Ettore Messina: Scudetto come dovere? No, ma la squadra merita di finire bene

Ettore Messina ha rilasciato una lunga intervista ad Andrea Barocci del Corriere dello Sport. Tanti i temi toccati, ecco una selezione

Ettore Messina ha rilasciato una lunga intervista ad Andrea Barocci del Corriere dello Sport. Tanti i temi toccati, ecco una selezione.

SULLA STAGIONE

«Gli americani dicono “Il prossimo in piedi e avanti”. Il primo posto è stato una grande soddisfazione, una gara in più in casa può sempre essere utile. Allo stesso tempo so che abbiamo dovuto fare e disfare in continuazione. La capacità di adattamento e la voglia dei ragazzi di affrontare anche insuccessi personali, perché c’è chi ha giocato meno, o meno bene di quello che si aspettava, mi fa essere grato alla squadra per la disponibilità di tutti».

SU VOIGTMANN

«Voigtmann per fortuna è tornato a essere lui, perché obiettivamente per i primi tre, quattro mesi ha fatto una fatica enorme. Si era perso per strada; ma lui è un giocatore importante per noi, con il suo tiro da fuori ci permette di avere le spaziature in attacco di cui abbiamo bisogno. E’ un barometro per Milano».

SULLO SCUDETTO COME DOVERE

«Non lo sento come tale se non perché mi piacerebbe che la squadra finisse bene questa stagione. Se lo merita. Ma ci sono tanti altri che se lo meritano. Noi di certo non possiamo dire “siamo i più belli del reame e vinciamo”. Mi ha molto appassionato l’intervento di Antetokounmpo che in qualche modo si ricollega alla domanda: alla fine, come ha spiegato lui, se hai la capacità come gruppo e come individui di dire onestamente “qui non ho fatto bene o non ho fatto tutto ciò che andava fatto”, è già un’autocritica molto forte che permette di migliorare nel futuro».

16 thoughts on “Ettore Messina: Scudetto come dovere? No, ma la squadra merita di finire bene

  1. Parla già come futuro presidente della FIP, e come l’attuale presidente vomita un’insulsa insalata di parole che non dice niente. Grande delusione.

    (Fatemi fare quest’ultimo commento amaro, così mi ripulisco di tutto, prima di entrare nel vivo dello sport dei play off, a pieno sostegno della squadra e del suo allenatore, per quanto ancora con pieno diritto di critica).
    (P.S. che Voigtmann sia il barometro della squadra l’ho scritto io, proprio qui, circa una settimana fa! 😉)

    1. Capita a tutti noi volgari tifosi di imbroccarla……ogni tanto, perchè noi, volgari tifosi, diciamo tutto e il contrario di tutto😉

    2. Ormai qualsiasi cosa dica o faccia Messina , vedo che il gioco del pelo nell’uovo ha preso tutti. Meno male che da sabato parla il campo.

      Poi propongo un gioco che si chiama “l’avevo detto” . E’ semplice se il campo conferma le scelte del coach e non le nostre si dice con onesta “ho sbagliato io” altrimenti si inizi pure con la lapidazione/sostituzione. E’ un gioco innovativo almeno per questo blog dove non è mai stato fatto.

  2. Continua a vomitare perché quello che dici è appunto…vomito!!!!!

  3. Ho un lavoro di discreta responsabilità nella vita,non certo al livello di Ettore Messina,malauguratamente pure dal punto di vista degli emolumenti…
    Se dovesse anche solo venirmi in mente di dire a chi mi paga che non sento come dovere il raggiungimento di certi risultati il minimo che potrei aspettarmi sarebbe un bel calcio nel culo senza se e senza ma.
    Evidentemente il nostro tecnico non ha ancora ben chiaro cosa significhi sedersi su una panchina come quella di Milano oppure e’ talmente confuso da non rendersi conto della risonanza negativa di certe affermazioni rese in pubblico.
    E poi finiamola con questa storia di Giannis,non credo che a Milwaukee siano poi così contenti di come sia finita la stagione ed il minimo che potrebbe fare il nostro tecnico sarebbe quello di portare un minimo di risultati decenti invece che di raccontare le solite fregnacce.
    Dopo i disastri europei il titolo nazionale e’ più che un dovere,e’ un obbligo assoluto a cui nessuno si può sottrarre,che sia tecnico o giocatori.
    Stop.

