Olimpia Milano post Valencia che ovviamente ha il sorriso stampato in faccia. Anche se, come sempre, cerchiamo di guardare oltre.
La % da 3
Bando subito, almeno a nostro modo di vedere, alla casualità del dato dall’arco. 16/27 da 3 rende tutto più semplice, soprattutto se si è toccato il 9/11 sul finire del primo tempo.
Ma da cosa nasce tutto questo? Dalla circolazione di palla. Olimpia Milano ha tenuto un dato-assist non troppo alto (17), ma ha costruito ottimi tiri, piedi a terra, in primo luogo quelli di Gigi Datome.
Ha saputo attaccare, aprire il campo. Ettore Messina aveva parlato di spaziature come “prima arma” del Valencia. E ha risposto con ottime spaziature. Basti guardare le conclusioni dello stesso Gigi Datome. O di Roll. O di LeDay.
Nel basket c’è poco di casuale, soprattutto sui 40’ di gioco. La mano può essere “fredda” o “calda”, e ha dunque l’ultima parola. Sempre. Ma le giuste condizioni aumentano le %.
Il momento in classifica
L’Olimpia Milano è arrivata al doppio confronto con le “spagnole” con un record 9-7. Era un momento estremamente delicato, perché due “scontri diretti” potevano avviare una fase decisiva della stagione con un 50% di vittorie.
In passato la squadra aveva “patito” certi momenti, trovando anche nelle assenze un alibi per venire meno. Questa volta la risposta è stata veemente, perché se con il Real non c’è stato nessun timore reverenziale, con Valencia il “piglio” è stato quello della corazzata.
Come successo in passato, non useremo mai le assenze come alibi. Solo come chiave di lettura per quel che è stato e quel che sarà. Essere oggi con un 11-7, con Shavon Shields ai box, e un Vlado Micov di fatto mai disponibile, è cosa di non poco conto.
Il futuro è potenzialmente più roseo del presente. E a gennaio, per l’Olimpia, questa è una vera notizia.
Il passaggio negativo
Gara girata sul parziale di 19-2 del secondo quarto, e gestita nel finale dopo che gli ospiti erano tornati pericolosamente sotto
Dal +16 al +5 per capire come. Jaume Ponsarnau ha deciso di affidarsi al giocatore che maggior talento balistico, Klemen Prepelic, ma la ripartenza è nata in difesa.
«Più energia» l’ordine, e gli ospiti hanno portato raddoppi più aggressivi sul portatore di palla. Milano si è schiacciata ancora di più dentro, dimenticandosi di allargare il campo.
In attacco, i blocchi di Valencia sono stati più vigorosi, l’Olimpia Milano si è ritrovata a rincorrere spendendo falli. Con l’arrivo in bonus, il rischio era quello di abbassare la guardia, ma in attacco la circolazione di palla è tornata a migliorare, e Hines ha conquistato un rimbalzo offensivo con fallo decisivo.
Questo momento di “impasse” spiega tutto: in EuroLeague se abbassi il livello di energia concedi ovunque, in attacco e in difesa. Ecco perché ampie rotazioni diventano fondamentali.