Jasmin Repesa è il grande ex di questa sera e di questa serie. Arrivò in Olimpia Milano nell’estate 2015, dopo la burrascosa fine dell’era Banchi. Il coach che riportò al Forum uno Scudetto atteso 18 anni.
Il croato lasciò subito il segno. Ruppe 20 anni di maledizione Coppa Italia, conquistandone due in fila. Vinse il tricolore nella finale con Reggio Emilia, senza mai davvero soffrire. Vide crescere la squadra nel corso dei mesi, partendo da Alessandro Gentile ma inserendo poi Rakim Sanders, Mantas Kalnietis e Esteban Batista.
Questo il primo anno, perchè il secondo, coccarda a parte, fu un disastro. I dieci ko in fila in EuroLeague, lo sfogo senza prologo e senza seguito di Torino, il caso Gentile, sino alla figuraccia playoff con Trento. E l’addio, pur con un contratto ancora in essere, senza uno straccio di comunicato.
Jasmin Repesa lasciò Milano con uno Scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa e due ultimi posti in EuroLeague. Nei mesi successivi, il coach croato rilasciò alcuni commenti. Eccoli.
Repesa e Milano, le dichiarazioni
Gennaio 2021, a Tuttosport: «Lo sa? A Milano ho sbagliato io, perché volevo costruire, seguire mie idee. Perciò portai Abass, Fontecchio. Ma Milano deve vincere subito».
«Io credo che senza continuità tecnica, di giocatori, staff, ad alto livello non si possa più vincere. Lo dimostrano Fenerbahce, Real, Cska. Giusto cambiare due-tre pezzi a stagione, ma non rivoluzionare ogni volta come accadeva all’Olimpia».
In una conferenza stampa successiva: «Sono stati due anni veramente belli, mi sono piaciuti. Purtroppo alla fine non è stato facile per nessuno, più ricordi più belli che brutti. Si poteva fare di più, ma non dimentichiamo che abbiamo vinto 4 trofei e non è una cosa da poco».
Mesi prima sulla Gazzetta dello Sport parlò così: «Quattro trofei non si dimenticano. E’ ovvio che nella seconda stagione mi aspettassi di più io, come il club. Tutti datano la fine del mio rapporto dopo lo sfogo nel post-gara di Torino (partita vinta, ndr). Pochi giorni prima si era perso al Pireo una gara già vinta (Milano mai avanti, credibile che il riferimento sia al ko di Bamberg all’overtime, ndr). Volli richiamare la squadra ad una maggiore attenzione nell’atteggiamento difensivo».
Da lì, i problemi: «Iniziò un periodo molto difficile. Fummo bersagliati dagli infortuni: Dragic, Macvan, Sanders, Simon, saltarono tante partite. Poi ci fu il caso Gentile. Un massacro».