che dici, perché si l’accordo verbale è stato fatto a marzo, però già si sapeva che Sergio era in scadenza e con possibilità che non rinnovasse (c’erano già allora voci di un possibile ritorno a Madrid). Se poi si voleva sostituire Delaney (anche se i due hanno caratterizzato totalmente diverse) allora si sarebbe dovuto cercare un profilo più simile al Chacho, e guarda caso si stava liberando Calathes.
        Ormai non c’è modo di tornare indietro, spero solo che il mister sia in grado di dirottare una stagione finora molto grigia

      2. D’accordo con te, Marco.
        Credo che in società sapessero da tempo la volontà di tornare a casa del Chacho, visto il i rapporto ultradecennale tra lui e Messina. E cmq anche nel caso che Pangos, nelle intenzioni della società, avrebbe dovuto prendere il posto di Delaney, a quel punto non prendi Naz al post del Chacho ma vai su Calathes o su un profilo simile

      3. Marco, guarda che Calathes, a marzo, aveva un contratto in essere con il Barcellona, fino al 30 giugno 2024, per un totale di 4 milioni di euro. Solo dopo l’ingaggio di Satoransky, si è capito che Calathes, poteva liberarsi. Dopodiché, è iniziato un lungo tira e molla, per stabilire l’entità della buonuscita che il Barcellona, era tenuto a pagare. Trattativa che si è conclusa a metà settembre.

      4. Dario, appunto per questo, ad un certo punto il Barcellona aveva sotto contratto Calathes, Jakubaitis, Satoransky e Laprovittola, era chiaro che il greco avrebbe fatto le valigie quindi nel momento dell’addio del chacho se Milano aveva già l’accordo verbale con pangos un pensiero a Calathes poteva farlo. Poi è chiaro ci sono i discorsi economici in cui io non entro in merito, ho fatto il nome di calathes perché è un giocatore che mi ha sempre fatto impazzire, però se l’idea è quella di sostituire Rodriguez il giocatore da affiancare a Pangos non è Naz, che comunque il suo lo sta facendo

    4. Ieri nel finale ho visto un labiale di Melli che diceva tipo “ma vaffa.. siamo tutti fermi”…. Il problema a mio avviso è molto di brillantezza fisica degli esterni che sono palesemente indietro. Pangos che tira corto e sbaglia i sottomano, hall che si palleggiava sui piedi e che tira corto ogni tiro, NML che tira 3/4 triple e poi pensa di essere in Hero mode e penetra senza senso e si va a scontrare contro il muro dei lunghi avversari senza mai fare uno scarico sul perimetro.. manca lucidità e brillantezza fisica

  6. Credo questa squadra arriverà a giocarsi la coppa perché ho immensa fiducia nel coach e nella squadra. Il nuovo francese non sarà un mangiapalloni e uno che vice per il tabellino ma gladiatore messiniano per mettere in gioco gli altri. Se Te Giorgio avrà voglia di aprire il borsello un’altra volta con un innesto importante sotto canestro (magari con qualche scontento Nba) sono certo ad aprile avremo altro da festeggiare. Forza Olimpia viva Messina sempre e comunque !

    1. Adesso tutti a parlare di calathes. Calathes ha un età non indifferente, è entrato sul mercato quando Milano aveva già preso pangos.
      Calathes difende anche peggio di pangos, non ha tiro da tre ma è un ottimo passatore.
      Pangos è stato preso al posto del chacho. Punto.
      Al posto di delaney si voleva uno simile a delaney. Cioè una combo in grado di inventare canestri dal nulla. Hanno preso NML.
      Calathes e pangos insieme non avevano senso.
      NML ha in meno di delaney la grande difesa sulla palla. Ha in più di delaney la freschezza fisica che gli permette di attaccare il ferro. Va ovviamente disciplinato e gli va spiegato che deve giocare con la squadra.
      Pangos criticarlo ora è ridicolo. È palesemente in una condizione fisica penosa. Non accelera mai, tira spesso corto perché le gambe sono pesanti. Però gli infortuni degli altri lo obbligano a giocare 30′ quando ad oggi ne dovrebbe giocare 15’/20’….

