Nemanja Nedovic, non un giocatore qualsiasi nel prossimo disegno di Ettore Messina. Al termine di una stagione complicata, il nuovo presidente biancorosso ha confermato l’ex Malaga senza grandi remore. E questo, ad oggi, è un fatto.
Un fatto, che è anche un riconoscimento alla personalità. Il rapporto con James Nunnally non è nato sotto una buona luce dal primo momento. E con Mike James, dopo l’ottimo dialogo iniziale, sono emerse non poche insofferenze, soprattutto nell’ultima fase playoff.
Da punto di forza, l’accoppiata con il play di Portland è diventata handicap, soprattutto in fase difensiva. Logico, per il serbo, con una condizione tutta da ricostruire nel momento topico della stagione. Ma, evidentemente, l’accentramento offensivo di James ha fatto il resto.
E alla fine Ettore Messina ha scelto. Una decisione giusta? Lo dirà il tempo.
Ma mettiamo «alcuni puntini sulle i», per cominciare.
Nemanja Nedovic è un giocatore di cristallo?
L’ultima stagione ha posto non pochi dubbi. Lesione all’adduttore della coscia sinistra con recidiva, terapie successive per evitare nuove problematiche e trauma anche al ginocchio della stessa gamba. In tutto 17 le gare di stagione regolare in campionato giocate, 15 in EuroLeague. Quasi il 50% di assenze.
Ma per dare una risposta bisogna anche guardare indietro. 58 le gare giocate nel 2017-2018 con Malaga (* il dato è sempre sulla stagione regolare, di campionato e Coppa), 47 nel 2016-2017 sempre con l’Unicaja, 58 nel 2015-2016 al suo esordio agli ordini di Plaza, 45 con Valencia nel 2014-2015.
Gli ultimi cinque anni, in sintesi, non raccontano di un giocatore di cristallo. Occasionalità o deriva fisica? Lo dirà la prossima stagione.
A Milano manca un giocatore con punti nelle mani?
Persi Mike James e James Nunnally, la domanda è sorta spontanea a molti: Milano ha perso punti?
La prima sensazione può essere questa, visto che Shelvin Mack si è costruito una carriera Nba da difensore e regista, come raccontavano ieri Cristiano Garbin e Luciano Pizzi di PuntOlimpia.
E poi ci sono il Chacho, killer silenzioso, e Michael Roll, giocatore di sistema. Ma ricordiamo allora due fattori. Vladimir Micov ha prodotto 13.9 punti di media nell’ultima EuroLeague, e Nemanja Nedovic ne mise a referto 16.8 nel 2017-2018, secondo nella massima competizione continentale.
Ettore Messina ha spostato l’attenzione del gioco dall’attacco alla difesa, inutile negarlo, ma giocatori in grado di segnare esistono, eccome. La domanda forse è un’altra: chi sarà la prima opzione offensiva di Olimpia Milano? Ma in effetti, sino all’ultima stagione, qual è stata la prima opzione offensiva del Fenerbahce?
Basterebbe guardare i numeri per dare una risposta, è vero, ma si possono avere primi realizzatori senza per questo ricorrere al concetto del «go to guy» come principale soluzione. Per certi coach è il «sistema» la prima opzione. E questo vale per Zeljko Obradovic, e Ettore Messina.
Dispiace per il ragazzo ma per noi la non entrata nei 12 della Serbia darà la possibilità di iniziare con un buon lavoro atletico. Secondo con un play vero di fianco saranno suoi i 20 punti a partita di James ma con meno tiri
mike James grazie!
nunnaly lo terrei
Fino al primo infortunio andava tutto una meraviglia,gerarchie chiare e spogliatoio sereno…
Ricordo benissimo il momento del secondo infortunio di N.: stava tornando indietro verso il nostro canestro, quando ha fatto un salterello da doloretto sulla gamba che si era infortunata.
L’ha ignorato e ha finito la partita, se non ricordo male, poi è stato fermo mesi.
Quando gliel’ho visto fare, ho pensato subito che una ricaduta così vicina all’infortunio sarebbe stata devastante.
Penso che anche lui abbia avuto lo stesso pensiero: forse per esorcizzarlo, ha continuato a giocare – almeno per un po’. Doveva essere terrorizzato, almeno quanto me, anche se ha fatto finta di niente.
Certamente il suo rientro fu affrettato, un errore dello staff.
Dal punto di vista del giocatore, significa che i suoi muscoli sono diventati fragili e a rischio, come ti chiedi giustamente?
Può essere.
Può anche essere, però, che a 28 anni lui sia arrivato al momento della vita di un atleta di punta in cui il tuo fisico cambia, e tu devi cambiare con lui.
Non puoi più pretendere da lui l’esplosività alla quale sei stato abituato, perché è pericolosa e non più sostenibile. Devi farlo lavorare diversamente.
Lebron, per esempio, c’è riuscito alla grande.
E da noi Micov. 32 minuti di media a partita, non un problema fisico, alla sua età!
Nedovic dovrà fare lo stesso.
Ce la farà?
Quando è tornato nei play off, era piuttosto fuori condizione, in modo evidente: in particolare non gli riusciva più, o non provava più davvero, il primo passo bruciante che ha. Il tiro da 3 poi gli veniva spesso corto, come quando le gambe non spingono.
Era fuori ritmo partita, certo, e in una squadra il cui spogliatoio stava naufragando, quindi demotivato, oppure, da campione qual è, provava già il suo nuovo stile di gioco.
Quello che deve adottare per non farsi più male.
Io ovviamente lo spero, ma lo credo anche.
È un momento da cui devono passare tutti loro, i veramente grandi, fisicamente dotati.
Con l’esperienza di una carriera, molti riescono perfettamente a fare la transizione.
N, ha avuto tutta l’estate per rimettersi davvero in salute e per riflettere sulle proposte che gli fa il suo fisico.
È un grande professionista, e un forte competitore, per me ce la può fare alla grande. Almeno sulla base del ragionamento che ho cercato di illustrare.
Ce la deve fare! Perché col bene che voglio a Moraschini e anche un po’ a Della Valle, se lui s’infortuna di nuovo, ci sono solo loro…
Nemanja Nedovic ha la via per uscirne con classe. (Anche perché se no difficilmente credo lo avrebbero tenuto)
(palmasco)
Nedovic rappresenta il mio ideale di guardia, ho pensato tutto l’anno alla sua partita con l’olimpiakos e a come aveva fatto girare l’inerzia a favore della squadra (non a favore suo, ripeto, ma della squadra). Fantastico.
Io credo che Messina abbia puntato tantissimo su lui e su lui abbia costruito la squadra. Per quello che conta avrei fatto lo stesso.