Olimpia Milano post Sassari, e tre, in una giornata che segna il via del countdown alle finali scudetto attese per un anno. Ma parliamo di ieri, per le Finals ci sarà tempo.
La serie con Sassari
Poteva essere un “tranello”, ma l’Olimpia lo ha aggirato serenamente, proseguendo il suo cammino senza ostacoli. Il rischio è arrivato solo in gara-2, dove è stata la squadra di Messina, sonnacchiosa per almeno 15’, a rimettere in partita la Dinamo. Anzi, a portarla nella serie.
Poi, se hai un grande allenatore come Piero Bucchi, e buoni giocatori come Robinson, Logan, Bilan e Bendzius (flop Burnell), in fiducia puoi fare male a chiunque in una singola gara.
La lotta di quel secondo tempo, ha fondamentalmente offerto a Ettore Messina anche un test che non è stato possibile affrontare nelle altre cinque gare dei playoff: la reazione sotto stress. L’esito, evidentemente, è stato positivo.
Gara-3
Decisa dalla “second unit”. Lo ha sottolineato il coach, ed è stato evidente in campo. Sul 16-8 Sassari del primo quarto, la risposta è un 17-3 di parziale che vale il 19-25 dopo un paio di minuti del secondo quarto.
Ebbene, segnano Biligha, 6 Baldasso, quindi Melli, Ricci e 5 Grant. Tutta gente che entra in campo a gara iniziata.
Vi è poi il momento chiave, quando la Dinamo torna a -7 costringendo Messina al timeout. Ricci colpisce da 3, quindi i canestri di Hines e Shields, infine la stoppata di Datome su Bilan.
Tanti, tanti protagonisti diversi. Un bel bottino in vista della serie con la Virtus? No, un’indicazione. Perchè il livello della serie si innalzerà non poco, bisogna vedere chi sarà pronto.
Il ritmo
Ne ha parlato Ettore Messina nel dopogara:
Ettore Messina: «Stiamo giocando con un ritmo più alto, con più aggressività, con più contropiede e muovendo velocemente la palla in attacco»
— 𝔸𝕝𝕖𝕤𝕤𝕒𝕟𝕕𝕣𝕠 𝕄𝕒𝕘𝕘𝕚 (@AlessandroMagg4) June 1, 2022
I numeri, per lo più indicatori dei possessi, parlano chiaro: 91, 91 e 89 punti con Reggio Emilia, 88, 91 e 87 con Sassari. In tutto questo, in quattro occasioni gli avversari producono non più di 71 punti.
Spiegazioni. Tante. Ma certamente se con Malcolm Delaney guadagnavi in difesa, perdevi in attacco. Oggi la squadra può correre, prima no. Scelte ovviamente. Ma con la Virtus si potrà correre, rischiando di aumentare le palle perse?
Il cambio impressionante di ritmo in attacco ( 2 mesi fa facevamo fatica a farne 70) secondo me non è dipende del Delaney out, ma penso sia il frutto del lavoro dello staff tecnico, in questo mese senza (ahimè) F4. Se prima le partite le vicevi tenendo gli avversari sotto i 70, adesso puoi vincerle anche se gli altri ne fanno 85. Forza Olimpia