Olimpia Milano-Virtus, rieccoci. Il duopolio che fa bene, ma con animi cupi

Olimpia Milano-Virtus Bologna, ci risiamo. Venerdì parte la serie più attesa sin dalla conclusione di quella passata. Come ci arriviamo?

Olimpia Milano-Virtus Bologna, ci risiamo. Venerdì parte la serie più attesa sin dalla conclusione di quella passata. Come ci arriviamo? Pensieri e parole prima di una finale.

Al terzo atto, come nel 2022, a differenze del solo 2021, non ci sarà una favorita. Anche perchè, rispetto a dodici mesi fa, gli umori sono cupi, da ambo le parti. “Colpa” di un’EuroLeague sottotono per la Vu (anche a causa di un ambiente che ha sottovalutato il valore della competizione), catastrofica per l’Olimpia, e da piccoli dispiaceri nostrani distribuiti ad assaggio nel corso dell’anno.

Milano che non è mai arrivata ad una finale sino ad oggi, la Virtus che a Torino ha vissuto lo smacco di una Coppa Italia che continua a sfuggirgli. Dalla sua Scariolo ha la Supercoppa, quattro precedenti su cinque conquistati, una pressione leggermente inferiore.

Senza entrare in aspetti tecnici, i playoff sono serviti ad entrambe come “distensivo”, rodando il motore per la grande sfida. L’Olimpia pare poter contare su un miglior approccio, e ha forse ritrovato Shavon Shields, mvp delle scorse finali, grande assente di questi mesi.

La Virtus, se capace di restare in scia, sembra più concreta e lucida nei finali, e a queste LBA Finals 2023 ci arriva finalmente con Shengelia e Mickey al meglio della loro forma. E del loro potenziale.

Nuovo capitolo, umori cupi come detto, e anche quell’aria di profondo cambiamento che soggiace sotto le ceneri della stagione. L’Olimpia, causa flop europeo, pare destinata ad impegnare una parte sensibile del suo budget in chiusure e addii. Oltre che buyout.

La Virtus, fa sapere a mezzo stampa, di essere costretta ad un piccolo taglio per ragioni di regolamento, a poche settimane dalla notizia dell’aumento di capitale di Segafredo e Beverage Group causa rinegoziazione con gli istituti di credito. Succederà proprio in questi giorni, a quanto fanno trapelare.

La sensazione è che, dopo aver salutato un anno fa Sergio Rodriguez, questa volta si debba alzare il fazzoletto inzuppato per Milos Teodosic. I due interpreti che, grazie all’amore per il gioco di Armani e Zanetti, hanno rappresentato più  di tutti il rilancio della nostra pallacanestro nel 2019.

Perchè Olimpia e Virtus, lo dicono anche gli incassi delle avversarie quando i due circhi passano, hanno fatto solo bene al movimento. Iniezione di danari e di interessi, per quanto con un traino spontaneo più che pianificato.

Forse, il problema sta proprio lì. Nell’aristocrazia che non si confronta con il resto del popolino. La Virtus, non è un segreto, è componente silenziosa in Lega da mesi, e Sergio Scariolo ha disertato il vertice con gli arbitri pre-playoff. D’altro canto, l’Olimpia, pare oggi essere più attratta dalle logiche, anche allarmanti, dell’EuroLeague post-Bertomeu. 

Il duopolio tanto narrato, ha davvero voglia, ancora, di essere duopolio italico?

Intanto, che finale sia. Da godere giorno per giorno, magari con qualche polemica in meno, e qualche personaggio in più. Come accade negli Stati Uniti, come non accade in Grecia e, spesso, in Turchia. Poi, solo poi, il tempo ci dirà se sarà duopolio stabile, o provvisorio.

