Paolo Bartezzaghi su La Gazzetta dello Sport firma «Lo Spunto» sulle cinquecento panchine di Ettore Messina in Serie A. Ecco alcuni passaggi.
A 61 anni, è arrivato alla notevole cifra di partite allenate in Italia pur essendo stato all’estero per 14 anni, dal 2005 al 2019. Inoltre, dopo i primi quattro anni da capo allenatore alla Virtus Bologna, dal 1993 al 1997 è stato c.t. della Nazionale. A 36 anni aveva già vinto lo scudetto e guidato l’Italia all’argento europeo, con il gruppo di giocatori che avrebbe poi conquistato il titolo continentale nel 1999.
Quando è tornato in Italia, nell’estate del 2019, ha raddoppiato il suo ruolo: oltre a tecnico dell’Olimpia, ne è diventato presidente delle basketball operations, come si dice oggi. Insomma, il capo del club. E la credibilità costruita in tanti anni in Italia, in Europa e nella Nba, ha permesso all’Olimpia di portare a Milano campioni come Sergio Rodriguez e Luis Scola l’anno scorso, Gigi Datome e Greg Hines quest’anno, limitandosi ai nomi più conosciuti.
Alla domanda inevitabile sui motivi per cui avevano lasciato club europei di prima fascia, questi signori hanno sempre detto: “Sono qui perché c’è Messina”. Non è solo questione di vittorie, anche se il tecnico di Milano ha vinto come pochi in Italia e in Europa. Non ha mai allenato una squadra Nba, pur andandoci vicino. Come Gregg Popovich, l’allenatore di cui è stato vice a San Antonio, Messina ha una versatilità intellettuale che si trova di rado nel mondo dello sport. La sua vita è il basket, ma non solo.
Soprattutto “Greg” Hines….
Chi è Greg Hines????
Si vede che ne capisce di basket !!!
Giusto Rom63, e si capisce perché è un un’estimatore di Messina…
Mai visto Greg Hines sul campo ma nemmeno in panchina. Meno male che almeno Messina ha portato credibilità ?
Errore nel nome di Hines a parte, quanto scritto nell’articolo conferma che comunque Messina e’ stimato da molti (giocatori, allenatori, dirigenti, tifosi).
Non da tutti, ovviamente. Come in ogni sport, campioni e allenatori sono amati e odiati allo stesso tempo.
Quello che credo sia importante e’ lodare e criticare senza pregiudizi, cosa che non sempre trapela tra noi commentatori dei post di questo blog. A volte la discussione trascende il basket e diventa diatriba da condominio.
E mi ci metto anche io, nel mucchio, perche’ non sempre riesco a spogliarmi dei miei pregiudizi.