    1. L’intervista a Giannis, già utilizzata dall’impavido Ettore giorni fa, serve a pennello per mettere tutte e due le mani ben avanti.

      1. Ma Messina ormai è tutto l’anno che mette le mani avanti e Giannis gli ha servito un “assist” su un vassoio d’oro…

    2. Egregio signor Borletti,Lei come sempre coglie nel segno e io la condivido pienamente.Ma come ha scritto ieri bisogna provare a far capire che la dimensione di Milano è l’Europa.Magari raccontare di partite in Champion (in cui c’ero) nelle quali anche se non si centrava la finale si batteva la finalista di 29 (95-66) che era lo Zalgiris di sua maestà Sabonis (probabilmente il più forte centro europeo di tutti i tempi perlomeno il più completo dato che oltre a dominare le plance,tirava anche da tre,per l’epoca rarissimo e impensabile per un 2,20 e serviva assist dall’arco al bacio) e battemmo anche di 24 (90-66) la vincitrice Cibona nella quale giocava tra l’altro un Marziano che andò a segnare sui 20 di media anche al di là dell’oceano in una Nba che era molto più competitiva di adesso).Onde evitare ingloriosi paralleli con le vittorie in puro garbage time di qs anno con Oly (arrivato a Milano scosso dalla tragedia greca) e Barca (oramai sicuro dei primi 4 posti),ricordiamo che l’Olimpia di quell’anno non arrivò 13esima ad anni luce dalle prime ma solo terza perché perse di un punto a Kaunas la prima giornata grazie ad un meraviglioso gancio cielo allo scadere sempre dello zar Sabonis,con la nostra squadra ancora in divenire con un Cedric Henderson 19enne appena arrivato in Europa.Eppure parlando di responsabilità la squadra,il mitico coach Dan,Cappellari e il Propretario,non si attaccarono ad interviste o frasi decoubertiniane ad effetto,ma si rimboccarono le maniche (in coppa tradii disse Mike sempre in quegli anni
      per un tiro sbagliato contro Cantu’ in finale ma mi farò perdonare )e si fecero perdonare eccome con due Coppe Campioni di fila….
      Stessi giocatori che dopo un’annata da 15 vinte e 15 perse in campionato nel 1989,dissero “dopo un’annata così ci sentiamo dei falliti”! .E venivano da 5 scudetti e 8 finali consecutive,2 Coppe campioni,una Korac una Intercontinentale e appunto un terzo posto europeo per un gancio cielo di un fuoriclasse e una Coppa Coppe persa in finale di un canestro senza poter schierare Carr che era mostruoso in quegli anni.Dunque tutto questo per dire che non si può vincere sempre ma la mentalità dell’Olimpia è questa,Questo è lo spirito che devono avere gli uomini che si onorano di indossare la nostra gloriosa maglia Rossa…altro che discorsi da squadra provinciale…

      1. Signor Trinità ,le faccio i miei più sinceri complimenti per la sua inarrivabile conoscenza della nostra gloriosa storia e per l’equilibrio con cui espone le sue idee.
        Tutti coloro che hanno visto ai più alti vertici i nostri colori non possono sperare altro che rivedere Milano alzare nuovamente l’Eurolega,poiché’ conta solo ed esclusivamente questo.
        Se poi qualcuno si sente pienamente soddisfatto di una eventuale vittoria in campionato sono ben lieto per lui,ma i nostri avversari si devono chiamare Barca o Real ,non Tortona o Venezia,questo può valere per la Virtus,non certo per noi….

  4. E con questa ultima, consueta, critica alle parole di Messina arriviamo, finalmente, alla vigilia dei playoff.

    Un conto è il dovere (obbligo) di vincere, un altro è il dovere (obbligo) di far tutto il proprio meglio per cercare di raggiungere la vittoria.

