Dal “si aiuti da solo” alla tribuna playoff: breve storia di Brandon Davies in Olimpia

Alessandro Maggi 8

Brandon Davies, una stagione in biancorosso tra premesse importanti, risultati altalenanti ma tutt’altro che negativi, e repentine conclusioni

L’Olimpia Milano ritrova Brandon Davies, una sola stagione in biancorosso tra premesse importanti, risultati altalenanti ma tutt’altro che negativi, e repentine conclusioni. Breve storia e parole.

Brandon Davies tra ieri e oggi

Il classe 1991 ha iniziato bene la stagione a Valencia, il club che ne ha rilevato e spalmato il contratto biennale firmato con Olimpia Milano la scorsa estate.

In ACB Davies sta producendo 13.3 punti di media con 5.3 rimbalzi, 10.8 e 2.3 in EuroLeague. I Top sono i 19 punti in Spagna con l’Obradoiro e i 18 con il Fenerbahce in Europa.

Attenzione, non sono numeri così diversi rispetto all’annata in biancorosso. Davies ha chiuso con 13.5 punti di media e 4.8 rimbalzi in LBA, 10.2 per 3.2 in EuroLeague. 

Ma la sua ultima partita è stato il 30 aprile 2023, 14’ contro Tortona. 

Brandon Davies e l’Olimpia Milano

Sì, perchè Brandon Davies dopo mesi in quintetto titolare esce rapidamente dalle rotazioni di Ettore Messina sino ad essere spettatore nei playoff che regalano a Milano il trentesimo Scudetto della sua storia.

Messina sceglie Johannes Voigtmann, come preferisce Devon Hall a Kevin Pangos. Questione di letture, e di opportunità: secondo il coach biancorosso il tedesco apre di più il campo per le penetrazioni degli esterni.

Milano vince, ma il dubbio di aver lasciato partire un grande talento di EuroLeague resta. Ecco alcune delle dichiarazioni che ne hanno accompagnato il percorso in Olimpia Milano.

Brandon Davies, le dichiarazioni

«Kevin Pangos e Brandon Davies sono stati i giocatori sui quali abbiamo puntato di più in estate. Sono giocatori che io ho portato a Milano, io li ho scelti e voluti. Adesso stanno faticando ed è nostro dovere aiutarli a ritrovarsi. Ma come sempre succede nella vita quando sei in difficoltà devi aiutarti prima di tutto da solo. Ed è quello che mi aspetto facciano loro. Che si aiutino da soli»

Ettore Messina, 18 novembre 2022

«Dovevamo solo imparare a conoscerci meglio: ho cercato di andare in campo con più aggressività e mettere insieme tutto quello che serviva per migliorare il mio impatto. La squadra ha fatto la stessa cosa, cercando di sfruttarmi maggiormente in attacco: ci siamo aiutati a vicenda»

Brandon Davies, 5 gennaio 2023

«Abbiamo giocato alla grande come squadra, tutti abbiamo condiviso il pallone e cercato gli altri. I playmaker che abbiamo mi danno il pallone come su un piatto e questo rende il mio lavoro facile. L’abbiamo fatto collettivamente. Ci siamo tutti aiutati a vicenda e abbiamo svolto i nostri compiti difensivi. Abbiamo commesso errori, ma abbiamo giocato duramente e questo ha fatto la differenza».

Brandon Davies, 10 marzo 2023

«Un centro efficace in area, con i movimenti buoni e la capacità di guadagnare falli, di attirare i difensori avversari e riaprire spazi per i tiratori, io dico che serve sempre. E Davies è uno che in attacco ha tutto, anche le mani buone da passatore sui raddoppi. Io non rinuncerei mai. E gli farei arrivare valanghe di palloni».

Sandro Gamba, 12 aprile 2023

«Sì, dicendo la verità. E gli esclusi si stanno allenando come matti: a Davies ho spiegato quello che in questo momento ci dà Voigtmann. A Pangos che faremmo fatica a giocare con tre guardie piccole».

Ettore Messina, 13 maggio 2023

8 thoughts on “Dal “si aiuti da solo” alla tribuna playoff: breve storia di Brandon Davies in Olimpia

  1. Nonostante commenti di altro segno nel blog, e fatta la tara delle erronee decisioni dello staff tecnico, Davies mi ha personalmente deluso…..il giusto, non essendo mai stato prima del suo arrivo in Olimpia un giocatore per il quale stravedevo, comunque poco atletico per il ruolo

  2. Poi ci si chiede perché scriviamo che le dichiarazioni di Messina hanno lo stesso tono di quelle di Petrucci.
    Balle per gli allocchi.

    Intanto il valore dei nostri vivai precipita, i giocatori italiani migliori crescono solo all’estero, gli altri imparano a memoria i nodi del pino di Milano (faccia triste).

  3. Il rapporto conflittuale con i giocatori è una delle caratteristiche del nostro pastore e si estrinseca a vari livelli tra cui brillano particolarmente:
    Italiani giovani:presi per collaudo dei seggiolini delle tribune e scartati dopo un anno per inadeguatezza della capacità di seduta
    Stranieri bravi solo in attacco: presi per dimostrare la loro inadeguatezza difensiva e scartati perché inadatti al sistema
    Stranieri bravi anche in difesa:presi per essere schierati fuori ruolo e per dimostrare l’inadeguatezza per esempio di una guardia di un metro e ottanta a contendere i rimbalzi a Tavares nel cambio sistematico difensivo…

  4. Invece a me Davies è sempre piaciuto. In Europa nessuno ha i suoi movimenti in post basso.
    Mi ricordo che dopo il -30 con l’Efes, fu panchinato per tutta la partita con il Fener.
    Era fine Novembre dello scorso anno.
    Perchè LUI pensava che il colpevole fosse Davies, non Hall da play.
    Stasera lo rivedrò con piacere.

    1. Esattamente così. Con Davies, rapporto incrinato dopo solo un mese e mezzo. Al forum, arriva il Fenerbache 1° in classifica. Milano, era in emergenza, ( out Baron, Tonut, Shields e Datome ) ma, viene tenuto in panchina, per tutta la gara, a guardare come difendevano bene, Thomas e Alviti…

  5. Personalmente ritengo Davies, tra tutti gli innumerevoli sprechi di giocatori dell’era Messina, secondo solo a quello di Mike James.

  6. Il supercoach e il greco in conferenza stapa dicono solo un sacco di banalità, perchè non parlano di quello che i tifosi vogliono veramente sapere, tipo che cosa è successo con Pangos?

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