      1. Io personalmente di calathes ne parlo da questa estate, appena si è aperto lo spiraglio della sua separazione dal Barcellona. Detto ciò a me sarebbe piaciuto perché era quello che più si avvicinava al chacho come tipologia di giocatore ovvero il classico play, gran passatore, con ottimi ritmi e visione di gioco e chiaramente con i difetti che hai evidenziato tu cioè difesa (peggio di Rodriguez e Pangos non è possibile) e tiro, però in una squadra di tiratori come Milano è forse più importante mettere in ritmo i compagni.
        Comunque ormai è inutile recriminare, fiducia a mister e squadra e speriamo in una rapida inversione di tendenza

      2. Sono d’accordo, ottimo riassunto.
        Io stravedo per Calathes ma età e tempi non giocavano a suo favore ed era giusto puntare su Pangos.
        Quel Pangos che era stato scelto per lo stesso motivo da Itoudis, quello che molti dicono avrebbe dovuto sostituire Messina… che costoro si mettano in regola con la loro testa, perché Itoudis avrebbe fatto esattamente la stessa scelta anche a Milano!

        Il vero gap che abbiamo è Delaney e la sua fisicità e visione di gioco, anche questa mai riconosciuta da quelli che ora in questo blog si lamentano e urlano. Gli stessi che non hanno capito che la coppia Delaney e Cacho sono stati il nostro vero rimpianto perché li avessimo avuto con continuità, la coppa la portavamo a casa l’anno scorso…

        Ma questo è il passato.

        Sostituire Delaney con NML è una grandissima scommessa, quasi impossibile. Perché Delaney è un campione e un leader unico, per chi non lo avesse ancora capito. Ma non c’era altro di meglio a disposizione soprattutto se si vuole guardare all’età .

        I grandi esperti lavorano già per Armani, qua nel blog siamo solo dilettanti allo sbaraglio, diamoci una regolata!

      3. Calathes non sarà un mastino in difesa come oltretutto neanche Pangos, ma riesce a mettere in moto la squadra, mentre Pangos non ha, per ora, le chiavi della squadra in mano e anche quando si mette in proprio fa più danni che altro.
        Infine, da quando l’età è una discriminante quando in squadra abbiamo giocatori più “anziani”?

  7. Del roster attuale 8 sono di quest’anno, 5 dell’anno scorso e 3 del 2020, il più antico è biligha del 2019. Se devi rifare la squadra praticamente ogni anno, significa che qualcosa hai sbagliato, no?
    Il fatto che lui ammetta di averli scelti personalmente non significa che non abbia sbagliato. E sbaglia spesso e volentieri, vedi i vari mack, white e il cecchino daniels sui quali scommetteva. Forse non è un genio del mercato.
    Sul fatto che solo lui porti i campioni da noi, non è che la nostra è una società di scappati di casa e che lui e il greco sono i nostri salvatori, cito solo McAdoo che poteva andare dovunque in Europa e ha scelto l’olimpia.
    Infine, l’italiano non sarà così difficile da decodificare, come dici tu, ma forse da usare un pochino lo è, perché “i risultati che di per LORO…” fa male a sentirlo.

    1. I campioni sono sempre venuti a Milano anche prima e senza Messina.
      Che solo lui porti i campioni è la favola che ci vogliono imboccare ma non corrisponde minimamente alla realtà dei fatti altrimenti non avremmo vinto 3 Coppa dei Campioni e ben 28 scudetti.

      1. Scusate: io son vecchietto ed ho vissuto i trionfi Tracer ma dire che i campioni son sempre venuti, citando McAdoo mi fa sorridere: era il 1985 e forse non avevo nemmeno un capello bianco.
        Da quando ando siamo arrivati in EL qualche buon giocatore è certamente arrivato (ricordo Radulicja- sembrava forte – Marshoon Brooks, Goudelock). È che con Messina ne è arrivato qualcuno vincente: Hines, Melli, Rodriguez, per citarne alcuni. La differenza è li, direi.
        Poi Messina non è certo infallibile, anzi: di toppe ne ha prese.
        La verità è che, col senno di poi, una squadra con Pangos e Baron in guardia è una squadra senza atletismo. Forse l’errore più grande è stato questo. Davies mi è sempre piaciuto ma al Barcellona aveva qualche collega di reparto forte almeno quanto lui. Insomma: sulla carta la squadra sembrava equilibrata, cin più talento offensivo. Ma non è sbocciata, ancora.

