Nuova Assemblea in streaming per LBA nella giornata di oggi. Si inizierà davvero a parlare di futuro, secondo La Gazzetta dello Sport anche parlando di organici per la prossima stagione.
Al momento, difficile che le società possano entrare nel merito della situazione, non conoscendo direttamente la situazione economica alla ripresa delle attività economiche del paese.
Si potrebbe arrivare a qualche prima indicazione, e allora c’è curiosità in merito ai numeri, con la proposta a 20 squadre.
Un’ipotesi uscita ieri su La Prealpina, che parla di due gironi da 10 team per limitare il calendario, e anche con avvio solo a gennaio, evitando le porte chiuse.
Il basket 🇮🇹 potrebbe fermarsi sino alla riapertura dei palazzi al pubblico (almeno gennaio 2021). Cosa ne pensate? (Argomentate nei commenti)
— 𝔸𝕝𝕖𝕤𝕤𝕒𝕟𝕕𝕣𝕠 𝕄𝕒𝕘𝕘𝕚 (@AlessandroMagg4) April 20, 2020
Ieri abbiamo parlato anche con voi di questa opzione, ma è giusto fare qualche precisazione in merito. LBA e A2 sono due entità differenti, che tra qualche mese potrebbero distanziarsi ben di più.
La prima lega è professionistica, la seconda no, e se la volontà fosse irrobustire la massima serie limitando il numero delle squadre, ovvio che la seconda lega avrebbe club in maggiore “sofferenza”.
Dunque, maggiormente legati agli incassi del botteghino come unica forma di sostentamento. In tal senso, attendere sino a gennaio le porte aperte potrebbe essere una soluzione sensata, fermo restando i rischi per un’azienda ferma almeno dieci mesi.
LBA è altro mondo, che come detto deve cercare di trovare in questo stop forzato un’occasione per riscrivere le sue regole. Farlo con gli stessi volti di questa stagione, dunque con alcuni club in difficoltà (la Gazzetta dello Sport paventò tre società, senza farne i nomi, non in grado di sostenere le spese fino a fine stagione, e non venne mai smentita dalla FIP), e tre ripescaggi, sarebbe di per sé un controsenso.
Esattamente come trovare nel “non giocare” la soluzione ad ogni male.
EuroLeague ed NBA studiano, anche con qualche confusione di troppo, la possibilità di tornare in campo. In Italia si parla di stare fermi a tempo indeterminato.
Perché lo ricordiamo, nessuno oggi può assicurare che a gennaio ci saranno “porte aperte”: così fosse, dovremmo attendere sino all’autunno 2022? O dopo 10 mesi torneremmo comunque in campo, ma a porte chiuse?
Non scherziamo, la LBA inizi a fissare i paletti per una ripartenza. Lavorare, non attendere, c’è in ballo la sopravvivenza del basket al Coronavirus.
La pallacanestro italiana non può esistere senza tifosi? Certo, ma i tifosi non possono esistere senza la pallacanestro.
Difficile da sciogliere, questa matassa.
Cosi’ come difficile sara’ programmare la ripartenza di cui tutti parlano senza ricordarsi che gli ospedali sono ancora pieni, che la gente continua a morire.
Il dilemna e’ sempre quello economico, aspetto tutt’altro che trascurabile. Anzi: fondamentale, perche’ la sola passione non basta.
Non ho la ricetta ma prendendo per buona la “necessita'” degli incassi per la sopravvivenza delle societa’, l’idea di ricominciare a gennaio non sembra cosi’ malsana. Anche perche’, per allora, probabilmente si avra’ un’idea piu’ chiara della situazione del paese e delle aziende che dovrebbero finanziare il basket italico. Certo: questa soluzione porterebbe un bel po’ di grane. Primo, i contratti con i giocatori. Se si inizia a gannaio, contando un mesetto di allenamenti per mettersi in forma, i contratti andrebbero da novembre a giugno. Ma all’estero non sara’ probabilmente cosi’ e gli americani (ma anche i “comunitari”) sceglierebbero certamente altri paesi per giocare, con stipendio garantito gia’ da settembre. Secondo: chi gioca anche in Europa come fa, se i campionati iniziano prima?
Pero’ non vedo molte alternative a questo slittamento. A meno che non si giochi a porte chiuse, che ci riporta nuovamente al problema degli incassi.
La formula? Io vorrei che la lba uscisse rinforzata da tutto questo. Quindi immagino una stagione a 14 squadre (o magari anche solo 12) ma che siano tutte in grado di avere un budget discreto per costruire un campionato di buon livello ed equilibrato. Le altre potrebbero giocare in A2, che andrebbe comunque riorganizzata. Sarebbe bello poi che le societa’ di A1 aiutassero in qualche modo quelle delle serie minori, magari investendo un po’ nei vivai. Saraebbe gradito anche un concreto aiuto dello Stato, ma qui sconfiniamo nella fantascenza….
Insomma: un lavoro titanico quello che aspetta chi deve decidere. Non vorrei essere al loro posto….
Grosso pasticcio, ma cos’altro fare se non iniziare verso ottobre a porte chiuse (orrendo, lo so) e riaprire quando vi saranno le condizioni di sicurezza per tutti, vale a dire, terapie efficaci, vaccino e infezioni al minimo. Iniziando a gennaio si rischia di invalidare un’altra stagione se qualche cosa dovesse andare male. E due stagioni consecutive annullate sarebbero davvero troppo.
Ma quale sponsor investirebbe in una stagione per meta’ a porte chiuse? Quale sponsor a settembre ha soldi da “buttare” nel basket, magari mentre ha i dipendenti in cassa integrazione o licenziati? Quale societa’ (a parte Olimpia e Virtus) resiste senza tre mesi di ilbotteghino? Prendiamocela comoda, facciamo pure una mezza stagione ma che sia di rinascita!
@Anonymous le tue considerazioni sono obiettive però tutti i problemi che hai esposto (sponsor e botteghini) riguardano anche il calcio ovviamente con le dovute proporzioni in base al fatturato visto e considerato che il calcio fattura molto più del basket..sono entrambi sport di “contatto fisico” quindi se dovesse iniziare il calcio non vedo perché non debba iniziare il basket..poi se vogliamo affossare definitivamente il gioco del basket questa è l’occasione giusta!!!