16 thoughts on “Olimpia Milano-Virtus, rieccoci. Il duopolio che fa bene, ma con animi cupi

  1. Duopolio inevitabile in Italia, sperando che Venezia possa essere in grado di riaprire un ciclo come quello sotto la guida di coach De Raffaele, che Tortona continui con ottimi investimenti e che qualche altra realtà possa essere in grado di effettuare uno step qualitativo, in attesa di tempi migliori in cui il campionato sia maggiormente equilibrato.
    Duopolio in cui la Virtus soffre però di complessi d’inferiorità tra le polemiche dello scorso anno (e Scariolo che non si presenta alla riunione con gli arbitri è un segno di continuità, ridicolo, in tal senso), il continuo citare Milano anche quando non necessario e via dicendo.

  2. Sgombriamo il campo dagli equivoci: per tutt’e due l’arrivo in finale NON è una conquista, ma direi l’obiettivo minimo.
    (Serve aggiungere un bel secondo me? Sì, in questo blog serve 🙄).

    Chi vince salva la stagione?
    Forse Bologna, e non è certo un complimento.
    Milano no di certo.
    Perché la stagione di Milano è in Europa, poche balle. Sì, compreso l’interesse della generosa sponsorizzazione Armani.

    Abbiamo possibilità di vincere?
    Sì, secondo me: del 50%.
    Ci arriviamo nella migliore condizione possibile?
    Mah.
    Quest’anno siamo una squadra entusiasmante da vedere?
    Bah.

    Mi dicono : ma sei fissato; ma sei depresso; ma fatti curare; auguri! – mi dicono.
    E nessuno che risponde alla domanda fondamentale, che invece tutti vogliono evitare.
    E cioè: ma non t’imbarazza, in quanto tifoso di Milano, che “i due colpi di mercato dell’anno”, Pangos e Davies – parole della nostra dirigenza, non mie – assistano alle finali in tribuna?
    Non dico che non ti vergogni almeno un po’, ma davvero neanche un po’ d’imbarazzo?

    Perché dico: o hanno sbagliato a prenderli, o hanno sbagliato a usarli. Non si scappa.
    La colpa quindi è del dirigente, oppure dell’allenatore.
    Ah… hanno lo stesso cognome? Che coincidenza. Vabbeh, ne parleranno tra loro, per il bene della squadra…

    E non includo i soldi buttati, perché non sono affari miei.
    E non includo l’umiliazione di campioni affermati, perché se non sei imbarazzato dalla nostra tribuna, figuriamoci se te ne frega qualcosa dello stato d’animo degli uomini.
    Meglio mandare me a farmi curare.
    Più facile, meno cervello in funzione. Meno fatti da valutare.

    Meglio idolatrare la spugna magica, che cancellerà magicamente il disastro di questa stagione con un colpetto di scudetto.
    Beati voi!

    Perché la 22/23 è un disastro.
    Già oggi e per sempre. Scudetto o no.
    Sia chiaro.
    SECONDO ME.

    (Poi almeno lo scudetto cerchiamo di non perderlo, perché ormai di questo si tratta).

    1. Ciao @Palmasco, chiarisco subito quello che a me sembra un equivoco: sono sinceramente dispiaciuto per quella che a me pare una tua ossessione nei confronti di Messina, non ho scritto il post precedente per insultarti o peggio per prenderti in giro.non ho risposto alla tua domanda perché a me sembra superflua.
      Io condivido in toto le scelte di Messina, ero entusiasta quando ha preso Pangos e Davies e sono d’accordo nel lasciarli in tribuna oggi.
      Parliamo di Davies prima con un discorso che vale anche per Thomas e TLC, abbiamo preso dei buoni giocatori che credevamo sapessero adattarsi al nostro gioco ma dopo numerosi e reiterati tentativi si sono dimostrati poco disposti a soffrire in difesa i primi due e troppo irruenti e naif TLC e NML.
      Diverso il discorso per Kevin Pangos firmato per guarito e solo poco rodato si è dimostrato fragile e i ritardo di condizione.
      gli scout o lo staff medico hanno evidentemente toppato negli screening relativi a questi atleti e Messina stesso ha sottovalutato la fragilità psicologica che ha portato gli stessi a non dare il massimo o non adattarsi ai dettami del coach

      1. Ciao @Orlando, non credo proprio di avere un’ossessione nei confronti di Messina.
        Certamente non un pregiudizio, anzi al contrario ho avuto piena ammirazione e gioia per il suo arrivo da noi, tutto quello che ho scritto in questi anni lo testimonia.
        Poi ci sono i fatti di quest’anno.
        A me sembrano inequivocabili, e sono tristi, molto. Un disastro di stagione.

