Roberto De Ponti analizza Olimpia Milano Coppa Italia per l’edizione milanese de Il Corriere della Sera.
Milano, abbiamo un problema. Anche più di uno, a dire il vero, ma uno sopra tutti: l’incostanza. L’incapacità di mantenere concentrazione e livello di gioco per due partite di fila. E questo, una squadra come l’Olimpia non se lo può permettere
E’ un trofeo perso. E, soprattutto, l’hai perso seguendo uno schema che sta sinistramente prendendo il sopravvento: a una partita perfetta ne segue un’altra quasi imbarazzante. O viceversa, ma poco conta.
Se la difesa sta cominciando a funzionare, l’attacco vive sulle percentuali da tre, oltre il 40% si vince, sotto quasi sempre si perde, il che significa che come lo scorso anno le alternative scarseggiano quando il tiro dall’arco non entra
Non si vede un vero terminale d’attacco, quello che dovrebbe essere Nedovic ma al momento non è
La squadra manca di atletismo, il solo Tarczewski non può bastare per contrastare avversari ben più fisici
Gli italiani non pesano: 7 punti segnati contro Venezia dai quattro azzurri impiegati non si possono vedere
C’è da sperare che l’incostanza non dipenda dal fatto che i tre giocatori cardine (Rodriguez, Micov e Scola) festeggeranno 109 anni in tre: se così fosse così, vista la loro scarsa propensione alla difesa e considerando che per giugno non saranno ringiovaniti, allora Milano avrebbe davvero un problema.
Condivido in toto le parole di Roberto De Ponti e sopratutto quando dice che non abbiamo un vero terminale offensivo..infatti se andiamo a vedere i terminali offensivi degli ultimi 3 scudetti avevamo nel 2014 Keith Langford nel 2016 Krunoslav Simon e nel 2018 Andrew Goudelock..invece quest’anno non ne abbiano uno all’altezza di questi 3 e i risultati sono sotto gli occhi di tutti..
Aspettando Nedovic….
Ecco cosa penso a riguardo del “Gli italiani non pesano: 7 punti segnati contro Venezia dai quattro azzurri impiegati non si possono vedere”.
Non è colpa di #CartaBiancaEttore,ma bensi tutte quelle persone che c’erano prima di lui.
Gli italiani forti li avevamo.
Alcuni mandati via senza una vera spegazioni,altri non valorizzati e questo è il risultato!
@lucaMascoli Repesa ha certamente cercato di coinvolgere gli italiani, in primis Gentile. Che pero’ non aveva troppa testa e cuore e ha rotto un po’ lo spogliatoio. Poi Abass e Fontecchio qualche occasione l’hanno avuta. Forse un po’ meno Burns e anche AdV. Ma anche Messina non sembra dar loro molto spazio. Insomma: non e’ facile aiutarli a “rendere” di piu’ e forse loro stessi non danno al coach i “motivi” per dar loro piu’ spazio.
Cito le recenti parole del coach di Venezia: “gli italiani? Se sono bravi, giocano. Stesso trattamento riservato agli stranieri”.
E in laguna Mazzola parte sempre in quintetto, DeNicolao ha le chiavi della regia, Tonut (quando e’ sano) ha tutto lo spazio che si merita mentre a Cerella vengono sempre affidate missioni speciali.
Non so quale sia il segreto per farli giocare cosi, ma finziona!