Buongiorno Olimpia, la rubrica semi-quotidiana di cui non si sentiva il bisogno che ci accompagnerà quasi ogni mattina al risveglio.
«Una serie A svincolata dal diritto sportivo e con un rigido criterio di accesso e permanenza, basato su parametri in grado di garantire un prodotto basket più competitivo»
«Programma ambizioso ma difficilmente realizzabile per due ragioni di ordine pratico: la prima riguarda la tradizionale resistenza della FIP al cambio di regole in corsa, perché presentare la soluzione delle licenze a primavera significherebbe rischiare di bloccare l’interscambio A-A2 a campionati largamente inoltrati».
«Il secondo è quello della difficoltà di alzare l’asticella dei parametri – richiedendo ripianamenti economici ed investimenti importanti sulla struttura – in vista della prossima stagione, che si annuncia problematica sul piano dei conti per un numero elevato di club costretti a sobbarcarsi costi da stagione normale nella straordinarietà della pandemia con sponsor in fuga e ricavi azzerati da botteghino».
Tripla citazione dalla Prealpina di ieri. Alcune considerazione. LBA non può pensare di attuare in due stagioni e mezza (dall’avvento di Umberto Gandini) una rivoluzione dopo aver portato all’addio in tutta fretta il predecessore.
Il 2021-2022 deve partire, se non con un codice civile e penale nuovo, quanto meno con basi diverse al passato, e propedeutiche al futuro, come parametri economici più stringenti o progetti di settore giovanili nuovi, e già parzialmente concreti.
Vieni poi da chiedersi dove sia il problema del “cambio in corsa”, visto che la prossima estate non sarà molto differente dalla precedente a livello economico, ovvero quando non si trovò mezzo club per completare l’organico della massima serie prima delle decisioni di Cremona e Roma.
Fretta? Magari no, ma urgenza sì. E questo pare ben chiaro al presidente Umberto Gandini, che ai cambiamenti concreti lavora, fiducioso che un “no” non possa arrivare senza spiegazioni, e alternative, da una FIP che ha promesso “rivoluzioni” salvifiche per l’ultimo mandato Petrucci.
E’ l’occasione di rifondare, magari perdendo qualcuno per strada. Il mostro basket ha pica credibilita’ e per rilanciarlo si deve lavorare sulla qualita’, a costo di avere una serie A da sole 12 squadre.
Poi sarebbe bello che lo stato (alias la politica) incominciasse ad investire davvero nello sport, quale veicolo di cultura che non puo’ essere solo calcio.