Momento duro, durissimo. A Milano due sconfitte in tre giorni fanno scalpore perché abbiamo la bocca buona da 18 mesi o giù di là. E la trasferta di Istanbul tra una manciata di ore probabilmente servirà a stabilire come l’Olimpia chiuderà la stagione regolare, se terza, quarta o, addirittura quinta per l’incapacità dell’Eurolega di prendere decisioni, prima necessarie e poi eque. Fare quadrato. Unico comandamento. Milano non è brillante ma esiste ancora: non è ko come in altre stagioni – Repesa 2, Pianigiani 2 – quando sembrava un pugile suonato e non bisogna quindi gettare alle ortiche l’eccellente lavoro fatto per mesi.
C’è un calo lampante: da un punto di vista fisico lo ha evidenziato bene il Maccabi andando al doppio della velocità e le percentuali da tre (7/34), sinonimo di gambe stanche; da un punto di vista mentale lo hanno dimostrato le tante schiacciate regalate agli avversari, una prova svagata e poco concentrata, piena di errori proprio in difesa e di un piano partita seguito malissimo – prima regola: non farli correre -. Ah, non voglio sentire che a Brescia i senatori dovevano riposare: a questa squadra, non ho dubbi, perdere il ritmo gara fa male e i continui rinvii sono una complicanza clamorosa nella gestione delle rotazioni. Che per altro devono ora assorbire il rientro di un giocatore come Shields a cui non può essere concessa solo una manciata di minuti ma è obbligatorio un tonnellaggio temporale molto più ampio per renderlo il fattore che tutti riconoscono.
Secondo i soliti tromboni la stagione a dicembre – proprio con lo stop di SS – era andata. Gli stessi che la pensano andata ora per due ko netti. Quindi pedalare e fare quadrato attorno alle certezze di tutti i giorni. Vado con una citazione che un uomo di cultura come il Mio Pastore apprezzerà – o se chi per lui glielo riferirà -: “Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. (…) Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza. Voi chiedete: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una parola. E’ la vittoria. Vittoria a tutti i costi”. Lo diceva Churchill nel momento più cupo della umana storia, ora – per temi fortunatamente meno gravosi, anche se il male è a pochi chilometri dai nostri confini – lo deve ripetere Messina ad ogni giocatore, ad ogni tifoso/tifosotto/tifosetto. Chi non crede in questa squadra, stia pure a casa.
Condivido al 100%
Ma non ho capito la critica alla EL. Mi pare una volta tanto che abbia preso l unica decisione sensata e anti-economica.
Cosa avrebbe dovuto fare?
@Ale tenere conto delle partite già giocate e stilare la classifica in base alla % di vittorie. Poi sposo il concetto del Guazz chi non crede in questa squadra stia pure a casa
“…. chi non crede in questa squadra stia pure a casa”…..sperando che non siano i giocatori a non crederci più
Cancellare i risultati di gare disputate è letteralmente iniquo, al netto di chi ci guadagna o meno… A mio avviso si sarebbe dovuto puntare sulle percentuali di vittorie, criterio che utilizza ogni lega assennata – vedi ACB per la Coppa del Re in epoca Covid -, per non scombussolare in maniera così netta la classifica…
E non evidenzio nemmeno l’aver aspettato un mese per l’unica sanzione ovvia…
Per fare una classifica determinata dalla percentuale delle vittorie credo dovessero riformare il regolamento, cosa che non si fa a stagione in corso
Hanno votato le squadre (nemmeno tutte). Ognuna secondo il proprio interesse personale. Da una lega che si basa solo sul business…se ti aspetti altro sei un illuso.
Grazie Guazz, adoro la tua “penna” (o tastiera per i tempi moderni) e condivido il tuo incoraggiamento. Vale per la squadra e per tutti i tifosi!
Dopo mesi di goduria, a contemplare la miglior difesa d’Europa ed una squadra capace di battere praticamente tutti, eccoci ad un momento difficile. Cosa sta succedendo? Calo fisico, dovuto magari al lavoro atletico fatto (forse) nei giorni scorsi? Calo mentale di chi, raggiunto l’apice, si sente “obbligato” a vincere? O difficoltà ad inserire nuovamente gli infortuni, dovendo creare nuove gerarchie? O, magari, stanchezza del nostro coach?
Non lo so. Ma la situazione non è tranquilla perché in un mesetto si rischia di buttare alle ortiche il fattore campo nei playoff di EL o, addirittura, ipotizzare una serie contro l’Efes.
Mentre per la lba si avrà tempo di pensarci da metà maggio in poi (se saremo ancora in forze per sviluppare il nostro gioco) in EL dobbiamo per forza vincere le gare che restano.
Certo è che il nostro attacco non funziona, circostanza da sistemare in fretta perché è vero che la difesa ti aiuta a vincere ma bisogna anche segnare, ogni tanto.
Niente drammi, dunque, o processi: è ora di dare il massimo!