Olimpia Milano post Bayern che chiude una settimana assolutamente positiva, soprattutto a livello mentale. Tra Brindisi, Partizan e Bayern i biancorossi potevano rimediare uno 0-3, numeri alla mano. Invece, grazie a presenza e lucidità, è arrivato il risultato opposto. Difficile oggi esprimere una percentuale del potenziale espresso. Bastino per ora i risultati.
L’adeguamento difensivo
Il piano partita di Trinchieri è semplice, per quanto arduo e in fin dei conti ben espresso. Entrare rapidamente nei giochi, produrre nei primi secondi di gioco. L’Olimpia, come da inizio stagione, fatica a carburare e ritarda nelle letture, adeguandosi di volta in volta ma con leggero ritardo.
Il principio è evidente nella ripresa quando, causa anche rotazioni più ridotte del consueto, il Bayern fatica ad essere incisivo in transizione, andandosi a scontrare sempre più frequentemente contro il muro di gomma biancorosso.
I 3 punti concessi negli ultimi 5’ del terzo quarto sono un indice, mentre nel finale l’unico reale errore arriva sulla tripla di Lucic, con Tonut che resta sulla lunetta (una sorta di zona?) dietro a Pangos in pressione sul portatore di palla, con Melli e Hines che si ritrovano abbinati sul lato debole a tre uomini tre di Trinchieri. Da qui la semplice ricezione del serbo con spazio e istanti per preparare il tiro.
Ben preparata, invece, la tripla di Baron con blocco cieco di Melli, e, precedentemente, pare comunque corretta la decisione arbitrale che manda Kyle Hines in lunetta. Lucic accorcia molto sulla gamba del centro, volando a terra su un contatto che non può essere sfondamento.
Brandon Davies e Kevin Pangos
Nel finale, al centro ex Barcellona, viene un po’ il braccino, ma resta comunque ancora fondamentale la sua produzione offensiva, 14 punti che cavano fuori dall’impaccio Milano nei momenti di scarsa circolazione di palla. Un centro offensivo è quello che a Milano mancava da tempo, la sua pericolosità nel mid range era un’opzione che l’Olimpia costruiva negli ultimi due anni senza avere un reale sbocco.
E poi c’è Kevin Pangos. Questa volta, palla in mano, sbaglia tutte le scelte nel finale. Molle, lento e impacciato. Ma nel suo tabellino ci sono comunque 13 punti, e poi… e poi ci sono le scelte, giuste e vincenti, che producono 11 assist, l’ultimo a leggere bene la ricezione di Baron.
Il canadese sta prendendo per mano la squadra: è questa la notizia di Monaco di Baviera. Unitamente alla preoccupazione per Shavon Shields.
Nicolò Melli
17 punti a fine partita, 9 praticamente in fila nel terzo quarto. 3/3 da 2 con 2/3 da 3, 6 rimbalzi, 3 assist e 3 palle rubate. La leggenda narra che, il capitano, da alcuni mesi precisi a Messina, come a Pozzecco, di essere un’ala forte più che un centro.
La qualità del suo gioco resta invariata, perchè Melli sa sempre come essere fondamentale, non solo utile, per la sua squadra. Ma certamente da “4” il suo valore offensivo cambia totalmente. E oggi, l’Olimpia, non può prescindere dai punti del suo capitano.
Ierisera vittoria un po’ fortunosa, 0/2 ai liberi a 3 secondi dalla fine…va detto anche che se a hines non sfugge il pallone la gara è praticamente chiusa. Bravi a crederci sempre. Incrociamo le dita per Shavon: ma è lo stesso piede che si è appena infortunato?
Anche il braccino che ti fa sbagliare due liberi decisivi nel finale fa parte del gioco. Se non ricordo male capitò anche a Hines mi sembra contro il CSKA ed anche in quel caso zero su due. L’importante è giocarsela sempre e questa Olimpia ci riesce anche con l’attuale 50-60% di chimica di squadra.
Speriamo bene per Shields. Ancora non sono apparse comunicazioni sul sito sociale.
Per me ottima vittoria. La squadra è al 60%, però vince e dunque impara a vincere.
Ieri nel quarto periodo Pangos era finito fisicamente, ma è stato aiutato dai compagni. Ricordiamo che il canadese non è al pieno della forma, sta reggendo il playmaking da solo o quasi e senza Shields deve anche garantire più punti.
Aspettando notizie sul danese godiamoci la prova di Tonut che anche ieri, soprattutto dietro, ha fatto ampiamente il suo. Davies ormai è praticamente arrivato, Thomas sta arrivando e aspettiamo Datome e Naz.
Datome e naz in arrivo. Pangos, Thomas e Davis che migliorano, Tonut che crescerà ancora, Baron che fatturerà di più, il gioco di squadra che può migliorare…. Chissà dove potremo arrivare….
Alcune delle cose che ho visto contro BMonaco, sono la coppia Pangos Davies.
Si conoscevano, hanno giocato insieme, adesso stanno adattando la loro personale sintonia a quella della nuova squadra, di coach Messina a Milano.
Sono andati al tiro 5 volte nel finale, e solo perché Davies non ha messo gli ultimi 2 il conto degli assist del suo play maker, del nostro play maker, non è stratosferico, ma solo ottimo (11).
Piace la tendenza di Messina a far giocare fuori ruolo?
Non so, a me non sembra, tendenzialmente sarei contrario.
Shields da 2 produce perché è un genio, ma soffre e s’affatica molto di più di quando gioca da 3. (Il motivo è semplice: le difese sono ancora molto più organizzate quando il primo passaggio riceve la palla, c’è molto meno possibilità di 1/1).
Hall porta palla, ma non è un play, lo sforzo gli toglie abbastanza del suo potenziale da guardia. Sforzo soprattutto mentale, perché organizzare il gioco di una squadra di Messina è uno stress mentale, se non sei un vero play.
E non mi parlare del gioco moderno e della fluidità dei ruoli.
Micic, James, Teodosic, Pangos, De Colo e pochi altri creano per se e per gli altri: è una dote naturale e straordinaria, come un centro di 220 che sappia giocare e stare sulle gambe.
Gli altri al massimo portano palla.
Sulle partite contro Trinchieri e sul culto di Trinchieri.
Sarà impopolare, sarà difficile da dire per la simpatia che riscuote il nostro concittadino che allena in Germania, ma un’ipotesi forse provocatoria va fatta.
Contro il suo Bayern vinciamo sempre alla fine e sempre per episodi.
In questo caso per due tiri liberi sbagliati dai suoi.
È possibile che ci sia una relazione tra il grande sforzo della sua squadra di arrivare al finale con noi, ma di sbattere sempre contro episodi a loro sfavore, insieme al fatto che al buon Trinca non diano le grandi squadre, e non diano la Milano moderna, proprio perché queste non sbagliano i finali, anzi spesso è proprio nei finali che finiscono l’avversaria, come succede all’Olimpia quest’anno?
(Un po’ come il Cinciarini recente, ma nel campo degli allenatori, grandissimo protagonista nella Reggiana recente, ma non più uomo da Armani).
Non so e non affermo, ma pongo la questione.
Dissento, il fallo di Lucic c’era tutto, basta andare a vedere il replay. Anche per me la vittoria è stata frutto di episodi ma le negatività non pagate sono da addebitabili solo a Billy Baron, fallo con due liberi non segnati dal Bayern e l’ulto libero appositamente sbagliato che per poco non ci costava un loro buzzer allo scadere