Il Sole 24ore titola senza fronzoli oggi in edicola: «Basket, senza pubblico il campionato di Serie A ha perso 80 milioni».
Sottotitolo: «La chiusura delle arene in due stagioni ha privato i club di ricavi rilevanti, anche se sono cresciuti l’appeal dei brand e il seguito social».
Nel girone d’andata del 2019/2020 con 4.723 spettatori medi a gara, erano arrivati 8.4 milioni di ricavi.
Ma: «Il basket tricolore si consola però con i dati dell’audience. Tv o internet, ormai, cambia poco: la Lega Basket ha chiuso la stagione con numeri in crescita per quanto riguarda gli spettatori tra Rai e Eurosport, a riprova di quanto il prodotto abbia mantenuto il suo appeal a livello mediatico (sperando che la Nazionale impegnata nel torneo Preolimpico di Belgrado dal 29 giugno possa contribuire al rilancio del movimento)».
«Secondo uno studio di Deloitte, la chiusura anticipata della stagione 2019/20 ha avuto un impatto negativo per 37 milioni. Per il 2021, invece, la stima iniziale era di 45 milioni, ma con i palazzetti chiusi fino a dicembre. La realtà, invece, ha consegnato una stagione con entrate pressoché azzerate dal botteghino».
La situazione è devastante, non solo per il basket ma ovviamente anche per tutti gli sport di squadra che vivono soprattutto attraverso gli incassi. Se non è calcio dalle TV c’è poco da sperare come aiuti per cui la logica impone una revisione del campionato LBA, in maniera che le partite siano sempre d’interesse. Probabilmente una delle soluzioni possibili sarebbe quello di ridurre le squadre LBA in modo che possano giocare più partite fra loro: che so, otto/dieci squadre che possono permettersi l’eccellenza in Italia e si confrontano con un doppio turno A/R in RS con play-off più snelli.