Roberto Premier, l’Ariete di Spresiano, è per la pallacanestro sinonimo di talento e aggressività. Venti e più anni a mettere la palla nel cesto, in otto stagioni di Olimpia Milano ha conquistato due Coppe dei Campioni, cinque Scudetti, una coppa Korac e due Coppe Italia.
Il 10 biancorosso di Dan Peterson è dunque il passato vincente che giudica un presente di prospettiva. Ecco le sue parole al QS di ieri.
Ovviamente, parliamo dall’uomo della settimana: Luigi Datome. Il suo arrivo può rappresentare per l’Olimpia una svolta?
«La sua carriera parla chiaramente. E’ un leader che crede nei valori del gruppo, nel gioco di squadra, che sa dare anche con il suo talento il giusto apporto per vincere».
Dunque meno numeri, meno statistiche, e più apporto intangibile?
«Alla fine, vince la squadra. Che deve essere unita, coesa, con persone che hanno un ego importante, ma anche la capacità di farle rendere nel rispetto degli altri».
Datome è stato questo per il Fenerbahce dei Vesely, degli Sloukas, dei Kalinic, degli Udoh.
«E anche l’Olimpia Milano sta portando a termine una campagna importante, di assoluto valore. Ci sono giocatori di livello, ma bisognerà ricomiciare da capo con il lavoro, trovando la gestione ottimale. Con i campioni si arriva solo sino ad un certo punto. Lo ha scoperto l’Olimpia Milano sulla sua pelle, e non solo lei. Chi trova tutto questo, di solito, alla fine vince».
E l’Olimpia di oggi, come la sua degli anni ’80, ha sempre e sol un obbligo: fare strada in Europa.
«Questo fa parte della natura stessa della città, che è simbolo del paese all’estero. Il campionato può essere il giusto allenamento per l’Eurolega, anche se abbiamo visto come in passato anche chi domina nel Continente può avere qualche problema tra le mura di casa. Ma ora Messina ha una rosa corposa, in grado di ruotare tanti uomini per una competizione molto dispendiosa».
Luigi Datome si aggiunge ad una truppa italiani che può annoverare Andrea Cinciarini, Paul Biligha, Davide Moretti, Jeff Brooks e Riccardo Moraschini. In fin dei conti, non male.
«Cercare i migliori italiani e farli giocare, strategia inevitabile. Purtroppo in questi anni la grande libertà di movimento dei club non ha giovato al nostro basket, e forse si è ragionato solo dal punto di vista economico, perché gli americani possono anche costare meno. Ma un italiani può garantire cuore e senso di appartenenza, un americano ragiona più sull’aspetto finaziario».
In tutto questo, emerge la rivalità tra i biancorossi e la Virtus Bologna. Un bello spot sicuramente per la nostra pallacanestro.
«Sì, diciamo che stiamo tornando un po’ alle vecchie glorie del nostro basket. Inteso come società. In questo senso inserisco anche la Fortitudo Bologna con l’ingaggio di Meo Sacchetti. E tutte stanno anche inserendo giocatori italiani importanti».
Ora, inevitabilmente, la palla passa nelle mani di Ettore Messina. Dopo il primo anno di studio, è il momento di raccogliere?
«Ha conservato il cuore della squadra, quella che evidentemente può dargli maggiori garanzie, credendo nel progetto e nei colori. Ora bisognerà lavorare».
Ciao a tutti, finalmente sono riuscito a connettermi per commentare.
L’arrivo di Datome è un grande acquisto, come sottolineano tutti gli ex che hanno fatto parte dell’Olimpia, qui Premier, ma tanti altri, ne sono veramente felice.
Si sta diffondendo un luogo comune che la squadra di quest’anno sarebbe bassa.
Credo sia vero soltanto se alla fine andrà via Gudaitis, cosa che spero sia non vera.
Con Guda abbiamo due centri di altezza e di stazza, e un centro, Hines, che senza altezza ha una stazza che gli ha sempre permesso di occupare il posto giusto sotto canestro, per prendere il rimbalzo, senza che nessuno sia mai riuscito a spostarlo, non so se avete notato.
Inoltre io ho un forte sospetto che Messina intenda usare Hines da 4, e non per poco: ha il tiro dalla media, sa mettere palla a terra per attaccare il ferro, capisce il gioco e ha visione, inoltre cattura grandi rimbalzi.
È il 4 perfetto per i momenti di gioco in cui la squadra attacca il ferro, invece di aprire per il tiro da 3 di un 4 perimetrale come Datome.
Magari sbaglio, magari arriva un 4 favoloso, ma Hines in quel ruolo secondo me avrebbe molto da dire.
E sarebbe comunque un gran centro, dovesse farsi male uno dei due titolari, perché attualmente sia Guda che Tarczewski sono Olimpia Milano.
(Scusate la solita lunghezza)
Bisogna lavorare – dice Premier?
Ha ragione. Ed io credo che Punter, gran lavoratore, nelle mani di Messina, gran lavoratore, potrebbe essere la sorpresa che darà qualità inaspettata alla squadra.
In pochi mesi di lavoro con Messina, Tarczewski è migliorato moltissimo, avvicinandosi a essere il giocatore che potrebbe essere, con quel fisico e quel dinamismo…