Interrogandosi su Raduljica. Analisi e pagelle della sconfitta con il Real Madrid

Le prime sconfitte fanno male, le seconde certificano un disagio, ma per questa Olimpia Milano esprimersi in tali termini parrebbe a dir poco fuori luogo. Quando si cede al Pireo, e poi in casa con il Real Madrid, i confini tra colpa e inevitabilità si assottigliano enormemente, pur nel rispetto dell’imprevedibilità del gioco. Ben lungi dall’accettare senza muovere un dito il 90-101 finale, urge anche sottolineare come, delle 12 gare del doppio turno giocate sino ad oggi, ben 8 si siano concluse con squadre vincenti oltre quota 90. Un caso, o un calendario da Nba produce risultati da Nba? Analizziamo comunque i punti focali del match:

I rimbalzi. Un danno con l’Olympiacos, dove l’atletismo dei greci predominava anche quando erano i lunghi milanesi a prendere la giusta posizione di partenza. Un danno con il Real Madrid, sempre che si vada oltre il numero finale. Alla sirena, il tabellino dice 33-40 per gli ospiti, 13-13 in quelli offensivi. Tutto nella norma? No, perchè i numeri hanno anche un peso a seconda del momento. Nel quarto quarto in cui Milano tocca anche il -2 (75-77 con 2+1 di Hickman a 8.06), il Real risolve la pratica proprio con i rimbalzi: 14-6 il parziale, 5-6 se si guarda solo sotto al tabellone della squadra di Jasmin Repesa. Il 75-80 che da il là alla fuga definitiva della squadra di Laso nasce infatti da tre rimbalzi offensivi in sequenza;

Lunghi o raggio di efficacia? Il Real ha grande varietà, pur senza centri classici. Randolph domina la partita con 20 punti e 14 rimbalzi, Othello Hunter lo supporta con 18 e 5. Eppure, il conto dei punti dei lunghi dice 44 per il Real e 31 per Milano, che potrebbe sorpassare con i 16 di Sanders, di fatto a lungo schierato da “4”. Dunque? La differenza nasce dalle varietà delle zone di realizzazione. Milano produce 54 punti in area contro i 44 del Real, ma concede uno 0/7 nei «2 lunghi» (che con gente come Raduljica, Macvan, Pascolo e Gentile dovrebbe essere punto di forza) rispetto ai 10 punti degli avversari. Da 3 la produzione è 5 (conclusioni vincenti) contro 10;

Miroslav Raduljica. 12’ con -11 di plus/minus: peggio solo di Gentile, male come Macvan. L’unico centro «originale» di Milano deve essere garanzia di fisicità e presenza. Offensiva e difensiva. Mancare in uno dei due aspetti significa ricreare le disparità della passata stagione, con i risultati europei noti a tutti.

LE PAGELLE

McLean 6.5 – Il miglior lungo di Milano è parte integrante dell’aggressività che riporta la squadra in corsa nel quarto quarto. 4 rimbalzi, di cui 3 offensivi e una palla rubata: all’altezza.

Gentile 5 – In una confusione di squadra tende a ritirarsi in un’individualità in cui non ha più alcuna fiducia. Il risultato è l’1/5 al tiro con 3 palle perse.

Hickman 6.5 – 0/4 al tiro dall’arco e allora pieno e totale attacco del canestro, potendo contare sulla scarsa attitudine difensiva di Llull. 19 punti con 6 viaggi in lunetta sono garanzia di affidabilità, ma 31’ in un roster completato da Kalnietis e Cinciarini sono indice di difficoltà. Altrui.

Kalnietis 6 – Meno di 10’ con 2 punti e 1/4 al tiro, ma anche 4 assist e 2 palle rubate. Dà quel che può, ovvero quel che ora, numeri a parte, non può bastare.

Raduljica 4.5 – Ingresso che può garantire fiducia, ma alla lunga si smarrisce sino a risultare a dir poco traballante. -11 di plus/minus, soli 12’ in campo, e una totale incapacità di leggere le situazioni difensive.

Dragic 5.5 – Contro l’Olympiacos si perde subito nei falli, contro il Real Madrid non riesce mai a prendere le misure, apparendo impacciato sui rientri difensivi come nella lettura dei cambi.

Macvan 5.5 – La grinta c’è, ma quella non basta per sovvertire un momento di leggero appannamento. Contro Madrid, come contro l’Olympiacos, a Milano serviva atletismo. Quel che può garantire McLean, non Macvan.

Pascolo 6 – Luce accecante di tenacia anche nei momenti di smarrimento dei compagni. Lancia la carica per il rientro, ma rimane seduto per l’intero quarto quarto.

Cinciarini sv – 8’ di gioco, quasi tutti nel primo quarto, ingiudicabile.

Sanders 6 – Avvio confuso, poi va di letture personali, con tiri fuori ritmo potenzialmente preziosi per le ripartenze del Real Madrid. 16 punti, 6/13 al tiro, 6 rimbalzi e 2 assist.

Simon 5.5 – Numeri importanti, come i 13 punti e i 6 assist. Ma quell’1/5 dall’arco è una condanna, così come il -6 di plus/minus.

Coach Repesa 5 – Gestione quasi scientifica delle rotazioni, ridotte per il doppio turno a 11 uomini, vista la totale inoperosità di Abass. Fontecchio e Cerella non paiono rientrare nei piani europei (l’argentino, neanche in quelli italiani), ma la colpa non sta nelle scelte, quanto nella gestione troppo cadenzata dei 40’ di gioco.

Next Post

Il momento del duo Cinciarini-Abass, le anticipazioni sul mercato e sui tempi di recupero di Macvan

  Juvecaserta, Milan Macvan, mercato. Tanti i temi da dibattere in questo lunedì di una settimana certamente più gestibile di quella appena trascorsa. Campionato, terreno di allenamento, con Sandro Dell’Agnello ad osservare: «Penso che siano più competitivi quelli che fanno in settimana, di allenamenti, rispetto alla maggioranza delle gare domenicali». […]

Iscriviti

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: