Ettore Messina ha rilasciato una lunga intervista a Michele Pettene ad Esquire, in cui ha affrontato numerosi temi legati all’Olimpia Milano e non solo. Dalla gioia per lo scudetto, di cui si è fatto anche un tatuaggio, passando per le parole di Giorgio Armani e l’esperienza NBA con Gregg Popovich ed i San Antonio Spurs. Riprendiamo alcuni passaggi significativi.
Ettore Messina e le parole di Giorgio Armani
Quelle parole di Giorgio Armani (“Messina a vita. È perfetto per noi e per l’immagine dell’azienda“), pronunciate dal patron biancorosso lo scorso aprile, sono rimaste impresse nella mente del coach biancorosso: “Ero più che altro in imbarazzo. Non capita tutti i giorni di sentire tale complimento dal Signor Armani. Allo stesso tempo, le dico che ho avvertito un forte senso di responsabilità dal primo giorno che sono arrivato all’Olimpia. Quel complimento è una delle soddisfazioni più importanti che abbia avuto nella mia ormai lunga carriera“.
Ora veste i vestiti di Armani, come Pat Riley: “Era impensabile che sarebbe arrivato quel momento! Pat Riley era veramente troppo iconico per sperare di emularlo. È un sogno che si è realizzato, anche se devo dirle che probabilmente io indosso i vestiti del Signor Armani con molta meno classe di coach Riley“.
Ettore Messina ed il tatuaggio scudetto
Ha fatto parlare quel tatuaggio sullo scudetto conquistato lo scorso giugno: “Quelle sono sciocchezze che si fanno per i figli e con i figli [ride]. Io ho un figlio, Filippo di 17 anni, che probabilmente credeva più di me allo scudetto, tant’è che mi aveva provocato dicendomi che se avessimo conquistato il titolo ci saremmo fatti un tatuaggio celebrativo, entrambi. Abbiamo vinto e dunque, nonostante la disapprovazione di mia moglie, ho voluto rispettare il patto“.
Ettore Messina, l’NBA, Popovich e Pozzecco
Gli anni da assistente allenatore in NBA a San Antonio sono stati importanti, anche se ci sono cose che non si possono importare in Europa: “Io non riuscirò mai a portare qui il loro modo di vivere lo sport, è impossibile. Culturalmente siamo troppo diversi, in tutta Europa. Il risultato di ogni partita è da sempre “vita” o “morte sportiva” se vinci o perdi. Non c’è quel senso di partecipazione collettiva a uno spettacolo o a un bel momento di aggregazione come in NBA. Poi in Europa non possiamo implementare un sistema salariale come quello Nba basato sulle regole del salary cap: a causa dei diversi regimi fiscali nazionali“.
Però l’esperienza con Gregg Popovich gli ha dato molto, anche pensando al ruolo di Pozzecco a Milano l’anno scorso: “Inevitabilmente vivere con Popovich ti stimola ad essere più aperto verso gli altri. Anche se sei un “orso”. Pozzecco, diversamente dal sottoscritto, ha una positività, un modo di aggregare le persone, un modo di vivere e “soffrire” la sconfitta che, pur analoga alla mia, gli consente di reagire in un modo che non possiedo. Scegliendolo sono andato “per compensazione”, volevo offrire alla mia squadra un ulteriore modo di vivere l’allenamento e la partita“.
L’ultimo spunto sul perché ha scelto Pozzecco è secondo me una cosa rara tra i manager perché riconoscere pubblicamente i propri difetti e accettare di correggerli chiedendo aiuto a terzi è da pochissimi. Non sono simpatico (è il mio carattere ci posso far poco) no problem ti faccio allenare da uno che lo è molto. Quindi si combinano i pro dell’ introverso e dell’estroverso …e il risultato si è visto. Chapeau! Adesso ha sostituito il Poz con quello che gli assomiglia di più. Questo lo ha visto a scuola Popovich sicuro.
Avete lasciato fuori il passaggio più importante:
“In Italia ci facciamo trascinare troppo dal concetto “vincitore-sconfitto”, per la pubblica opinione è “vincente” solo chi ha vinto. In realtà non è così, il passo decisivo credo sia essere la miglior versione possibile di se stessi cosa che, se perseguita e unita al tuo talento, ti avvicina molto al tuo obiettivo finale. Annegarsi in quella necessità “o arrivo primo o non sono vincente” non porta da nessuna parte.”
Troppa gente qui non arriva neanche a capire un centesimo di quello che Messina dice qui, che poi è la base della partecipazione sportiva.
Beh ci sei tu che capisci i 99 restanti 😂
Ce ne un altro altrettanto importante lasciato fuori: “Inseguire un successo nello sport, nel lavoro, ovunque, solo per rifarsi contro qualcuno è una motivazione che esaurisce presto i suoi effetti”
Della serie “predica bene ma razzola male” perché è tutto l’anno che lui e i giocatori non aspettavano altro che la finale di LBA contro Bologna per prendersi la rivincita, poiché la scoppola precedente non l’aveva ancora digerita. A testimonianza di ciò basta andare a rileggere le sue interviste e quelle dei giocatori nel corso dell’anno.
Motivazione esaurita in un solo anno infatti, mister copia&incolla – esattamente come previsto da Messina, che ti piaccia o no 😎
Ma che vedo che ti rode e mi fa piacere.
Motivazione esaurita in un solo anno ma in contrasto da quanto dichiarato da lui.
Talmente mi rode che mi sto strappando i capelli 😂
Non ci hai ancora detto se sei un virtussino qui a trollare o se hai copiato i messaggi di un virtussino per spargere fango sulla società qui. Quando ce lo spieghi? Giusto per avere idea di che tipo di persona sei e regolarci di conseguenza.
Caro uomoinrosso sei ancora su questo forum? Dopo che ne hai parlato malissimo ed insultato sui blog bolognesi. Vai pure a mangiare i tortellini a Bologna ma almeno abbi il buongusto di evitare sproloqui su questo ns forum così illiberale e tirannico.
Ciao ciao
Intanto confermi che lo frequenti anche tu, magari sotto un altro pseudo nickname per non farti cacciare a pedate. Evidentemente anche a te piacciono i tortellini 😂
MESSINAAAAHHH
MESSINAAAAHHH
Quanto sei simpatico. Come un bidet di meduse.
Mi piace leggere di basket ma non mi sogno lontanamente di intromettermi in temi non di mia competenza né di arruffianarmi con tifosi di altre squadre e soprattutto non sputo nel piatto dove mangio solo per leccare qualcuno.
La differenza tra me e te è che a te piace leggere di basket per poi venire qui a insultare i tifosi avversari, mentre io non ho mai insultato nessun tifoso avversario perché so essere sportivo.
Non ho bisogno di arruffianare ne tantomeno di leccare nessuno, semplicemente loro, anche se avversari, sanno comportarsi in modo civile ed educato, valori che qui mancano tra tifosi della stessa squadra, figuriamoci tra tifosi di diversa fede.
E per diritto di cronaca, ti assicuro che non sono l’unico tifoso di Milano a parteciparvi.