L’addio di Dairis Bertans è un problema? No (e torna l’opinionista in incognito)

L’addio del lettone è una ferita? Non per Simone Pianigiani

Dairis Bertans, per chiudere un capitolo. Di opinioni e numeri ne ha parlato Alberto Marzagalia su Eurodevotion, noi scendiamo anche su aspetti tecnici e gestionali.

L’addio del lettone è una ferita? Non per Simone Pianigiani, che in EuroLeague ha dall’arrivo di James Nunnally ristretto le rotazioni a Mike James, Nemanja Nedovic, James Nunnally, Curtis Jerrells, Vladimir Micov, Jeff Brooks, Mindaugas Kuzminskas e Kaleb Tarczewski. All’occorrenza, si possono aggiungere Andrea Cinciarini e Alen Omic.

Una scelta, discutibile come tante, ma scelta di chi vede la squadra tutti i giorni, e che parte da due assunti fondamentali. Il reparto esterni ha tre intoccabili (Mike James, Nemanja Nedovic e James Nunnally) tra EuroLeague e LBA (dove capita più spesso che Vlado Micov possa riposare), e Dairis Bertans non può essere alternativa a Curtis Jerrells perchè non è un portatore di palla.

Chiusa l’EuroLeague, quale sarebbe stato poi il futuro di Dairis Bertans sino al 30 giugno? Spettatore nei playoff di LBA. Con Arturas Gudaitis fuori per tutta la stagione, Simone Pianigiani avrebbe dovuto rinunciare ad altri tre giocatori. Amedeo Della Valle, con tutte le differenze di impatto del caso, era una presenza molto ingombrante nel roster milanese per Dairis Bertans. Clone? Come ruolo e attitudine, sì.

Insomma, il saluto dell’Olimpia Milano è dovuto, ma i Pelicans sono stati la soluzione migliore per tutti. Per un giocatore che realizza un sogno nel momento in cui si trovava ai margini, e per l’Olimpia, che libera un giocatore che non aveva più alcuno spazio.

C’è poi il «sistema Pianigiani» e il «sistema EuroLeague». Questa Olimpia si sta indirizzando verso un gioco fatto di uno contro uno in evoluzione al primo p&r, con giocatori in grado di crearsi il tiro dal palleggio, da fuori come in attacco al ferro. Dairis Bertans non era tutto questo.

In EuroLeague, nella classifica del tiro da 3 punti Dairis Bertans era secondo, dietro a Cory Higgins, davanti ai Guduric, agli Hobbs e agli Heurtel. Tutti elementi che vanno oltre lo status di «tiratore puro». Certo, c’è Jaycee Carroll, un maestro del ruolo e un giocatore imprescindibile per il Real, ma vi è evidentemente una tendenza.

Questo il punto di vista del nostro opinionista in incognito, che rende il senso del nostro concetto: «Tiratori puri ce ne sono pochi, perchè in Europa è difficile giocare con specialisti puri. E’ una questione di efficenza. Gioco più rapido, giocatori più versatili».

Potremmo anche dire che il calendario “colmo” ha peggiorato il gioco rendendolo più semplice, dunque meno amico di giocatori che nel sistema trovano la loro eccellenza? Potremmo anche dirlo.

Ps. Chi scrive, riteneva Dairis Bertans una risorsa. Non vi è alcun sollievo, a differenza del giorno dell’addio di Mantas Kalnietis. Chi scrive vuole solo dire che, per questa Olimpia, l’addio di Dairis Bertans non è una perdita di rilievo. Che poi questa Olimpia sia la migliore possibile, lo diranno solo le prossime gare di EuroLeague…

3 thoughts on “L’addio di Dairis Bertans è un problema? No (e torna l’opinionista in incognito)

  1. Concordo su molto di quello che hai scritto. In effetti Bertans non aveva più molto spazio, pur essendo buonissimo giocatore e professionista serio. Nunnally gli ha levato minuti; e c’è la necessità di far giocare e crescere Della Valle. Questi due fattori hanno decretato questo addio che, come scrivi tu, non lascia alcun sollievo se non per il fatto che Dairis potrà tentare la fortuna e giocarsi le sue carte oltreoceano (se lo merita). Il “sistema Pianigiani” porta ad avere due squadre, una per l’Europa, l’altra per i confini nazionali. Scelta giusta? Non saprei. Di sicuro potrebbe quasi diventare un… “essere avanti”. MI spiego. Il prossimo anno sia in LBA che in Eurolega ci saranno quattro gare in più. Forse il nostro coach sta già pensando al futuro prossimo e ha imbastito praticamente due versioni dell’Olimpia, con un nucleo centrale comune ad entrambe le formazioni (e non potrebbe essere altrimenti, ad oggi, visto il roster comunque limitato inquest’ottica). Auguri a Bertans, dunque, ed anche all’Olimpia!

  2. La partenza di Bertans resta uno choc.
    Una partenza comprensibile, da entrambe le parti, ma sempre uno choc.
    Con l’infortunio di Nedovic, Bertans ha dovuto sostenere minutaggi e posizione importanti, e se non siamo usciti del tutto dalla lotta, lo dobbiamo anche, e molto, a lui.
    Resteranno negli occhi i suoi sbattimenti in difesa, cercando sempre di andare oltre i propri limiti, l’eleganza dei suoi “riccioli” nel chiudere l’azione al ferro, e la mossa sublime del suo bellissimo tiro da 3.
    Un piacere e un privilegio averlo visto giocare da noi.

    E un inaspettato, ma inequivocabile segno di attaccamento alla maglia, finché c’è stato.
    Poi

  3. Poi l’NBA è una sirena irresistibile, ed è vero che da noi avrebbe giocato meno del solito.

    (Sono stato tagliato dal mio computer, forse stanco anche lui della lunghezza dei miei commenti 😀)

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