        Non è un caso.
        Ci sono stati degli errori. Di scelta e di gestione.
        La nostra tribuna piena di milioni e di campioni è quantomeno un errore di scelta, o di gestione, o di tutt’e due.
        La nostra tribuna piena di milioni e di campioni è quantomeno imbarazzante,
        A te sembra più importante condividere le scelte che hanno generato quella tribuna, piuttosto che avvertire l’imbarazzo per quegli uomini? Buon per te.
        Io sono diverso.

        Errori di scelta e di gestione. O anche solo di scelta o di gestione.
        Errori gravi che hanno portato al disastro. (E ripeto, è già un disastro, cerchiamo almeno di non perdere lo scudetto).
        Errori che dimostrano in modo lampante che una stessa persona non può fare il dirigente e l’allenatore – una conclusione alla quale l’NBA è arrivata già da anni, per fare un esempio.

        Hai sentito Messina prenderne atto?
        Accennare pubblicamente al tema? No.
        Magari lo farà, lascerà una delle due cariche incompatibili tra loro, io spero che lo faccia, qualsiasi scelga di tenersi, e in fondo credo che lo farà perché è intelligente.
        Al momento però non se ne parla. Invece si dovrebbe, secondo me.
        Perché perso il Chacho, tutte le altre scelte di Messina hanno portato a una squadra inconsistente, priva d’identità, fragile. E mangia giocatori.
        Troppi negli anni, a questo punto. Non va bene.
        Ed è chiaro che se manca un confronto vero tra dirigente e allenatore, la possibilità delle scelte sbagliate, o delle gestioni sbagliate è alta.
        E noi ci siamo caduti in pieno.
        I risultati sono la stagione 22;23.

        “Io condivido le scelte di Messina” – dici.
        E dici anche: “purtroppo (sic) i giocatori non si sono adattati al modulo Messina”.
        Come se tu non vedessi o non sapessi che troppi sono in questi anni “ i giocatori respinti dal modulo Messina”.
        Allora forse è il modulo che non va, perché di certo chi l’ha creato è lo stesso che ha scelto e ottenuto i giocatori che ha voluto!

        Non ti pare allora che il problema della mancanza di contraddittorio tra scelte e gestione sia centrale, la causa di tutti i mali?
        Un uomo solo a tutti i comandi? Non va bene.

        Non è quindi ossessione la mia.
        È analisi dei fatti e ricerca delle cause.
        E credo di aver trovato l’errore, io come tanti che amano il basket e la nostra squadra, nella gestione e nelle scelte che strette in una sola testa non possono dialogare.
        Errore di cui parlo quanto posso, perché non ho avuto segnali dalla società che sia un tema di dibattito, una discussione aperta. Il che mi preoccupa.
        Non mi ossessiona: mi preoccupa.

        E ora cerchiamo almeno di non perdere la finale.

    2. Rispetto le tue idee. Però se per qualche circostanza fortunata dovessimo vincere lo scudetto non scrivere, non commentare, non gioire e non festeggiare. Resta nella tua profonda delusione per la stagione e ci risentiamo il prossimo anno. Bada bene non voglio essere polemico solo che hai ripetuto all’infinito che lo
      scudetto non sarà un colpo di spugna destinato a cancellare il diaastro. Quindi se si dovessere vincere per te non cambierebbe nulla. Ok lascia, nel caso, festeggiare noi poveri sognatori.

  3. a livello lunghi mickey e shengelia con jaiteh se la giocano, con melli, hines e voigtmann, poi se lasciano tirare tranquillo voigtmann e’ un altro discorso, ma non credo, come ali ojeleye contro shields e datome, può esserci un vantaggio per l’olimpia, come guardie e ali cordinier, paiola, hackett e belinelli sembrano più forti di napier baron hall, io do 60 a 40 la virtus.