      2. Quindi abbiamo vinto 28 scudetti e 3 coppa campioni senza avere campioni in squadra. E Messina con i campioni in squadra solo uno scudetto e il nulla in Europa. Invece, tornando seri, è irrealistico solo pensare che non sono mai venuti campioni a Milano prima di Messina e non mi riferisco ai nomi da te citati.

    2. Anch’io preferisco la squadra che si consolida di anno in anno con piccoli ritocchi piuttosto che rifondazioni annuali in stile Proli, panchina compresa.

      Però quest’anno non si può imputare alla società di aver fatto troppo mercato. C’erano 4 sostituzioni obbligatorie e 2 sostituzioni poco facoltative.

      I due play Pangos e Mitrou-Long per sostituire Chacho e Delaney in uscita volontaria e legittima.

      I due dopati Moraschini e Mitouglou salutati con rescissione per giusta causa per la corretta tolleranza zero verso il doping.

      Poi le due sostituzioni necessarie. Tarcisio che non era a livello Eurolega ed era a fine contratto, sostituito con Davies che calamita i falli e sa giocare a basket e Daniels, effimero per tutta la scorsa stagione sostituito con Billy Baron letale al tiro.

      Chi non avrei cambiato è Ben Bentil per Voigtmann.

      Poi è stato aggiunto Thomas in ala piccola per dare profondità al roster e perché la società si è probabilmente resa conto che Datome, rinnovato a cifre minori del ricco contratto precedente, ha il fisico logoro e sta più in injury list che sul parquet per l’Olimpia.

      Con l’eccezione di Bentil per Voigtmann sono tutti acquisti di buon livello qualitativo. Gente con esperienza in Eurolega con la sola eccezione di Mitrou-Long che peraltro ha già dimostrato che non ci sta a perdere e anche in EL si danna per fare punti e ieri ha guidato il tentativo di rimonta.

      1. Bentil meglio di voigtmann? Ma per favore… Voigtmann preso perché simile a mitoglou che era il progetto dello scorso anno. Ma voigtmann non rende perché è giocatore che necessita di un gioco fluido che ad oggi non c’è

      2. Al momento si, Bentil è meglio di Voigtmann le cui prestazioni sono opache ed evanescenti.
        Bentil è arrivato a stagione inoltrata e si è subito integrato con il gruppo e sopratutto si è immediatamente inserito negli schemi di Messina.
        Nei tre anni precedenti di Messina, nessuno che sia arrivato in corsa ha avuto l’impatto di Ben
        E oggi si sta confermando alla Stella Rossa.

  8. Perché non si dovrebbe poter criticare? Io lo faccio, ma continuo comunque a tifare Milano.
    Semplicemente non credo più che questa squadra possa arrivare ai playoff di EL. I motivi sono tanti. Tecnici, mentali, gli infortuni. E ci metta anche un coach che, nel bene, ma anche nel male, va per la sua unica strada. Crede in quello che fa, e questo è un pregio, una garanzia. Ma quando le cose non vanno non mi sembra in grado di cambiare la rotta. Resta uno dei migliori in Europa, per carita’. E non saprei davvero con chi sostituirlo. Quello che mi preoccupa è che dover giocare ancora una trentina malcontate di gare in un torneo duro e difficile come l’EL, sapendo di non avere alcun obiettivo raggiungibile, ti fa saltare un’intera stagione, ti fa spendere energie fisiche e mentali che poi ti mancano in campionato, anche perché perdere non fa mai bene. È una situazione che abbiamo già vissuto in passato, quando siamo arrivati ultimi e penultimi.
    Non sarà facile dunque portare a termine la stagione con questo pesante fardello.

    1. @di.me una birretta che ti sbagli.
      Ci risentiamo a maggio per accordarci dove.

  9. Più che mancare l’amalgama mi sembra che la squadra sia alla fase del panico. Non ne va bene una e dunque tutti giocano con l’acqua alla gola e in frenesia. In queste situazioni è più facile fare errori banali al tiro e a quel punto qualsiasi difesa di Eurolega ti stritola

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