    1. @Cap: Quindi secondo lei c’è qualcuno al quale piace perdere. Io credo che tutti facciano del proprio meglio per cercare di vincere, di raggiungere un risultato quindi la seconda parte della sua affermazione mi pare poco significante. Se le premesse per raggiungere un determinato risultato ci sono (se cioè questo qualcuno viene messo nelle condizioni ottimali), ma non ce la fa, pur impegnandosi (il che mi pare, ripeto, una precisazione inutile, a parte casi particolari), questo qualcuno ha fallito l’obiettivo. Se si tratta di un manager di solito viene sostituito. Non crede? Quindi Messina (al quale io non sono pregiudizialmente contrario) non può dire che non esiste l’obbligo di vincere lo scudetto quando all’inizio della stagione Stavropoulos aveva affermato (ed è stato riportato anche su questo sito) che la squadra era stata costruita per vincere tutto. Lo scudetto è l’ultimo obiettivo rimasto per non buttare completamente in vacca una stagione già abbastanza negativa. Ed io sono convinto che lo vinceremo. Poche chiacchiere e forza Olimpia!!!

      1. Pino secondo me, molto semplicemente, la classica frase che si pronuncia spesso e volentieri “hanno l’obbligo di vincere” non significa nulla, l’unico obbligo che uno sportivo ha è quello di fare di tutto per ottenere la vittoria, di performare al meglio delle proprie possibilità per ottenere la vittoria.
        Messina non ha l’obbligo di vincere uno scudetto o una qualsiasi competizione, ha bensì l’obbligo di fare del proprio meglio con ciò che ha a disposizione per vincere lo scudetto, arrivare ai playoff di EL e via dicendo, ed è ciò che sicuramente sta facendo dal giorno 1.
        Poi se da queste frase estrapolate da un’intervista molto più lunga e completa di Messina si vuole come sempre trovare spunto per critiche sparate a zero, va bene… se realmente si pensa che Messina non senta la responsabilità nei confronti della proprietà e non voglia assolutamente ripagarla almeno con la vittoria dello scudetto, va bene…

      2. Proprio ieri hai scritto che se hai una barca di soldi e ti puoi permettere un roster di 15/16 campioni alle F4 di EL ci arrivi anche se in panca hai un coach mediocre come Chus Mateo, vuoi che noi con il più alto budget della LBA, e con in panchina uno dei coach piu bravo in Europa, non si vinca lo scudetto contro squadre mediocri come Pesaro, Venezia, Sassari e compagnia cantante che con tutto il rispetto non sono Barcellona Real Madrid e Olympiakos?

  5. Secondo me fallimento non significa automaticamente che sei un fallito ma che hai fallito. Se io faccio un concorso per entrare in un posto e non lo vinco ho fallito ma non significa che automaticamente sono un fallito. Il prossimo magari lo vinco e trovo anche un posto migliore…ma il primo l’ho fallito. Non c’è niente di male a dirlo. Tanto è vero che al termine della stagione sportiva ogni squadra traccia un bilancio e se è il caso fanno saltare delle teste. Poi è normale che nessuno vince sempre….
    Chiarito questo aspetto quello di Giannis è un discorso che può andar bene per i ragazzi o a livello dillettantistico o ancor di più a livello dopolavoristico. Per dei professionisti oltretutto lautamente pagati bisogna saper convivere anche con la parola fallimento. Ogni squadra viene costruita con un obbiettivo se non lo centri fallisci. Poi ci si prova l’anno dopo ma vallo a raccontare all’allenatore di Antetonkoumpo che non si è trattato di un fallimento….Molti contratti hanno lauti bonus a seconda se vinci o meno, non li mettono perchè si divertono a fare così ma perchè nello sport la differenza tra il vincere o il perdere rappresenta una differenza sostanziale. C’è poco da fare…

    1. Quindi si può scrivere che Messina ha fallito tutti gli obiettivi stagionali aspettando il campionato o è lesa maestà?

    2. Primum vivere, deinde filosofari, ecco, basta con gli arzigogoli, pensiamo alla “bis-stecca”,alias rivincere il titolo

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