    1. Interessante analisi.
      Molto profonda, piena di indicazioni e sopratutto priva di banalità.
      E ti abbiamo invece sempre sottovalutato…

      1. Ciao Palmasco.
        Fuori polemica e con la speranza di poter ragionare guardando avanti e non indietro.
        Io condivido il tuo pensiero sugli errori conclamati, il primo e padre di tutti quello del secondo play mancante accanto a Pangos.
        Poi però la situazione è precipitata per motivi endogeni che hanno impedito – oggettivamente – di trovare una spalla migliore a Pangos (cioè un secondo play più fisicato).
        Inutile ripercorrere la storia per l’ennesima volta, ma è giusto ricordare perché siamo finiti a Napier e perché si è formata questa coppia anomale di play, con l’aggiunta della scarsa condizione di Pangos.

        Anche l’alternativa Voigtmannn/Davies ha una sua storia da considerare e nessuno poteva a Settembre dire in anticipo chi dei due avrebbe giocato i PO in Italia, perche quella scelta per la regola del 6+6 andava comunque fatta.

        Quindi anche se riavvolgiamo il nastro indietro di 9 mesi, chi gioca la finale? A me sembra che l’unica variante era avere Pangos al posto di Napier (con Napier mai arrivato perché Pangos non si sarebbe fatto male) e il dubbio Voigtmann/Davies comunque noto fin dall’inizio
        Anche con il senno di poi non vedo molte alternative…

        PS nel mio ragionamento si assume che si scelgono i 6 per la finale e si va avanti così. Un’assunzione che non sta scritta da nessuna parte e che sono disposto e anche favorevole a mettere in dubbio… però mi sembra una assunzione di tutti gli allenatori.

      2. Ciao Tom,
        su Luca qui sopra ero ironico, chiaramente ironico.
        Sul mio pensiero qui sotto credo di essermi espresso più compiutamente.

  4. Io, come tanti penso, sono deluso da quest’annata.
    Io, come tanti penso, sono dispiaciuto che i 2 colpi dell’anno stiano seduti in panchina.
    Ma …
    Ma basta avere un poco di pazienza aspettare 15 giorni, perchè vincere (o vincere 4 a 0) o perdere (o perdere 4 a 0) cambierà (magari) poco il giudizio questa stagione ma peserà molto per la prossima.
    Questo Pangos (quelle delle 2 gare con Pesaro) purtroppo è meglio lasciarlo in tribuna.
    Anche Davies, perchè non sapremmo sfruttarne le sue qualità.
    Dobbiamo valutare la situazione qual’è al momento, non fare un processo infinito alla stagione e a Messina.
    Ogni cosa a suo tempo.
    Adesso è il momento di battere Bologna, perchè per esprime un concetto tennnico di alto livello,
    a me Messina sta sul cazzo, ma i bolognesi molto di più.
    Allora forza Olimpia. 😁

  5. Bell’articolo, Maggi.
    Di doveva arrivare sin qui, e sin qui si è arrivati, sia Bologna che Milano.
    Vedo Virtus con un pizzico di pressione in meno. Son convinto non sarà una serie lunga, con noi soccombenti ma spesso sbaglio, quindi non conta nulla.
    Godiamoci tutto, dunque: rimbalzi, canestri, le magie di Milos, le triple di Baron, gli errori arbitrali, le proteste. E anche questa crescente attesa.
    Forza Olimpia

  6. Sono mesi che il Palma ripete lo stesso concetto, per carità anche condivisibile, e penso che il messaggio, a chiunque fosse diretto, sia abbondantemente arrivato; la reiterazione dello stesso non lo rafforza nell’”essenza, ma ne fa emergere la petulanza

  7. Palmasco puoi esser ironico quanto vuoi ormai i tuoi polpettoni hanno stancato tutti nessuno escluso con le tue lagne bambinesche cresci grazie.

    1. Lascialo cuocere nei suoi stessi polpettoni, a lui gli brucia il fatto di essere arrivato alla verità su Messina con ben 4 anni di ritardo e gli rode che invece qualcuno ci è arrivato molto ma molto tempo prima.
      A quell’età non si cresce più.

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